Utilizzando una terminologia calcistica, seppur… superata dall’aggiornamento dei regolamenti internazionali, la partita tra la Superlega e l’Uefa, dal cui esito finale non è esagerato sostenere che dipenderanno le sorti del calcio mondiale, vede al momento una situazione di parità tra il massimo organo calcistico europeo e A22 Sports Management, il “cartello” che comprende Real Madrid, Barcellona e Juventus, le ultime tre sopravvissute al gruppo delle 12 società fondatrici del primo e clamoroso progetto di torneo alternativo alla Champions League, nell’aprile 2021. Ma vediamo di entrare nel merito.
- Superlega, il tribunale di Madrid spiazza Uefa e Fifa: la situazione
- Superlega, la delicata situazione del calcio spagnolo: Barcellona e Real Madrid tornano a sperare
- La Juventus, lo spettro delle sanzioni Uefa e l'obbligo di smarcarsi dalla Superlega
Superlega, il tribunale di Madrid spiazza Uefa e Fifa: la situazione
Due a due sono infatti i numeri delle sentenze rispettivamente andate a favore delle due parti negli ultimi 22 mesi, ma l’Uefa può contare su un “gol segnato in trasferta”, ovvero il parere contrario da parte dell’avvocato generale della Corte Europea del Lussemburgo, lo stesso ente dal quale a marzo arriverà il pronunciamento definitivo e inappellabile circa il diritto dei tre club dissidenti di organizzare tornei paralleli a quelli promossi dalla Uefa, senza il rischio di incorrere in sanzioni.
Intanto, però, per fermarsi alla stretta attualità, l’ultimo parere in ordine cronologico è quello pronunciato dall’Audiencia Provincial di Madrid, che il 31 gennaio ha ribaltato il verdetto del Tribunale Mercantile numero 17 della capitale spagnola, accogliendo quindi l’appello di A22 Sports e asserendo il diritto ad esistere della Superlega, senza che i club che ne fanno parte possano incorrere in sanzioni da parte di Uefa e Fifa, sul cui presunto monopolio si pronuncerà appunto in via definitiva la Corte Europea tra poche settimane.
Superlega, la delicata situazione del calcio spagnolo: Barcellona e Real Madrid tornano a sperare
Insomma, per il momento vince il diritto alla libera concorrenza commerciale, dal momento che, come si legge nella sentenza, “FIFA e UEFA non possono giustificare il loro comportamento anticoncorrenziale come se fossero gli unici depositari di certi valori europei”. I massimi enti calcistici europeo e mondiale sono quindi al momento inibibiti anche dalla possibilità di effettuare dichiarazioni volte ad impedire o ostacolare la preparazione o lo sviluppo della Superlega.
Cosa comporterà tutto questo nello specifico e nell’immediato? Nulla di sostanziale a livello pratico, almeno in Italia, dal momento che le istituzioni calcistiche nostrane hanno già fatto sapere di voler aspettare il verdetto della Corte Europea.
Situazione diversa in Spagna, dove Barcellona e Real Madrid incassano un altro punto a proprio favore dopo quello, cruciale, dello scorso ottobre, quando fu mantenuto l’emendamento nella Legge dello Sport spagnola che garantisce una sorta di “impunità” ai giocatori che si trovassero a giocare per la Superlega. Insomma, le due grandi di Spagna continueranno a lavorare sottotraccia, almeno fino al verdetto della corte UE, con rinnovata fiducia e immutata determinazione, come anticipato da Bernd Reichart , CEO di A22, dopo la sentenza dell’Audiencia “Accogliamo con favore il fatto che questa decisione del tribunale consenta ad A22 di continuare liberamente il progetto di creare una nuova ed entusiasmante competizione calcistica europea, pertanto, continueremo a impegnarci con le parti interessate del calcio in un ambiente nuovo e più appropriato”.
La Juventus, lo spettro delle sanzioni Uefa e l’obbligo di smarcarsi dalla Superlega
In tutto questo si inserisce però la delicata situazione della Juventus. Il delicatissimo momento attraversato dal club bianconero passa infatti e passerà anche da quello che sarà il destino definitivo della Superlega. Tra le carte del ricorso da depositare presso il Collegio di Garanzia del Coni contro i 15 punti di penalizzazione inflitti alla squadra nel processo plusvalenze e in attesa di sapere se la società subirà altri processi sportivi per la manovra stipendi e le cosiddette “partnership opache”, infatti, l’ombra lunga e inquietante delle possibili sanzioni dell’Uefa non lascia infatti tranquilli tifosi e dirigenti juventini.
Da Nyon sono arrivati messaggi trasversali, ma piuttosto chiari, circa l’attesa di una chiara discontinuità da parte del nuovo management della Juve rispetto alla gestione Agnelli, come noto fautore della Superlega insieme ai colleghi Florentino Perez e Joan Laporta. Solo in questo caso si allontanerebbe il rischio della scure di Nyon, legato al possibile annullamento del settlement agreement per il mancato rispetto del Fair Play finanzario, che potrebbe essere spazzato via dalle pesanti sentenze della giustizia sportiva italiana, qualora queste venissero confermate.
La sentenza del tribunale di Madrid mette quindi ulteriore pressione anche alla Juventus, che almeno per il momento non potrà permettersi di seguire le eventuali nuove mosse dei Blancos.