La ripresa del campionato dopo la sosta e il silenzio che in questi giorni si è auto-imposto Fabrizio Corona hanno messo il silenziatore alla bufera scommesse per qualche giorno ma è solo un’impressione. Cova ancora il fuoco sotto la cenere e sono attesi nuovi sviluppi su tutti i fronti nelle prossime giornate.
- Domani i legali di Tonali discuteranno del patteggiamento
- La Procura sospetta che ci sia chi non ha denunciato le scommesse dei rei confessi
- Gatti e Dragusin si dicono tranquilli
Domani i legali di Tonali discuteranno del patteggiamento
Dopo l’emozionante pomeriggio di ieri, con la solidarietà piena che gli hanno dimostrato tifosi, tecnico e compagni del Newcastle, domani sarà un giorno importante per Tonali. Gli avvocati dell’ex centrocampista del Milan sono attesi a Roma per discutere di modalità e contenuti del patteggiamento pre-deferimento, quello che automaticamente porta alla riduzione fino alla metà della squalifica.
Per la fumata bianca, oltre all’accordo fra le parti, servirà il semaforo verde del procuratore generale dello Sport presso il Coni e del presidente federale. C’è però fretta perché si vuole evitare un allungamento di tempi che potrebbe produrre imbarazzi, visto che mercoledì c’è la sfida Champions tra Newcastle e Borussia Dortmund.
La Procura sospetta che ci sia chi non ha denunciato le scommesse dei rei confessi
Le indagini comunque continuano anche su altri versanti e l’impressione è anzi che l’inchiesta possa allargarsi non solo a nuovi e insospettabili scommettitori, ma pure nei riguardi di chi ha omesso di denunciarli: un reato stando al comma 5 dell’articolo 24 del codice. Alla luce delle dichiarazioni di Fagioli e di Tonali il procuratore Chiné si chiede chi fosse a conoscenza della cosa. Si stanno analizzando le prove emerse dai telefonini e dai tablet degli indagati. Del resto, le parole di Fagioli hanno fatto scalpore: «Dragusin e Gatti mi hanno prestato i soldi».
Sul Corriere dello sport si legge che i due giocatori della Juventus non avrebbero mai sospettato la destinazione di quei 40 mila euro (a testa) elargiti al compagno, eppure la frase «gli ho detto che mi servivano per comprare un orologio e che avevo i conti bloccati da mia madre» non convince del tutto gli inquirenti.
Gatti e Dragusin si dicono tranquilli
«Non c’è niente, Federico è tranquillo» continuano a ripetere le persone vicine a Gatti. «Radu non sapeva a cosa servisse realmente l’orologio ed è successo solo una volta» ha fatto invece sapere l’agente di Dragusin, Manea. Sapendo che Fagioli aveva un problema con il conto in banca, ai colleghi non è venuto il sospetto che quel denaro fosse utilizzato per qualcosa di meno lecito di un rolex?