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Inter, la verità su Taremi bloccato in Iran, perché il bomber non è amato dal regime

L'attaccante è in Iran, fermato dai bombardamenti con Israele. Voce forte e decisa contro la repressione della dittatura, è inviso al regime

Pubblicato:

Carmine Roca

Carmine Roca

Giornalista

Giornalista pubblicista, appassionato di calcio in tutte le sue sfaccettature, con una particolare predilezione per i campionati minori.

L’Inter è ancora in apprensione per Mehdi Taremi, bloccato in Iran a causa del conflitto con Israele, che gli ha impedito di raggiungere il ritiro nerazzurro a Los Angeles e partecipare al Mondiale del Club,ma non ha perso i contatti col giocatore, come si era ipotizzato ieri. L’attaccante, da anni, contesta il governo iraniano e la sua repressione: gesti e messaggi forti, per questo è particolarmente inviso al regime.

Taremi sta bene, l’Inter allontana la paura

Mehdi Taremi sta bene, è ancora in Iran bloccato dai bombardamenti, ma in costante contatto con l’Inter. Lo ha fatto sapere il club, allontanando immediatamente le voci circolate ieri, su una presunta interruzione delle comunicazioni tra il giocatore e la sua società.

L’attaccante non può muoversi da Teheran, non parteciperà al Mondiale per Club con l’Inter, ma non correrebbe pericolo di vita. Rientrato nel suo Paese per disputare la gara contro la Corea del Nord lo scorso 10 giugno (ha segnato un gol nel 3-0 dell’Iran, impegnato nelle qualificazioni al Mondiale del 2026), Taremi non è riuscito a imbarcarsi in tempo per raggiungere i compagni a Los Angeles, a causa dell’inizio dei bombardamenti con Israele.

Taremi, simbolo della lotta al regime iraniano

Taremi, 32 anni, all’Inter da una stagione, non è un calciatore qualsiasi per l’Iran. Ma è una delle voci più insistenti, forti e coraggiose contro il regime iraniano, in un Paese dove dissentire significa rischiare conseguenze gravi, mettere a repentaglio la propria libertà e la propria vita. Lo scorso ottobre, ricorda SportMediaset, con un messaggio su Instagram (“La mia vita è l’Iran”), l’attaccante si era schierato contro Israele.

Quando durante le proteste scoppiate in Iran, tre anni fa, perse la vita la giovane curda Mahsa Amini, uccisa dagli agenti della polizia morale iraniana per non aver indossato correttamente il velo, Taremi usò parole forti, contrastando con fermezza la repressione del regime. Stesso discorso nel gennaio del 2023, quando due manifestanti, Mohammad Mehdi Karami e Seyed Mohammad Hosseini furono impiccati. “La giustizia non si fa col cappio. Quale società troverà pace con spargimento quotidiano di sangue ed esecuzioni?”, urlò su Twitter.

Nel gennaio del 2023, sempre utilizzando i social come veicolo per indirizzare i suoi messaggi e farli arrivare a destinazione, Taremi – allora al Porto – prese le difese dei prigionieri arrestati durante le proteste dell’anno prima, chiedendo a gran voce la loro liberazione.

Il silenzio durante l’inno nazionale, le ritorsioni del regime

Messaggi duri, scelte coraggiose, come quella abbracciata durante i mondiali in Qatar, quando assieme ai compagni di nazionale si rifiutò di cantare l’inno prima della gara d’esordio contro l’Inghilterra, per protestare contro la repressione delle manifestazioni in Iran. Una decisione forte e decisa, che provocò la reazione del regime: minacciati di ritorsioni nei confronti delle loro famiglie, ai giocatori fu imposto di cantare l’inno nelle partite successive.

L’ultimo messaggio di stampo politico postato sui social risale al 15 febbraio scorso. Breve, ma potente: “Paghiamo il prezzo di un governo fallito che cerca di distrarci, ma la gente sa”. Ancora un gesto forte, a difesa del suo popolo sempre più sofferente, che lo adora e lo idolatra, per la sua fermezza nell’opporsi a un regime autoritario, facendo leva sulla sua posizione privilegiata di personaggio pubblico con valori puliti. Un simbolo per l’Iran, un pericolo per chi lo governa.

Taremi non è in pericolo, i commenti sui social

Taremi è in Iran, dunque, sta bene, ma non può muoversi dal suo Paese. Uno dei primi a scacciare via le paure dopo le notizie – risultate false – su una presunta e infondata interruzione delle comunicazioni con l’Inter, è stato il giornalista Fabrizio Biasin, con un post su “X”.

“L’Inter fa sapere che Mehdi Taremi è al sicuro e in costante contatto con il club”, ha scritto Biasin. I commenti non sono mancati, in tanti hanno tirato un forte sospiro di sollievo sapendo delle buone condizioni di salute del tesserato nerazzurro, come Gianluca_Sir (“L’unica notizia importante”), PerryGardinale (“Dai Mehdi non mollare”) o Ativan (“Mehdi resisti”).

C’è chi allarga l’orizzonte delle sue preghiere ai bambini innocenti vittime della guerra, come l’utente Internazionale, che commenta: “Capisco la preoccupazione degli interisti per Taremi, ma il mio pensiero costante è per le persone meno fortunate, soprattutto quei bambini innocenti costretti a vivere giorni terribili, fatti di paure e angoscia”.

Diversi altri hanno “tirato le orecchie” agli organi di informazione che, ieri, con una comunicazione sbagliata hanno gettato nell’angoscia i tifosi nerazzurri, mentre sempre su “X” non mancano dimostrazioni di affetto nei confronti di Taremi, come quelle di Saimondemon (“Oltre lo sport, l’umanità è un sentimento che va oltre tutto e non c’è bisogno di sottolinearlo. Forza Mehdi siamo tutti con te”) e Alessandro Fabiano Cuffaro (“La situazione di Taremi mi fa stare in pensiero per l’uomo. Forza Mehdi”).

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