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Sci, Goggia: "Ero devastata, ma c’è chi sta peggio come i bombardati a Gaza”. Spunta data rientro

Le parole di Sofia Goggia dopo il grave infortunio subìto alla tibia: "Primi venti giorni stavo malissimo sia fisicamente che psicologimente. Ecco quando potrei tornare in pista".

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Un mese e mezzo dopo il grave infortunio alla tibia capitatole durante un allenamento di gigante a Ponte di Legno in Val Camonica che l’ha obbligata a rinunciare al resto della stagione di Coppa del Mondo, Sofia Goggia ha tenuto una conferenza in cui ha raccontato le difficoltà dovute all’infortunio e gli iniziali momenti bui, parlando anche di quando potrebbe tornare sugli sci.

Operazione riuscita perfettamente

Durante la conferenza Sofia Goggia fa tirare un sospiro di sollievo a tutti i suoi tifosi confermando come l’operazione sia andata per il meglio nonostante le premesse molto negative: “Ho deciso di attendere gli esami di controllo fatti lo scorso fine settimana per tenere questa conferenza. Mi sono fratturata il pilone tibiale trasversalmente in più punti. Un trauma da compressione e torsione fortissimo che ha comportato la rottura in più parti dell’osso. La tac era davvero negativa, quindi le premesse per l’intervento erano complicate. Ricostruirlo sembrava un’impresa complicata, nonostante ciò l’operazione è andata come meglio non poteva”.

L’immediata presa di coscienza dell’infortunio

Goggia svela anche come si sia resa immediatamente conto della gravità dell’infortunio: “Mentre cadevo ho realizzato immediatamente che mi ero frantumata la tibia e non sapevo come dirlo ai miei tecnici. Mi sono levata da sola lo scarpone e non ho percepito tutto il dolore che ho sentito in seguito all’operazione. Tuttavia nel viaggio in elicottero direzione Milano ero devastata. Per quanto la frattura di una gamba per un’atleta sia un dramma, ho riflettuto su quello che accade in giro per il mondo e ho realizzato che c’è di molto peggio, come le persone che si trovano sotto le bombe di Gaza”.

Il racconto dei primi venti giorni dopo l’infortunio

La campionessa bergamasca ha raccontato anche il primo periodo post infortunio, sicuramente il più difficile da lei affrontato: “I primi venti giorni sono stata malissimo sia fisicamente che psicologicamente. Non ero autonoma e non riuscivo né a stare alzata né sdraiata, faticavo anche a dormire. Ho iniziato comunque a fare la fisioterapia immediatamente, ma in quegli istanti non riuscivo a pensare allo sci o ad altro. Sembrava di avere un pannello nero davanti agli occhi”.

Sui tanti infortuni stagionali subiti dagli sciatori

Goggia non è stata l’unica a subire gravi infortuni in questa logorante stagione di Coppa del Mondo e a proposito dei tanti infortuni l’oro olimpico di Pyeongchang 2018 ha detto: “Bisogna dividere quelli causati da errori tecnici individuali rispetto a quelli dovuti a condizioni non ottimali che mettono in pericolo l’atleta. Si è trattato di una stagione massacrante, con tanti campioni che hanno subito infortuni anche più gravi del mio, ognuno poi però analizza la propria situazione. Io mi svegliavo la mattina e non vedevo l’ora che arrivasse la sera per il dolore che sentivo. Per fortuna l’università mi sta occupando molto tempo, ho sostenuto un paio di esami e ne sto preparando degli altri, alternando questo alla fisioterapia, alla piscina, alla palestra e a tutto il resto”.

La possibile data del rientro

Sofia ha trovato anche il tempo per parlare di quando potrebbe tornare in pista: “Il ritorno sugli sci era previsto dopo sei mesi. Quando passeranno i primi tre per il consolidamento dell’osso, potrò prendere in considerazione di tornare in pista anche con un po’ di anticipo, ma dipenderà da come e quanto il callo si formerà. Se dovessi essere pronta già a giugno invece che a luglio, non sarà necessario attendere ancora, ma è troppo presto per fare questi discorsi. A breve mi incontrerò con il team per la programmazione, senza dubbio il gigante lo gestirò come in questa stagione, saltando qualche tappa come a Jasna”.

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