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Sinner, Panatta: “Medvedev e Serena Williams si sbagliano, questa la dote migliore di Jannik”

In una lunga e interessante intervista rilasciata a "Oggi", Adriano Panatta ha parlato in maniera approfondita, e come al solito originale, di Jannik Sinner

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Matteo Morace

Matteo Morace

Live Sport Specialist

La multimedialità quale approccio personale e professionale. Ama raccontare lo sport focalizzando ogni attenzione sul tempo reale: la verità della dirette non sono opinioni ma fatti

Lunga intervista rilasciata da Adriano Panatta al settimanale “Oggi” dove l’ex n°4 al mondo ha parlato approfonditamente di Jannik Sinner, rivelando quella che secondo lui è la sua dote migliore, facendo un paragone tra se stesso e l’attuale n°2 ATP e riservando, come sempre, parole al miele nei confronti del fenomeno altoatesino.

Sinnermania, esempio per i giovani e l’appello di Panata ai media

Che Sinner faccia bene al tennis, allo sport e ai più giovani non è certo una novità e anche Adriano Panatta ha voluto dire la sua a riguardo, elogiando come sempre l’attuale n°2 ATP: “È un ottimo esempio per i più piccoli, si fa voler bene, è praticamente perfetto. Dobbiamo però prestare attenzione perché alla lunga la perfezione può annoiare. Uno che non vuole essere santificato è proprio lui. Parlo ai media quando dico che bisogna stare attenti, non abbassiamoci parlando di qualsiasi cosa inutile lo riguardi”.

“La semifinale di Montecarlo tra Sinner e Tsitsipas ha avuto più spettatori della Serie A. Ormai se la gente mi incrocia per strada al posto di dirmi ‘Ciao Adriano, come stai?’ mi chiedono: ‘È più forte Sinner o Alcaraz?’. Ad alcuni puristi non piace il fatto che ora anche chi non ha conoscenze approfondite di tennis parli, ma a me non infastidisce affatto. Non scherziamo. L’interesse fa solo che bene, ne possono parlare tutti. Piuttosto mi da fastidio il continuo calcolo dei punti del ranking per capire quando e se Sinner diventerà numero uno del mondo. Per chi ha giocato non contano nulla questi calcoli. Non li fa Jannik, perché gli altri devono tormentarlo?”.

Le “castronate” di Medvedev e Serena Williams

Nel corso dell’intervista Panatta è tornato anche sulle affermazioni rilasciate non molto tempo fa da Daniil Medvedev e Serena Williams “Medvedev si è detto impressionato dai progressi al servizio di Sinner perché è il colpo più difficile da migliorare? Quella di Medvedev è una castronata. Il servizio è il più facile da migliorare perché lo fai da fermo, servi quando vuoi tu, il movimento lo fai tu. Non bisogna adattarsi al colpo dell’avversario. È questione di biomeccanica. Serena Williams ha detto che vorrebbe avere il dritto di Sinner, ma è il rovescio il colpo migliore di Jannik. È vero che il dritto sorprende perché riesce a tirare certe spazzolate a 180 Km/h e fa impressione, ma osservate le risposte di rovescio, non commette mai errori da fondo campo, è questo che fa la differenza e che fa volume”.

Paragone Panatta-Sinner

Spazio anche per un paragone tra i due fenomeni azzurri della racchetta: ”Anche io ero riservato, le copertine di gossip le subivo. Io ero discreto, i miei genitori non li ho mai messi in mezzo e anche io mi allenavo anche io. Io playboy? È più la nomea, fidatevi. Alcuni flirt sono stati inventati. Possiamo dire che ero caruccio e che le mie bischerate le ho fatte. Ma mi sono sposato giovane a 25 anni. Del mio primo matrimonio e dei miei tre figli Niccolò, Alessandro e Rubina non avete mai sentito parlare perché sono stato molto attento a proteggerli. Anche io, come Jannik, amo la discrezione. Io, però, ero più fumantino. Lui non cede alle provocazioni, come successo contro Rune. Io al posto di Jannik lo avrei mandato a quel paese immediatamente, come facevo con Nastase. Ma veniamo da due pararreli diversi, io del Flaminio e lui di San Candido. Ma non penso assolutamente che lui sia un freddo altoatesino”.

Il punto di forza di Jannik

Panatta individua in Jannik una qualità fondamentale, troppo spesso tralasciata quando si parla di lui: “Sinner è un ragazzo posato con le idee chiarissime. Tutto questo è dovuto a una preparazione mirata, da un team di alto livello, da un apprendimento rapido, sia tecnico sia mentale. Lui è una spugna. E questo significa che ha una grandissima intelligenza, anche se nessuno lo dice mai. Si parla spesso del fatto che ha lasciato casa a 14 anni, dei suoi sacrifici, ma quelli li fanno tutti. Jannik è diverso perché è molto intelligente, è la sua dote migliore”.

Sulle Olimpiadi

Uno dei tornei più attesi da Sinner e dagli appassionati della racchetta sono senza dubbio le Olimpiadi in programma a Parigi quest’estate, un torneo che Panata non ha mai potuto disputare non essendo presente quando era in attività: “Anche io avrei voluto giocare le olimpiadi. Però c’è un discorso da fare. Il torneo di Parigi 2024 avrà un tabellone di 64 giocatori con match al meglio dei tre set. Così non funziona. Se vogliamo trattare le Olimpiadi come un quinto Slam ogni 4 anni, allora dovrebbero giocarlo 128 giocatori al meglio dei cinque set, come si fa negli Slam”.

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