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Stefano Tacconi ottiene una casa popolare a Milano, la ricostruzione del nuovo corso per l'ex portiere Juventus e Nazionale

L'ex portiere della Juve e della Nazionale ha ottenuto un alloggio dopo l'aneurisma e aver vinto il bando a cui aveva risposto sua moglie Laura Speranza: la ricostruzione

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Non sempre ha intrapreso la via più ovvia, semplice per arrivare all’obiettivo. E il suo essere un personaggio scomodo, dentro e fuori il rettangolo di gioco, lo ha reso inimitabile. Stefano Tacconi, nella sapiente arte di parare, si è misurato con ciò che ciascuno spera di evitare nella propria esistenza: conflitti, l’oblio dopo la gloria e addirittura l’idolatria, la malattia. Ma ha scelto di esistere, non di sopravvivere.

Oltre la Juventus, il calcio e quel che la vita ha riservato a un essere umano che non ha cercato mai il compiacimento altrui, ma il senso vero dei suoi giorni, con i guantoni tra i pali e poi altrove, dove ha voluto crescere. Con la medesima coerenza dimostrata negli anni belli e complicati da portiere. Oggi Tacconi è un uomo coinvolto i progetti inediti, nuovi e destinato a una casa nuova che Aler, la società che si occupa delle case popolari, gli ha assegnato dopo aver vinto un regolare bando a Milano, dopo averne già ottenuta una nei dintorni.

Stefano Tacconi, assegnata casa popolare dopo aneurisma

La sua storia, che insegna come e quanto può modificarsi l’esistenza di ciascuno dopo un aneurisma cerebrale e quanto le priorità mutino, è stata resa di dominio pubblico dal quotidiano Il Giorno che ha ricostruito quanto avvenuto a Tacconi e alla sua famiglia sul versante abitativo.

Dopo l’aneurisma e il ricovero all’ospedale di Alessandria, seguito da mesi di degenza in strutture riabilitative tra la stessa città, Milano e San Giovanni Rotondo, Tacconi ha ottenuto attraverso la moglie Laura Speranza – firmataria della domanda – una casa popolare, una casa dell’Aler, l’Azienda lombarda di edilizia residenziale controllata dalla Regione. Un immobile compatibile con le esigenze dell’ex portiere della Juventus e della Nazionale e che li possa ospitare.

La moglie dell’ex portiere si occupa della pratica burocratica, come la domanda per una casa popolare che viene assegnata a Tacconi tramite bando Aler nel luglio del 2023, a Cusago, nell’hinterland e utilizzata come base d’appoggio per le terapie al Don Gnocchi di Milano, centro d’eccellenza nazionale per le cure riabilitative. Due mesi più tardi la richiesta di cambio di alloggio, che viene accordata e a novembre la famiglia Tacconi entra nella nuova casa, questa volta a Milano città.

Fonte: IPA

Stefano Tacconi con Totò Schillaci e gli Azzurri

L’assegnazione sarebbe avvenuta, quindi, dopo aver ottenuto un primo alloggio nell’hinterland milanese e lo ha potuto cambiare con un secondo, stavolta a Milano, periferia sud in tempi relativamente rapidi, rispetto a quelli solitamente denunciati in vicende spesso ai limiti e profondamente critiche.

Il bando per l’assegnazione dell’alloggio Aler

Il bando al quale ha partecipato la moglie – stando a questa ricostruzione – si è chiuso il 17 aprile 2023, la graduatoria è stata pubblicata il 5 maggio e il contratto è stato stipulato il 7 luglio dello stesso anno. Due mesi più tardi – il 7 settembre 2023 – i Tacconi chiedono il cambio e il 2 novembre firmano il contratto della nuova casa. Oggi l’ex estremo difensore continua la riabilitazione tra diversi impegni, tra cui la promozione del suo volume, infatti è autore di un libro uscito da poco, “L’arte di parare” in cui esprime i tratti distintivi del suo temperamento, del suo essere e pure le scelte contro, innegabili.

Fonte: ANSA

Tacconi e Laura Speranza nel giorno del matrimonio

Da autentico numero 1, tra i pali, ha guidato la Juventus nelle stagioni più vincenti della sua storia recente interpretando appieno lo spirito, la filosofia che Giampiero Boniperti ex giocatore ed ex presidente bianconero ha trasmesso. Tacconi ha difeso la porta tra il 1983, quando subentrò a un certo Dino Zoff, e il 1992 restando ancora oggi l’unico portiere ad aver vinto tutte le coppe europee per club: “Se non ci fossi stato io, il museo della Juve non lo avrebbero mai fatto”.

E l’ultima foto di suo figlio Andrea (che lo ha salvato negli attimi decisivi e ha evitato il peggio) accanto alla Stella nella Hall of Fame testimonia l’attaccamento viscerale, inamovibile per quei colori e quella storia che è poi sua. Nonostante quanto accaduto, poi.

Il suo allontanamento dal mondo del calcio è stato un prezzo altissimo, pur coltivando e nutrendo altre passioni – in primis la cucina e il vino – e tentando la via della politica attiva.

I requisiti riconosciuti alla famiglia Tacconi

Quanto ai requisiti, la famiglia Tacconi ha diritto alla casa popolare. Come detto, il campione bianconero ad aprile 2022 ha pure affrontato un aneurisma cerebrale, una sfida della quale avrebbe volentieri fatto a meno anche uno come lui, uno che. Una sfida che ha pregiudicato per mesi le sue condizioni di salute, costringendolo sulla sedia a rotelle, che utilizza ancora ma saltuariamente.

Ora è dedicato a tanti, troppi progetti e anche una nuova situazione su cui Laura Speranza non ha rilasciato dichiarazioni, considerato che il tempo richiesto non ammonta a pochi mesi come nel caso di Tacconi quanto un minimo di due anni fino a un massimo di 4.

Stefano Tacconi ottiene una casa popolare a Milano, la ricostruzione del nuovo corso per l'ex portiere Juventus e Nazionale Fonte: IPA

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