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Stefano Tacconi all'Allianz Stadium per Juve-Napoli dopo l'aneurisma: "Mi hanno vietato il fumo e non bevo più"

L'ex portiere della Juventus e della Nazionale, colpito da aneurisma cerebrale, ha confessato il suo nuovo stile di vita e che cosa fa oggi dopo la grande paura del 2022

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Suo figlio Andrea aveva capito subito che non era un malessere come gli altri. Suo padre, Stefano Tacconi, quella mattina si era svegliato con un mal di testa insistente ma a quell’evento non voleva mancare perché in quella fase la sua presenza, e il rispetto delle implicazioni derivanti dalla parola data, avrebbero motliplicato di significati la sua partecipazione.

Invece da quel giorno tutto è cambiato. Le certezze sono rimaste: Laura, i suoi figli, la Juventus e anche la sua inattaccabile coerenza.

Stefano Tacconi all’Allianz Stadium per Juve-Napoli

Sabato sarà all’Allianz Stadium con la moglie Laura e i figli Andrea e Alberto per il big match tra la sua Juventus e il Napoli di Antonio Conte, quel suo compagno a Torino durante gli anni di una militanza assoluta, quasi sentimentale.

Per Tacconi e i suoi tifosi, sempre presenti e affettuosi, oltre la drammatica malattia che l’ha colpito e messo alla prova sarà il grande ritorno dell’ex portiere allo stadio dopo l’aneurisma cerebrale che lo ha segnato nell’aprile 2022. La paura, la corsa al pronto soccorso, gli interventi, la paura e il lungo percorso di riabilitazione che l’ha condotto anche in Puglia.

Un libro per lasciare un segno

Una parte, quella che si può e si deve raccontare, è stata accolta in un libro : “L’arte di parare. Trovare il coraggio per fronteggiare i tiri della vita”, firmato Stefano Tacconi.

La presentazione del volume, che attraversa anche le sensazioni che mai si vorrebbero conoscere nella propria vita, avverrà al Festival di Trento, ormai imminente.

Tacconi oggi ha superato la fase critica, quella che aveva messo a repentaglio la sua vita. Ha subito interventi, riabilitazione, ha imparato di nuovo a parlare. A mangiare, a muovere i primi passi.

“Mi sento fortunato perché posso raccontarlo – dichiara in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport ricordando quanto patito da due anni a questo parte -. Non mi ricordo tutto, ma so di aver fatto passare un bello spavento alla mia famiglia. E ho scoperto il significato della parola paura, sensazione mai provata. Sinceramente non mi è ancora passata del tutto. Le cose vanno meglio e sono in ripresa, ma ho visto persone che hanno avuto il mio problema incorrere in ricadute”.

Fonte: IPA

Stefano Tacconi con la sua famiglia

No fumo e alcol

Il suo tratto di strada, da quando è accaduto quel giorno di due anni fa, è stato modificato dalla comprensione che abitudini, stile di vita e altri aspetti del suo quotidiano andavano modificati.

“Per questo ho capito che non posso fare più il fighetto come una volta. Mi hanno tolto il fumo e il bere, il mangiare lo decido ancora io. E mi cucino tutto da solo”. Insomma, non ha rinunciato a tutte le passioni della sua esistenza, compresa la Juventus che rivedrà allo stadio dal vivo contro il Napoli. “Sono diventato famoso come portiere, ma io sono cresciuto alla scuola alberghiera di Spoleto da ragazzo. E adesso ho rispolverato la mia vecchia passione per i fornelli”.

L’amore per la Juventus

Dopo quello che gli è successo Stefano non si sente cambiato, anzi “sono sempre io. Infatti a darmi noia è la… noia. Mi manca l’adrenalina che mi ha sempre accompagnato in tutta la vita”.

L’amore per il calcio e la sua Juventus è immutato. E quella divisa gli è rimasta cucita addosso. L’amore dei tifosi bianconeri lo ha sostenuto, retto e spronato anche se ciò non gli ha certo fatto mancare lo spirito critico che lo ha sempre accompagnato. Nei riguardi dell’era Agnelli, come dopo lo tsunami che ha travolto la società e la squadra che oggi è stata rifondata.

La sua è stata la storia di un grande amore, malgrado tutto e tutti. Di questo ragazzo, nato e cresciuto a Spoleto, con un talento enorme si erano accorti i primi osservatori. Poi dall’Inter, primo grande club che lo aveva apprezzato, era passato all’Avellino e fu un trampolino di lancio assoluto, quasi paradossale.

Grande rivale ma anche amico di Walter Zenga, del quale è stato il dodicesimo nella Nazionale di Vicini anche ai Mondiali del 1990, dopo essere esploso proprio in Irpinia ha raccolto l’eredità di Dino Zoff nella Juventus, vincendo tutto con i bianconeri.

Unione perfetta, sotto ogni punto di vista, con quella maglia vince tutto pure da capitano, ma non tace mai neanche quando il prezzo da pagare sarebbe altissimo. Dopo le polemiche con Gigi Maifredi, perde il posto da titolare e nella sua ultima stagione a Torino, con Trapattoni in panchina, fa da chioccia all’emergente Angelo Peruzzi.

Come ogni grande amore che si chiude con qualche rammarico e rimpianto di troppo, Tacconi si è congedato con il Genoa, tornando poi in campo per vincere fra i Dilettanti superati i 50 anni.

Dal calcio alla malattia

Dopo aver chiuso la sua carriera da portiere, Tacconi è stato tanto, ciò che non riusciva forse a essere durante gli anni di completa dedizione al calcio. Tenta anche la carriera politica, e in televisione lo si vede come attore, opinionista sportivo e nel reality show ‘L’Isola dei famosi’. Spesso è ospite dei salotti e dei talk televisivi, anche con sua moglie Laura Speranza, ex modella che gli è accanto da tempo immemore ed è madre dei suoi quattro figli.

Non che il tempo lo abbia reso meno incisivo, meno tagliente nelle sue esternazioni sul mondo del pallone e dintorni. Ha pagato tutto, certo. E si è dedicato alle altre passioni: il vino, ad esempio, e la cucina.

Stefano Tacconi, come sta oggi

Quello stesso tratto che lo ha convinto, adesso che il peggio sembra superato, ad analizzare con maggiore profondità quanto accaduto lanciando un messaggio nei riguardi di quanti lo seguono con immutata stima:

“Quando ho smesso di giocare non ho più messo piede in palestra. Tornassi indietro, non staccherei del tutto. L’ho capito in questi mesi di riabilitazione: se negli ultimi anni avessi praticato più sport, adesso faticherei di meno”.

Tacconi nel 2022 ha fissato una data sul calendario, obbligato quel che si rivelò essere una ischemia cerebrale: dopo 11 mesi trascorsi presso l’ospedale di Alessandria tra interventi e riabilitazione in una apposita struttura, fu trasferito all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo dove si sottopose all’iter riabilitativo, per poi venire dimesso nell’ottobre 2023. Con lui ci sono sempre stati sua moglie Laura e i suoi figli.

Stefano Tacconi all'Allianz Stadium per Juve-Napoli dopo l'aneurisma: "Mi hanno vietato il fumo e non bevo più" Fonte: IPA

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