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Superlega, la UEFA tenta lo scacco matto: mossa a sorpresa sui diritti tv

L'UEFA si muove per contrastare la Superlega e dà vita a una joint-venture con l'ECA, che promette di cambiare il mercato su diritti tv e distribuzione dei proventi del calcio

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

L’UEFA si cautela e muove le proprie pedine sullo scacchiere del potere nel calcio continentale. L’ultima mossa del massimo organismo europeo del pallone per mettersi al riparo dalla “minaccia” Superlega emerge dalla riunione andata in scena a Milano alla presenza del board dell’ECA, l’European Club Association, e riguarda i diritti tv.

Superlega, l’UEFA corre ai ripari

Con l’ombra della Superlega che incombe concretamente sul mondo del calcio europeo, come si legge su Calcio&Finanza, l’UEFA si cautela rinsaldando il rapporto già forte con l’ECA, avviando una nuova joint-venture per la gestione condivisa dei diritti televisivi e la distribuzione dei proventi derivati dalle competizioni per club a livello continentale: dalla Champions League, all’Europa Conference League, passando per l’Europa League.

Una nuova joint-venture sui diritti tv

Come riportato dall’agenzia Radiocor, le decisioni prese dal board dell’ECA presieduto dal presidente del Paris Saint-Germain, Nasser Al-Khelaifi, condurranno, nel prossimo futuro, verso una revisione consistente del mercato di riferimento. In tal senso, l’istituzione della nuova joint-venture, con sede in Svizzera e CEO indipendente scelto di comune accordo da UEFA ed ECA, permetterebbe di coinvolgere maggiormente i club nell’assegnazione dei diritti televisivi.

ECA a supporto dell’UEFA

Sull’incontro, l’amministratore delegato dell’Inter e rappresentante per i club italiani in ECA, Alessandro Antonello, ha commentato:

L’ECA gioca un ruolo primario nel supportare la UEFA nella negoziazione. Si parla di circa 4,6-4,8 miliardi di euro per il prossimo ciclo. A dimostrazione che il calcio europeo attira grande interesse. Molti sponsor vogliono raggiungere questa industry. Oggi, il primo tema è la solidarietà per le popolazioni colpite dal terremoto in Turchia. Ma solidarietà è altresì nella distribuzione dei proventi, anche per i club che non partecipano alle competizioni europee. Questa, però, non vorremmo chiamarla solidarietà, ma investimento per il calcio.

Verso un calcio più inclusivo

Infine, Antonello rivela come l’ECA stia spingendo per allargare il numero di squadre coinvolte, tendendo una mano verso le competizioni minori e il calcio femminile:

Essere qui a Milano con l’ECA, il board e discutere di temi strategici per il calcio europeo dei prossimi anni è fondamentale anche per il calcio italiano. L’intenzione è di allargare la membership dell’ECA che, a ben vedere, è l’unica vera associazione dei club che rappresenta gli interessi delle società all’interno del calcio mondiale. L’obiettivo? Avere un’associazione che sia il più allargata e democratica possibile.

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