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Sinner caso doping, il retroscena di Roddick sul processo poi la previsione choc: “Squalifica di sei mesi”

L’ex tennista statunitense analizza il caso doping che riguarda Jannik Sinner nel corso del suo podcast e prova a fare una previsione sulla decisione finale del Tas di Losanna

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Il caso doping che riguarda Jannik Sinner sta attirando le attenzioni di tutto il mondo del tennis. La decisione della Wada di presentare appello alla sentenza di assoluzione ha fatto molto discutere e ora sulla vicenda torna anche l’ex campione statunitense Andy Roddick nel corso del suo podcast “Served with Andy Roddick”.

La rivelazione sul tribunale ITIA

Andy Roddick ha seguito la vicenda di Jannik Sinner e il suo caso doping molto da vicino, cercando di raccontarne tutti i passaggi. Da parte sua non c’è mai stata una presa di posizione ma una semplice analisi dei fatti a cominciare dal buon senso che avrebbe dovuto ispirare tanti che si sono approcciati al caso e anche nell’ultimo episodio del suo podcast non abbandona questa linea: “Due delle tre persone che hanno giudicato il caso di Sinner e che facevano parte del tribunale indipendente dell’ITIA non sapevano che si trattava del tennista italiano. Stavano trattando il caso sulle loro opinioni sul tema di responsabilità e negligenza ma senza sapere il nome di chi era coinvolto. Io penso che se Jannik Sinner fosse stato consapevole di assumere una sostanza proibita che non gli dava neanche nessun beneficio sul piano delle prestazioni, mettendo a rischio una carriera da Hall of Fame sarebbe il peggior e più stupido “dopato” della storia. Non credo che avrebbe mai messo a repentaglio la sua carriera per questo”.

Roddick e la squalifica: “Potrebbero essere sei mesi”

Roddick analizza il caso mettendo in evidenza che a disposizione degli atleti ci sono 48 ore per presentare una propria versione dei fatti dopo che hanno ricevuto la notifica, ma lo statunitense si lancia anche in una previsione di quello che potrebbe avvenire al Tas di Losanna: “Sinner non ha ricevuto nessun trattamento speciale. Ci sono 48 ore dopo la notifica del risultato positivo a un test, in cui un atleta ha la possibilità di presentare una propria versione degli eventi. Se l’avessero già sospeso non avrei detto nulla, noi tutti sappiamo di avere responsabilità sul nostro team e sulle persone che ci sono intorno. Ma ha fatto tutto quello che doveva fare nel corso di quelle 48 ore, è riuscito a muoversi molto velocemente e in modo organizzato. La mia è solo una speculazione ma credo che nonostante la richiesta minima di un anno alla fine si finirà con una sanzione di 6 mesi, che è in linea con un caso del genere ma sarebbe comunque una contraddizione rispetto alle regole delle 48 ore. A questo punto però sarei sorpreso se non ci fosse nessuna sospensione”.

Sinner: oggi la finale a Pechino con Alcaraz

Per Sinner però è il momento di mettere da parte tutte le polemiche extracampo e concentrarsi unicamente sul tennis. L’azzurro scende infatti nuovamente in campo per una finale, la settima della sua stagione, che lo vedrà opposto al grande rivale e amico Carlos Alcaraz. Dopo aver battuto il cinese Bu, per Jannik c’è la possibilità di conquistare il torneo di Pechino per la seconda volta consecutiva.

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