Alla fine “il derby degli sceicchi” lo vince il Manchester City di Pep Guardiola, che all’Etihad battte il Psg riprendendosi quel che ha perso all’andata, al Parc des Princes e impartendo una lezione almeno dal punto di vista del gioco.
Il risultato, insomma, mente: perché è vero che chi legge le fredde statistiche può pensare che nel primo tempo non sia accaduto nulla, ma il palo di Ilkay Gundogan e le occasioni capitate sui piedi di Riyad Mahrez non dicono che sì, i Citizens avrebbero potuto chiudere la prima frazione almeno sull’1-0.
C’è un’immagine chiave dei 45′ dell’Etihad: un tunnel di Lionel Messi a centrocampo. Piena e fedele riconciliazione col mondo.
Come sempre, nel calcio, però, se non segni subisci: al 50′ è Kylian Mbappé a sbloccare il match, raccogliendo un pallone in area e battendo Ederson con un destro velenoso e teso.
La sfida si accende e il City cresce: se c’è un uomo che in queste gare sa far male, quello è Raheem Sterling che sfrutta la sua agilità e, dopo aver battuto in spaccata Keylor Navas (anche oggi preferito a Gianluigi Donnarumma), pareggia i conti. E’ 1-1 al 63′.
Passano poco più di 13 minuti e il PSG si sgretola: Bernardo Silva serve Gabriel Jesus che con il destro batte Navas e segna uno di quei gol che ti fa pensare a quanto avrebbe potuto dare a questo sport senza i tanti guai fisici e una buona dose di incoerenza calcistica.
Il finale è di marca Citizen, con i parigini che provano a far male più con azioni personali che altro: alla fine a spuntarla è Pep Guardiola, che batte Mauricio Pochettino e che conquista aritmeticamente la vetta del Gruppo A di Champions League.