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Squadra lascia il campo per razzismo: c'è la sconfitta a tavolino

Il Giudice Sportivo non fa sconti al Polisportiva Tribano (Seconda categoria padovana), che negli scorsi giorni aveva lasciato il campo per un episodio di razzismo.

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Squadra lascia il campo per razzismo: c'è la sconfitta a tavolino Fonte: Getty Images

Al 50′, sul punteggio di 3-3, Moussa Dhiedhiou non ha resistito: dopo l’ennesimo insulto razzista lui e la sua squadra hanno abbandonato il campo, spezzando la gara tra Atletico Granze e Polisportiva Tribano.

Siamo in Seconda Categoria, a Padova: proprio mentre esce dal terreno di gioco, il Tribano lancia un messaggio chiaro, forte, sperando venga recepito positivamente.

“La partita stava finendo, avevo la palla: poi l’ho persa e l’arbitro mi ha fischiato un fallo. A quel punto un tifoso mi ha insultato dalla tribuna. Hanno sentito tutti”, ha raccontato a “Il Gazzettino” negli scorsi giorni.

Dhiedhiou ha un passato particolare: ha attraversato il Mediterraneo come in molti “viaggi della speranza”, arrivando a Lampedusa su un barcone nel 2017. Lui, origini senegalesi, ha affrontato la vita come affronta una partita: con coraggio e determinazione.

“Questo non è calcio: il calcio non riguarda se sei nero, bianco o blu. Gli avversari non hanno colpe: l’unico responsabile è il tifoso che ha fatto quel gesto”, ha aggiunto.

Dopo l’accaduto, il timore di una sconfitta a tavolino è diventato sempre più grande, assumendo i contorni di una vera e propria beffa.

“La sconfitta a tavolino sarebbe un’ingiustizia. L’arbitro avrebbe dovuto sospenderla per insulti razzisti”, aveva affermato sempre a “Il Gazzettino”.

Nella giornata di ieri è arrivato il comunicato del Giudice Sportivo che ha fatto chiarezza sull’accaduto: e dato una risposta ai dubbi relativi al regolamento.

“Uno spettatore identificato come tifoso del Granze ha commentato un intervento falloso del giocatore Diedhou Moussa del Tribano con un epiteto di stampo razzista, il verso della scimmia, inequivocabilmente riferito al colore della sua pelle”, cita la nota.

“La decisione della Polisportiva Tribano di abbandonare il terreno di gioco a seguito del volgare commento di stampo razzista proveniente da un sostenitore del Granze, se può essere compreso dal punto di vista etico per la particolare aberrazione insita nel verso della scimmia (che rivela ignoranza della storia e totale mancanza del senso di umanità), non può però essere giustificato dal punto di vista della giustizia sportiva”, prosegue.

“Il Giudice Sportivo, sulla base delle norme vigenti, in particolare l’artt. 10 del C.G.S. che disciplina il caso della società che ha reso impossibile la prosecuzione della gara, è tenuto a sanzionare l’abbandono del campo da parte della società ospite con la sconfitta a tavolino per 3-0, anche se una tale decisione viene adottata con personale dispiacere da parte dell’Organo giudicante che esprime solidarietà al giocatore vittima del comportamento discriminatorio”.

Questo, dunque, parte del comunicato del Giudice Sportivo, che comunque precisa che resta da valutare “la responsabilità della società Atletico Granze per il comportamento del proprio sostenitore” (alla voce “Comportamenti discriminatori). Epilogo? Una gara a porte chiuse, con sanzione sospesa per un anno dalla pubblicazione del comunicato ufficiale. Un episodio e una decisione che hanno già fatto discutere.

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