C’è qualcosa di magico nel derby di Roma. Da sempre. Chiunque lo vinca, chiunque ci metta la firma. chiunque lo decida. Non poteva essere altrimenti. A compiere la magia stavolta è stato Matias Soulè. Un segno del destino, comunque lo si voglia vedere quel gol del pari, per come è arrivato, per quello che è stato prima e dopo.
Succede che a una ventina di minuti dalla fine con la Lazio avanti 1-0 la Roma continui a sbattere contro la ben organizzata difesa biancoceleste. Serve una giocata, un colpo da campione per far pareggia “la Magica” come i tifosi giallorossi chiamano la Roma. Ma Dybala è infortunato, comunque in panca per stare vicino alla squadra.
Ed è proprio quando la striscia di Ranieri, in campionato e nelle stracittadine, è in bilico arriva il sinistro magico. Non può essere quello di Paulo per forza di cose. Ma ci assomiglia molto. Lui è Matias Soulè. Come Paulo arriva dalla Juventus, come lui è argentino, come lui è dotato di inventiva e di un gran sinistro.

Ecco quindi che Matias dà inizio all’azione allargando per Saelemaekers ed è sempre lui che si fionda sulla palla messa al limite dell’area: ci crede, sente che è il momento giusto, tanto da rubare il tempo anche a Konè che stava andando su quella palla. Ma lui lo anticipa e decide di tirare di prima intenzione. Eccola la magia, anzi, la parabola magica che, forte, sbatte contro la traversa per poi cadere a ridosso della linea di porta.
L’Olimpico ammutolisce per un attimo ed è qui che risuona il campanello della gol line tecnology, l’arbitro Sozza che convalida il gol, lo stadio giallorosso che esplode così come Matias che corre all’impazzata verso la panchina. Abbraccia tutti ma uno in particolare. E’ lui, è Paulo Dybala, è come se gli avesse trasmesso i “poteri”. In una parola sola “Joya” pura!