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Van der Poel colpito da una borraccia piena d'acqua durante la Parigi-Roubaix: il responsabile si è costituito

Lo spettatore che s'è reso protagonista del gesto scriteriato ha ammesso le proprie colpe negli uffici della polizia locale. L'Alpecin ha già fatto partire una denuncia.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

S’è costituito lo spettatore che ieri, a 33 chilometri dall’arrivo nel velodromo di Roubaix, ha colpito intenzionalmente con una borraccia Mathieu van der Poel. Un gesto stupido e insensato che era stato immediatamente condannato dal mondo del ciclismo, al punto che colui che se n’è reso protagonista ha pensato bene di evitare una caccia alle streghe e il rischio di farsi addirittura inseguire dalle forze dell’ordine. Compreso l’errore, e presa una buona dose di coraggio per rispondere delle proprie azioni, si è presentato spontaneamente in caserma e ha ammesso di essere stato il responsabile di un gesto che avrebbe seriamente potuto danneggiare van der Poel e riscrivere (in negativo) la storia della 122esima Parigi-Roubaix.

Lo scorso anno un cappellino per poco non lo fece cadere…

Il corridore neerlandese aveva stigmatizzato in maniera piuttosto netta il comportamento dello spettatore, invocando l’intervento dell’UCI e arrivando ad affermare che per lui quell’episodio era passibile di un crimine per “tentato omicidio”. Un’affermazione forte che pure ha trovato ampio sostegno da parte dei colleghi (in tanti hanno condannato l’accaduto), oltre a convincere la stessa organizzazione ciclistica mondiale a provare almeno a fare qualcosa per evitare in futuro che possano ripetersi simili situazioni di pericolo.

Proprio van der Poel un anno fa, sempre alla Roubaix, rischiò grosso quando una spettatrice tirò in modo assolutamente insensato un cappellino sulla sua ruota, chiaramente allo scopo di farlo cadere (andò bene, ma se ne parlò a lungo e a sua volta colei che si rese protagonista del gesto venne identificata, anche se riuscì a cavarsela con una reprimenda poiché era un po’ alterata dai fumi dell’alcol…).

Il corridore dell’Alpecin all’epoca preferì non commentare l’accaduto, stavolta invece c’è andato giù duro già nel dopo gara, e forse questo può aver convinto lo spettatore a costituirsi senza che fosse la polizia ad andare a cercarlo nella propria residenza.

I precedenti nel ciclocross e il problema sicurezza

Van der Poel ha spiegato che la borraccia era piena, quindi pesante, e il colpo mi ha fatto male: se mi avesse preso sul naso, certamente me lo avrebbe potuto rompere”. Lo stesso corridore dell’Alpecin ha spiegato anche di essere stato vittima di alcuni spruzzi di birra lanciati da qualche buontempone (ma neanche troppo) presente a bordo strada durante la corsa.

Qualcosa che era già successo nel corso di alcuni appuntamenti invernali nel ciclocross (soprattutto in alcuni circuiti serali belgi, dove di birra ne scorre a fiumi), quando però s’era parlato soprattutto di alcuni tifosi decisamente maleducati che arrivarono a sputare a quello che, forse per via della netta superiorità mostrata anche nel fango rispetto alla concorrenza, viene additato come una sorta di “attentatore” dello spettacolo e della competizione. Nulla che possa però giustificare gesti idioti e senza alcun ritegno.

Cosa rischia lo spettatore: accuse di aggressione e lesioni intenzionali

Intanto lo spettatore che ha lanciato la borraccia si è costituito nel distretto di Mira, e la sua deposizione verrà utilizzata come prova nel processo che scaturirà dopo la denuncia presentata dall’Alpecin nelle sedi competenti. Nei suoi confronti con ogni probabilità verrà mossa un’accusa di aggressione e lesioni intenzionali: se la caverà quasi sicuramente con una multa o con una pena sospesa, ma intanto quanto accaduto ha rimesso nuovamente sotto la lente il problema della sicurezza, che spesso sfocia anche in gesti plateali sopra le righe.

Come se la Roubaix non fosse già pericolosa di suo, viste le tante cadute (Moro e Ballerini sono stati sottoposti a interventi chirurgici per ridurre le rispettive fratture) e le tante forature che hanno condizionato la gara di tanti corridori, vedi Filippo Ganna che è stato costretto a inseguire per tutta la giornata proprio per via di problemi meccanici, chiudendo al 13esimo posto. “Sul pavé quello che ero sono rimasto, anche se ho svolto un lavoro un po’ più specifico e con maggiore consapevolezza. Ho fatto quello che dovevo fare, poi però le pietre hanno deciso diversamente, e questo fa parte del gioco”.

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