Niente da fare per Alex Schwazer. Il trentaseienne marciatore di Vipiteno, squalificato 8 anni dal Tas (Tribunale Arbitrale dello Sport) per recidività al doping nell’agosto del 2016, non sarà della partita ai prossimi Giochi olimpici di Tokyo.
Schwazer, assieme al suo entourage legale, aveva presentato ricorso presso il Tribunale federale svizzero richiedendo una sospensione della pena, una domanda che, se accettata, gli avrebbe permesso di prender parte alle Olimpiadi in Giappone.
Questa flebile a speranza per l’atleta azzurro è svanita oggi quando l’organo giudicante elvetico, dopo i pareri negativi espressi da World Athletics, Wada e Tas, ha respinto l’appello avanzato dall’oro della 50 km di Pechino 2008 chiudendo in sostanza la porta a una sua eventuale partecipazione alla prossima rassegna a cinque cerchi.
“È davvero un peccato perché Alex era in una forma eccellente” ha detto all’ANSA il suo legale Gerhard Brandstaetter. “Alex ormai ha 36 anni e in questi anni si è fatto le ossa. Si è definitivamente reso conto che esiste un mondo chiuso che è compatto contro di lui”.
“Non c’è nessun tipo di rabbia o frustrazione da parte mia sulla decisione del tribunale svizzero che non mi ha concesso la sospensione temporanea della mia squalifica”. Così Schwazer In una dichiarazione rilasciata all’ANSA attraverso la sua manager Giulia Mancini.
“Avevamo solo questa possibilità visti i tempi stretti e non ho nessun tipo di rimpianto – prosegue Schwazer -.. Dopo l’assoluzione a livello penale ho dato tutto quello che potevo dare in allenamento negli ultimi mesi, pur sapendo che sarebbe stato difficile che venisse sospesa la mia squalifica. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto”.