La nuova vita di Stefano Tacconi dopo la parata più importante e decisiva della sua vita. Già, l’ex numero della Juventus è rinato in seguito all’ischemia che lo ha colpito nell’aprile 2022 e alla lunga riabilitazione cui è stato costretto a sottoporsi. Ospite di Verissimo, negli studi di Canale 5, Tacconi si è presentato senza stampelle. “Le ho buttate via 15 giorni fa”.
- Ritorno alla normalità: come sta ora Tacconi dopo l'ischemia
- Il Natale speciale di Tacconi e la nuova possibile operazione
- L'importanza della Juventus nel recupero di Tacconi: ecco perché
Ritorno alla normalità: come sta ora Tacconi dopo l’ischemia
Ai microfoni di Canale 5 Tacconi ha raccontato tutto della sua nuova vita. E della decisione di “mollare carrozzina e stampelle. È successo 15 giorni fa – dice a Silvia Toffanin -.Perché sono testone e testardo. Il recupero sta andando bene, ora cammino”. Al bando i vizi. “Sì, adesso non fumo e non bevo più. La riabilitazione fa male, ma combatto e faccio tanto sport”.
Delle avvisaglie c’erano già state, prima che tutto il mondo dello sport iniziasse a fare il tifo per lui. “Dovevo essere io il dottore di me stesso. Avevo tirato un po’ troppo la corda. Però la corda siamo riusciti a scioglierla ed è andata bene”.
Il Natale speciale di Tacconi e la nuova possibile operazione
Il peggio è ormai alle spalle e Tacconi ha potuto trascorrere un Natale sereno insieme alla sua famiglia, che gli è rimasto sempre accanto. “È stato un bel Natale, con tutta la famiglia siamo stati ospiti di un amico in un ristorante molto carino. Mia moglie e mio figlio Andrea sono i miei badanti”. Tutto procede per il meglio e all’orizzonte potrebbe esserci una nuova operazione. “Sto meglio, ma non è ancora la vita di prima: una gamba non mi funziona bene. Forse a febbraio mi opererò: bisogna che si sciolga una vena chiusa in tre punti. Valuteremo con i dottori cosa è meglio fare”.
L’importanza della Juventus nel recupero di Tacconi: ecco perché
Negli Anni 80 e fino al 1992 il 66enne ex estremo difensore perugino ha collezionato in carriera più di 250 presenze con la casacca della Juventus. Che inevitabilmente gli è rimasta nel cuore, giocando anche un ruolo di primo piano nel suo recupero. “In ospedale ho riguardato le mie vecchie partite con la Juventus: un passatempo che è servito a darmi la carica. Fare il portiere è stressante, ma per fortuna sono stato spesso bravo e rivedermi tra i pali mi ha aiutato”.