Chi non conosce Ruud Gullit, la star del calcio tradizionale, vincitore del Pallone d’Oro, che fece la differenza nel Milan e nella nazionale olandese tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta? Parte del famoso trio, insieme a Frank Rijkaard e Marco van Bastenha, che portò l’Olanda a vincere il Campionato Europeo nell’88. Oggi, per i giovanissimi, è prima di tutto un’icona di FIFA 18.
Grande sostenitore degli eSports, ha fondato lo scorso gennaio il Team Gullit, un’Accademia che forma aspiranti proplayer. La decisione è arrivata in seguito alla partecipazione alla FIFA Interactive World Cup, che si è tenuta lo scorso anno a Londra. In quell’occasione Gullit si è divertito a giocare contro se stesso, visto che è anche un giocatore sbloccabile di alto livello di FIFA 18.
L’ex allenatore del Chelsea ha raccontato in a Reuters di sentirsi onorato di quanti ragazzini lo riconoscano oggi grazie a FIFA 18: “La gente veniva da me e diceva quanto fossi popolare e bravo nel gioco. Dicevano: Ti voglio, ma tu costi un sacco di soldi, come posso averti? E io rispondevo scherzando: Dovrai chiedere alla mia ragazza” ha raccontato Gullit.
Il campione olandese ha confessato di aver totalmente cambiato idea sul mondo degli sport elettronici, riconoscendo la grande trasformazione in atto: non si tratta più di ragazzini che giocano ore nelle loro “camere puzzolenti” – ha detto dopo aver visto il britannico Spencer ‘Gorilla’ Ealing mettere k.o. il tedesco Kai Wollin e vincere quasi 200mila dollari lo scorso agosto.
Una faccenda seria insomma: “I giocatori avevano un manager, un allenatore. Hanno tutto. La quantità di tempo che impiegano è incredibile. E c’erano 7 milioni di giocatori coinvolti prima di quella finale” – ha commentato a Reuters. E Gullit è fortemente convinto che il fenomeno eSports crescerà sempre di più.
E non potrebbe non crederci, soprattutto perché sia il figlio sia il figliastro giocano entrambi. Attenzione, però, per Gullit lo studio è fondamentale: “Con il Team aiutiamo i ragazzi, con la collaborazione dei genitori, a non passare troppo tempo (davanti ai videogame ndr) perché anche la scuola è importante”.
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