“Su le mani dai divani, su le mani per Anzani“, amava ripetere ‘Lucky’ Lucchetta durante le telecronache della Nazionale azzurra di volley. Era una sorta di slogan, chiamiamolo pure tormentone, che accompagnava i punti messi a segno dal centralone di Como. Una sequenza che, magari, potremo riascoltare presto, durante i match di Superlega. Simone Anzani, infatti, è tornato a giocare dopo lo stop forzato a causa di alcuni problemi cardiaci.
- Anzani, il ritorno in Superlega contro Piacenza
- La ripartenza da Modena dopo i problemi di cuore
- Alle Olimpiadi da lontano: "Sentivo i miei compagni"
- Anzani e la partita d'addio alla Nazionale azzurra
Anzani, il ritorno in Superlega contro Piacenza
Nel primo turno di campionato Anzani è entrato in campo nel terzo set con la sua Modena contro Piacenza e ha giocato due frazioni da titolare. Una bella sensazione, dopo i patemi vissuti nei mesi scorsi, quando a causa di un’anomalia riscontrata dall’apparecchio impiantato sotto il petto fu presa la decisione di fermarsi per nuovi controlli. In estate era stato anche operato, ragione per cui ha dovuto rinunciare all’Olimpiade di Parigi con la Nazionale di Fefé De Giorgi.
La ripartenza da Modena dopo i problemi di cuore
Dopo aver riassaggiato il campo, Anzani ha concesso una lunga e significativa intervista a Luca Muzzioli di Volleyball.it in cui ha toccato anche e soprattutto l’argomento Nazionale. “La botta è stata grossa, ho lavorato quattro anni per questa Olimpiade, era il mio ‘last dance’, il mio ultimo saluto alla maglia azzurra”, ha spiegato. “Dopo tanti anni, con la nascita della seconda bambina, era arrivato il momento di cambiare la mia estate, ma quel fulmine a ciel sereno mi ha spezzato le gambe in due”.
Alle Olimpiadi da lontano: “Sentivo i miei compagni”
L’Italia ha fatto a meno di Anzani e ha mancato il podio per un soffio, chiudendo al quarto posto a Parigi: “Ho dovuro accettarlo, ora sto bene, ho sostenuto i miei compagni, i miei amici da lontano, ero in costante rapporto tra chiamate, messaggi e videochiamate. Ci sentivamo spesso, ci confrontavamo, mi sono sentito anche un po’ partecipe, anche se la partecipazione sarebbe stata diversa. Però ho dovuto accettarlo”.
Anzani e la partita d’addio alla Nazionale azzurra
Un solo rimpianto per il centrale di Modena: “Oltre all’aspetto tecnico, il mio ruolo era anche gestionale: nello spogliatoio, nel rapporto con lo staff, ero il più vecchio del gruppo. Facevo un po’ da collante. Il mio rammarico più grande è stato non chiedere di andare con loro come esterno“. Per non averne un altro, si potrebbe organizzare una partita d’addio all’azzurro, anche se il diretto interessato frena: “Sarebbe bello concludere questa avventura azzurra con una partita di saluto, ma con quello che è successo non lo so“.