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Sentenza Juventus, le motivazioni: “Mole probatoria impressionante”

La Corte d'Appello ha pubblicato i motivi che l'hanno spinta a condannare i bianconeri con 15 punti di penalizzazione per le plusvalenze. Ora ci sarà il ricorso al Coni

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La Corte d’Appello ha pubblicato, poco dopo l’ora di pranzo, le tanto attese motivazioni che l’hanno spinta a comminare alla Juventus ben 15 punti di penalizzazione, nonostante i pm ne avessero chiesti 9, per l’inchiesta sulle plusvalenze. Ora i bianconeri hanno 30 giorni di tempo per presentare il ricorso al Collegio di garanzia del Coni.

Corte d’Appello: “Sono emerse nuove prove contro la Juventus”

La Corte d’Appello ha valutato nuove prove e in base a queste ha deciso il verdetto incriminatorio nei confronti della Juventus. Ecco cosa si legge nelle motivazioni: “È indiscutibile che il quadro fattuale determinato dalla documentazione trasmessa dalla Procura della Repubblica di Torino alla Procura federale, e da questa riversata a sostegno della revocazione, non era conosciuto dalla Corte federale al momento della decisione revocata e, ove conosciuto, avrebbe determinato per certo una diversa decisione. Esattamente secondo quanto previsto dall’art. 63, comma 1, lett. d), CGS. E si tratta di un quadro fattuale sostenuto da una impressionante mole di documentazione probatoria”.

La Juventus ha commesso “un illecito”

I giudici hanno valutato che la Juventus abbia commesso un illecito, “vista la documentazione proveniente dai dirigenti del club con valenza confessoria e dai relativi manoscritti, le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture”.

Insomma, ci sono tante prove per la Corte, sono state considerate anche le intercettazioni e il tentativo di nascondere documentazione o di manipolare le fatture. Tutte cose che hanno portato al verdetto pesante per la società bianconera.

Juventus: ecco come sarà il ricorso al Coni

Nelle prossime ore la Juventus presenterà ricorso al Collegio di garanzia dello sport presso il Coni, presieduto da Gabriella Palmieri Sandulli. Bisogna chiarire che non stiamo parlando di un terzo grado di giudizio, al di fuori della sfera della Federcalcio, ma di un pronunciamento sulla legittimità, non sul merito.

I giudici dovranno verificare possibili violazioni dei diritti della difesa, vizi di forma o conclamate interpretazioni devianti del Codice di giustizia. La difesa del club bianconero, probabilmente, porterà all’attenzione una violazione del tempo massimo (30 giorni) per la revocazione (ossia il ricorso per riaprire il processo) oppure una declinazione sbagliata dell’articolo 4, quello sulla slealtà, che sarebbe poi il principale fattore d’accusa da parte della Corte d’Appello. La Procura e i giudici lo hanno utilizzato per la contestazione dell’articolo 6 che prevede il coinvolgimento delle società in caso di responsabilità dei propri dirigenti rappresentanti legali. Gli avvocati sottolineeranno che l’articolo 4 non è stato contestato direttamente alla Juventus e quindi la condanna su un profilo del Codice che non era stato contestato al momento del deferimento.

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