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Taribo West: dai tackle brutali alla vita religiosa

Taribo West oggi è un pastore pentecostale. L'ex Inter è stato soprattutto uno dei giocatori simbolo della generazione d’oro del calcio nigeriano.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Taribo West: dai tackle brutali alla vita religiosa Fonte: Imago Images

La sua esperienza nel calcio italiano è stata per la verità più breve e sfuggente di quanto non si direbbe, eppure Taribo West è stato in grado di lasciare un segno indelebile nella storia della Serie A. Uno dei primissimi giocatori africani nel nostro Paese, specialmente ad alti livelli, un difensore dallo stile piuttosto irruento che però ha saputo segnare un’epoca. Anche per via del suo stile caratteristico e sopra le righe, una novità assoluta per l’epoca in Italia.

La sua fama è legata in particolar modo al periodo trascorso all’Inter, dove formò una storica coppia nigeriana con la promessa Nwankwo Kanu, durante gli anni difficili della prima Inter di Massimo Moratti. Ha rappresentato, poi, anche l’epoca d’oro della Nigeria in questo sport, quando sembrava che le Black Eagles fossero sul punto di affermarsi come una grande potenza del calcio globale.

Chi è Taribo West

Nato a Port Harcourt, nella zona del Delta del Niger, un importante centro petrolifero in espansione, Taribo West è cresciuto in una famiglia modesta, e fin da piccolo doveva aiutare i genitori nel lavoro e a procurarsi da mangiare. A volte aiutava la madre nella vendita dell’akara, un tipo di pasta fritta di fagioli macinati tipica della Nigeria, in altri casi andava a pescare lungo il vicino fiume Bonny.

Il calcio ha rappresentato per lui la grande occasione di svolta nella vita, permettendogli di lasciare la Nigeria per trasferirsi in Europa quando aveva solo 19 anni. Da quel momento Taribo West è diventato uno dei più noti calciatori africani al mondo, mettendosi in mostra soprattutto con le maglie dell’Inter e della nazionale nigeriana. Con quest’ultima ha preso parte a due edizioni dei Mondiali, raggiungendo gli ottavi di finale a Francia 1998.

La sua fama in Italia, a dispetto della non lunga permanenza in Serie A e dei pochi titoli vinti, è dovuta in particolare al suo stile. Non solo quello di gioco, piuttosto duro e aggressivo, ma anche quello personale. Le sue treccine colorate sono divenute immediatamente iconiche tra i tifosi, in particolare tra quelli nerazzurri, lanciando anche una piccola moda. Personaggio sopra le righe, Taribo West oggi continua a far parlare, pur avendo abbandonato il mondo del calcio.

Taribo West oggi: il suo rapporto con la religione

Dopo il ritiro, West ha abbracciato a sorpresa la vita religiosa. Infatti, è diventato un pastore pentecostale Ravalliano, una branca della religione cristiana particolarmente diffusa proprio nella sua città natale. In questa veste, ha aperto una propria chiesa nella periferia di Milano, “Shelter in the Storm” (Rifugio nella tempesta).

Secondo varie fonti, Taribo West sarebbe diventato molto religioso intorno al 1996, anche se non sono noti i motivi che l’hanno spinto a questa conversione. Leggenda vuole, però, che durante la sua permanenza all’Inter a fine anni Novanta, avrebbe cercato di convincere il suo allenatore Marcello Lippi a metterlo in campo dicendogli che Dio gli aveva parlato, specificando che doveva giocare. Una mossa che non ebbe molto successo, in realtà.

Il progetto “Shelter in the Storm”, però, ha sicuramente avuto conseguenze positive per molte persone. “Ho usato la mia chiesa mentre ero a Milano per aiutare i senzatetto e le donne nigeriane portate in Italia per diventare prostitute” ha spiegato West di recente. “Abbiamo dato loro un posto dove stare e da lì abbiamo cercato un lavoro per loro, e li abbiamo aiutati anche a procurarsi i documenti”.

Chi è Taribo West, il calciatore Fonte: Imago Images

Taribo West oggi: le iniziative benefiche

Il lavoro svolto attraverso la sua chiesa rappresenta bene la vocazione umanitaria del Taribo West di oggi, dopo la fine della sua carriera da calciatore. Ma oltre ad essa, l’ex difensore nigeriano ha dato vita anche ad altri progetti benefici, sfruttando la fama ottenuta grazie allo sport.

Ha infatti dato vita alla Taribo West Charity Foundation, un’organizzazione che lotta per aiutare i bambini nigeriani in difficoltà. Collegato a questo progetto c’è anche quello della scuola calcio creata assieme a George Weah, ex calciatore e oggi Presidente della Liberia, che West ha conosciuto di persona soprattutto durante la stagione 1999/2000, quando giocò al Milan.

Taribo West: la controversia sull’anno di nascita

I documenti ufficiali riportano che Taribo West è nato in Nigeria nel 1974, tuttavia questa data ha generato dubbi e discussioni in passato, A fine anni Novanta, la questione dei passaporti falsi teneva spesso banco nel calcio italiano, e in generale c’erano spesso sospetti che soprattutto alcuni calciatori africani denunciassero una data di nascita più recente rispetto a quella reale.

Anche West venne accusato di qualcosa di simile. Nel 2013 Zarko Zecevic, presidente del Partizan Belgrado ai tempi in cui vi giocò il difensore nigeriano (tra il 2002 e il 2004, quindi), racconto al Daily Mail che West era in realtà nato nel 1962, dodici anni prima rispetto a quanto riportato sul suo passaporto.

Lo stesso West intervenne però subito per smentire la storia, e questa vicenda non ebbe più alcun seguito. Ad oggi, resta molto improbabile l’età indicata da Zecevic, secondo cui l’ex interista avrebbe oggi 60 anni. Ciò significherebbe che Taribo West sarebbe andato avanti a giocare come professionista in Europa fino almeno a 44 anni, quando vestì la maglia degli inglesi del Plymouth nel 2005/2006. La cosa appare abbastanza improbabile, ed è quindi legittimo pensare che West sia realmente nato nel 1974.

La carriera di Taribo West

A scoprire Taribo West, verso la fine degli anni Ottanta, è stato l’osservatore nigeriano Monday Sinclair, che giovanissimo lo ha portato a giocare negli Sharks di Port Harcourt. Da qui, la carriera da calciatore di Taribo West è gradualmente decollata, a partire dai club locali: ha poi vestito le maglie di Obanta United, Enugu Rangers e Julius Berger.

La fama in Nigeria, però, è dovuta in primo luogo ai risultati ottenuti con la nazionale. Nel 1994, a soli 20 anni, Taribo West era già nel giro della prima squadra, allenata all’epoca da Shuaibu Amodu e reduce dal clamoroso ottavo di finale dei Mondiali negli Stati Uniti. Soprattutto, però, le ottime performance con la selezione giovanile gli hanno permesso di mettersi in mostra davanti ai top club europei, e così nel 1993 si è trasferito in Francia per giocare con l’Auxerre.

Quella francese è stata un’esperienza molto importante per la sua carriera. Ha lavorato agli ordini del leggendario Guy Roux, sulla panchina dell’Auxerre dal 1961 al 2000, e accanto a giocatori come Bernarde Dioméde, Sabri Lamouchi, Pascal Vahirua, Laurent Blanc e Stephane Guivarc’h. Tra il 1993 e il 1997, West all’Auxerre ha conquistato due Coppe di Francia e un campionato, affermandosi come uno dei più interessanti difensori del campionato locale.

Taribo West: la carriera nel calcio Fonte: Getty Images

L’altro grande traguardo di Taribo West che ha fatto decollare la sua carriera è stata poi la medaglia d’oro vinta con la Nigeria alle Olimpiadi di Atlanta 1996, che misero in mostra una eccezionale generazione di talenti. Su tutti c’era Nwankwo Kanu, grande promessa dell’Ajax, che quell’estate venne acquistato dall’Inter. L’arrivo di Kanu in Italia fece da apripista ad altri nigeriani in Serie A, tra cui anche il difensore, che nell’estate del 1997 raggiunse il più noto connazionale in nerazzurro.

Gli anni di Taribo West all’Inter

L’Inter lo pagò all’Auxerre 6 miliardi di lire. West si ritrovò a giocare in una squadra che mescolava giocatori di grande esperienza come Beppe Bergomi, Gianluca Pagliuca, Francesco Moriero e Ivan Zamorano, a giovani di belle speranze come Javier Zanetti, Fabio Galante e Alvaro Recoba. E poi c’erano elementi di grande qualità, come Youri Djorkaeff, Diego Simeone e, soprattutto, Ronaldo.

Con Gigi Simoni in panchina, quell’Inter sfiorò lo scudetto e conquistò una Coppa UEFA. Nella stagione successiva, però, le cose andarono male, nonostante gli arrivi di Nicola Ventola e Roberto Baggio; cambiarono diversi allenatori, e a gennaio Kanu, afflitto da problemi cardiaci, venne ceduto all’Arsenal. Il presidente Moratti decise di operare una rifondazione, e chiamò Marcello Lippi in panchina, ma le cose migliorarono di poco, nonostante la finale di Coppa Italia.

Sebbene si fosse ritrovato a giocare di nuovo accanto a Blanc, Taribo West non stabilì mai un buon rapporto con Lippi, come abbiamo visto, e finì per giocare molto poco. Così, nella sessione invernale del calciomercato 1999/2000, il difensore nigeriano lasciò l’Inter per i cugini del Milan.

Gli ultimi anni della carriera di Taribo West

Anche in rossonero vide poco il campo, e nonostante fosse stato tra i protagonisti della finale di Coppa d’Africa raggiunta dalla sua Nigeria nel 2000, West fu nuovamente ceduto, e lasciò l’Italia. Il resto della sua carriera è stato un poco fortunato girovagare, durante il quale ha giocato con Derby County, Kaiserslautern e Partizan Belgrado, dove nel 2003 ha fatto in tempo a vincere uno scudetto in Serbia, il secondo della sua carriera.

Successivamente è andato a giocare in Qatar, all’Al Arabi, poi di nuovo in Inghilterra, in seconda divisione col Plymouth, e infine nel 2007 è tornato in patria per giocare con il Julius Berger, uno dei suoi primi club. Nello stesso anno ha colto l’occasione anche per una fugace esperienza in Iran, con il Paykan. Infine, all’età di 33 anni si è ritirato dal calcio giocato.

Taribo West: posizione, numero di maglia e skills

Per tutta la sua carriera, Taribo West ha giocato come difensore centrale, caratterizzandosi in particolare per l’atletismo e la forza fisica impiegati nel suo gioco. Alto 186 centimetri per 80 chilogrammi di peso, non è mai stato un avversario facile da superare nell’uno contro uno, anche se spesso deficitava nella costanza di rendimento.

La caratteristica che più si ricorda dello stile di gioco di Taribo West è però l’irruenza di certi interventi in tackle, spesso ritenuti eccessivamente violenti. L’episodio più celebre e discusso, da questo punto di vista, è quello accaduto il 21 settembre 1997, quando con un duro intervento a forbice West stese l’ala russa della Fiorentina Andrej Kanchelskis. Ritenuto un grande talento anche se fisicamente troppo gracile, Kanchelskis passò diversi mesi in infermeria a causa di quel tackle di West, e di fatto non riuscì più a tornare ai suoi livelli di prima. Per questo ancora oggi si accusa il difensore nigeriano di aver interrotto la carriera del russo.

Come molti giocatori Taribo West ha avuto diversi numeri di maglia nel corso della sua carriera. Nelle sue due stagioni e mezza all’Inter ha sempre indossato la maglia numero 16, ma in nazionale ne ha avute altre. Quando vinse l’oro olimpico di Atlanta, indossava la 3, mentre successivamente nella squadra maggiore – ai Mondiali del 1998 e del 2002, e alla Coppa d’Africa del 2000 – portò sempre la maglia numero 6.

Taribo West all'Inter Fonte: Imago Images

Taribo West gol e numeri della carriera

La carriera da calciatore professionista di Taribo West è durata in tutto 15 anni, dal 1992 al 2007. Durante questo periodo ha giocato complessivamente 224 partite con i club e 42 con la nazionale maggiore della Nigeria, per un totale di 266 incontri ufficiali. Nello specifico, ha disputato 69 partite con club italiani, divise così: 65 con l’Inter e solo 4 con il Milan.

Taribo West di gol non ne ha però segnati molti, anche a causa del suo ruolo arretrato. In tutta la carriera, il difensore nigeriano ha realizzato in tutto 6 gol, di cui però nessuno con la Nigeria. Due sono stati messi a segno ai tempi dell’Auxerre, altri due in nerazzurro, uno col Milan e l’ultimo con il Partizan.

A livello di bacheca, Taribo West ha vinto diversi trofei in carriera. Quello più significativo è probabilmente l’oro olimpico di Atlanta 1996 con la Nigeria, che è stato il primo grande successo internazionale di una selezione africana. Ha poi vinto due scudetti da giocatore, uno storico con l’Auxerre, nel 1996, e uno con il Partizan Belgrado. Con l’Inter, invece, nel 1998 si è fermato a un passo dalla gloria, chiudendo solo secondo dietro la Juventus.

Al suo palmares, l’ormai ex difensore nigeriano può aggiungere poi due Coppe di Francia vinte con l’Auxerre (nel 1994 e nel 1996) e un’importante coppa internazionale, la Coppa UEFA conquistata nel 1998 con l’Inter. Contrariamente a molti suoi colleghi, una volta appesi gli scarpini al chiodo non ha deciso di provare a diventare allenatore, per cui non ha aggiunto altri trofei alla sua bacheca.

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