Emanuela Maccarani va al contrattacco. Dopo il deferimento subito dalla Federginnastica nell’ambito dell’indagine sullo scandalo relativo ai presunti abusi fisici e psicologici sulle ragazze della nazionale di ritmica lo storico direttore tecnico delle Farfalle, già nella storia per i risultati senza precedenti portati allo sport azzurro dal 1996, ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale ha provato a controbattere alle accuse che l’hanno trascinata nella bufera.
- Bufera ginnastica ritmica, l'incredulità di Maccarani: "Accusata di abusi che ho provato a combattere"
- Ritmica, Emanuela Maccarani si scaglia contro Anna Basta e Giulia Galtarossa
- Maccarani non ci sta: "Io demonizzata dall'opinione pubblica"
Bufera ginnastica ritmica, l’incredulità di Maccarani: “Accusata di abusi che ho provato a combattere”
“Metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici”. Questa la motivazione che si legge in un deferimento che parte però da lontano, dalle accuse mosse da Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa durante i primi interrogatori.
Maccarani replica pesantemente, parlando di speculazione e ribellandosi ad accuse che ritiene ingiuste e fondate su quegli stessi abusi che si stava adoperando per combattere:
“Capisco che ci sia una nuova sensibilità verso body shaming, bullismo, abusi e violenza verbale, ma c’è chi ha ritenuto di farci un investimento. Con i social, poi, viaggia tutto velocissimo. Ho letto frasi identiche nello scandalo della ginnastica in Svizzera e negli Usa con frasi che io non ho mai pronunciato. Vedo una regia mediatica e adesso tocca alla ritmica. Penso sia giustissimo occuparsene e infatti lo stavo già facendo sotto la mia direzione tecnica”.
Ritmica, Emanuela Maccarani si scaglia contro Anna Basta e Giulia Galtarossa
Molto pesante, in particolare, la replica ad Anna Basta e Giulia Galtarossa. Maccarani riporta il contenuto del dialogo con la ginnasta di Bologna, che fu esclusa dalle Olimpiadi di Tokyo 2020:
“Se i risultati li otteniamo e si ripetono nel tempo con ginnaste diverse vuol dire che c’è un benessere. Poi ci può stare che una non arrivi alle Olimpiadi. Anna se n’è andata a maggio 2020, ma nessuno si era accorto del suo disagio. Il problema non erano i chili, era la tecnica. Le Olimpiadi si fanno in 5 e lei era la sesta. Le ho detto: ‘Vai a casa, centrati, ci risentiamo’. Ma è sparita. Anna non voleva più la ginnastica e si è portata dietro il conflitto in famiglia. Le serviva un alibi: non essere stata capita”.
Su Galtarossa:
“Guarda a caso le accuse arrivano tutte da ginnaste che non hanno fatto le Olimpiadi, Galtarossa, quella dell’”abbiamo un maialino in squadra”, nel 2013 è diventata mia assistente: la pesa fino a Rio la faceva lei. Certo che può essere successo che duecento bambine in tutto il Paese abbiano avuto la percezione di essere state maltrattate, ma l’accademia di Desio cosa c’entra? Non posso rispondere per tutta Italia”.
Maccarani non ci sta: “Io demonizzata dall’opinione pubblica”
Il direttore tecnico della nazionale fornisce poi la propria versione sul cosiddetto “rito del peso collettivo“, alla base delle accuse di abusi mosse dalle atlete:
“Il peso è una metodica come in tanti altri sport, ma non è mai stato un’ossessione. Dal 2019, poi, con l’arrivo del dietista, molto è cambiato: la pesa non si fa quasi più e le ragazze mangiano da sole. Lavorano 7-8 ore al giorno, se non mangiassero sarebbe un problema. Non è mai esistito un rito collettivo sul peso, lo facevano le mie assistenti tutte le mattine, certo non io. Le ragazze si cambiavano in spogliatoio e si pesavano prima di indossare la divisa. Se fosse successo qualcosa di sbagliato, sarei venuta a saperlo: nel 2011 ho allontanato un’allenatrice che stava troppo addosso alle ginnaste”.
Maccarani, che dal 2017 è membro del Consiglio Nazionale del Coni in rappresentanza dei tecnici, ritiene inevitabile che la Federazione decida per il suo allontanamento (il contratto è scaduto lo scorso 31 dicembre, ndr) a causa della gogna mediatica alla quale è stata sottoposta:
“Certamente in quasi trent’anni qualche errore l’avrò commesso, ma se mi fossi comportata male i genitori delle ragazze me l’avrebbero detto – la conclusione – Invece mi chiedono tutti di restare. Comunque l’opinione pubblica mi vede come la cattiva della storia, quindi come può la Federginnastica non mandarmi via? Ma chi mi conosce, sa chi sono. Però mi devono spiegare perché: cosa ho fatto? E a chi? A quel punto sentiranno la mia risposta. C’è una scuola, c’è un metodo, vinciamo da vent’anni. Non è per niente banale. Se le emozioni le tiri fuori, le provi. Io non ho mai maltrattato nessuno. La ritmica è uno stato d’animo. Le ginnaste azzurre sono belle, leggiadre e armoniose. Non è possibile fingere”.