A La Gazzetta dello Sport, l’arbitro Ferrieri Caputi ha ammesso: “Ho pensato di mollare diverse volte: ai tempi della Promozione ricordo una gara in cui ci fu un allungo e io rimasi indietro. “Ma dove vai Maria Sole…” mi dissi. Ma lì, se hai dentro passione, scatta qualcosa. Fu la svolta. Il debutto? Sono ancora nella fase in cui spero che arrivi: diciamo che sono curiosa di vedere da vicino giocatori visti solo allo stadio o in tv, capire che persone sono. Le difficoltà che troverò? Saranno legate alla velocità del gioco, degli eventi, ai ribaltamenti di fronte, al mestiere di calciatore: più si sale più il giocatore ha mestiere”.
Ferrieri Caputi dimostra umiltà nonostante abbia scritto una bella pagina di storia del calcio italiano: “Ho avuto la fortuna di capitare nel momento propizio dopo anni di sacrifici. Ci sono state donne che hanno fatto la storia dell’arbitraggio più di me: non è una conquista di Maria Sole, io sono l’ultima staffettista che ha portato il testimone al traguardo. Detto questo, per arrivare dove sono ho fatto il triplo della fatica degli altri, perché per arrivare agli standard degli uomini serve un impegno in più. È importante che se una donna in qualsiasi ambito fa qualcosa di mai fatto prima se ne parli. È un tema culturale e l’informazione è cultura. È importante far vedere che è possibile. Ed è giusto sottolineare un traguardo che è un punto di inizio”.
Infine, Ferrieri Caputi ha rivelato i suoi punti di riferimento: “Due: Rocchi e Collina“.