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Tennis, Coppa Davis: Sinner va a Malaga per le Finals, fuori Berrettini e Fognini

Ufficiali le scelte di Volandri per le Finals di Coppa Davis di fine novembre: fuori dai convocati Fognini e Berrettini, c'è invece l'altoatesino faro del movimento azzurro.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Tutto secondo previsioni: Jannik Sinner è regolarmente convocato per le Finals di Davis Cup in programma a Malaga dal 23 al 26 novembre, ultimo appuntamento del circuito professionistico nell’anno solare 2023, quello nel quale l’Italia punta a fare la storia 47 anni dopo l’unica insalatiera d’argento riportata a casa da Santiago del Cile. Come da attese, invece, non ci sono né Matteo Berrettini e tantomeno Fabio Fognini.

Coppa Davis, ufficiali le scelte di Volandri

Il tennista romano paga l’ennesimo rinvio della data di rientro dall’infortunio alla caviglia subito il 31 agosto scorso nel match degli US Open contro Rinderknech, che di fatto rischia di rivelarsi anche l’ultimo match del suo tribolatissimo 2023 (doveva giocare a Stoccolma la settimana scorsa, ma ha dato forfait: per ora non ha fatto sapere se andrà a Parigi-Bercy o da qualche altra parte, ma il tempo non gioca a suo favore).

Il ligure, semplicemente, non ha ritrovato la forma dei giorni migliori: al netto della rassicurazioni di Volandri, che aveva fatto capire di volerlo tenere in considerazione dopo averlo escluso dai convocati del group stage disputato a Bologna un mese fa, per Fogna il lieto fine resterà una chimera. Anche se le prestazioni oggettivamente deludenti mandate a referto anche nell’ultimo mese (è incappato in 4 sconfitte di fila al primo turno di un torneo, e parliamo del Masters 1000 di Shanghai, di due Challenger e delle qualificazioni a Basilea) non è che abbiano dato molta scelta al capitano, che ha voluto portare soltanto un doppista (Simone Bolelli) e confermare i due Lorenzo, Sonego e Musetti, e il sorprendente Matteo Arnaldi.

Le parole di Sinner: per chi gioca Jannik

Proprio a poche ore dall’annuncio dei convocati per Malaga, Jannik Sinner è tornato a parlare in vista anche del debutto nel torneo ATP 500 di Vienna, dove al primo turno la sorte lo ha abbinato a quel Ben Shelton che nell’ultima settimana ha conquistato il primo torneo in carriera, centrando la vittoria nell’ATP 500 di Tokyo. L’americano dovrà sobbarcarsi un viaggio intercontinentale mica da ridere, e magari si presenterà all’appuntamento meno tirato a lucido del solito, ma per Jannik, che ha disputato l’ultimo match della sua stagione proprio contro Shelton, perdendo negli ottavi a Shanghai, questa sarà una buona opportunità per testare la propria condizione in vista dell’intenso mese che lo aspetta.

Riguardo però agli impegni con la nazionale, non è sfuggita agli osservatori più attenti una frase che fa capire quanto il tennista di San Candido sia concentrato sulla sua carriera, e quale sia anche il modo con il quale preferisce vedere le cose.

Io non gioco per la storia dell’Italia, io gioco per me e per i miei fan, sparsi un po’ in tutto il modo. Sono loro che ti fanno la forza per migliorare e andare avanti. Sono felice di condividere questo obiettivo con la mia famiglia e con chi mi sta intorno, è una sensazione importante. Significa tanto per me essere salito alla numero 4 del mondo ed è un grande risultato, ma guardo al futuro concentrandomi sempre sul lavoro che c’è da fare.

Parole che qualcuno ha interpretato come una sorta di “disimpegno” verso la maglia azzurra, sebbene il concetto esposto da Sinner riguarda il suo essere “faro” per tutto il movimento della racchetta tricolore. Un ruolo che due anni fa era appannaggio di Berrettini, andato a un passo dal conquistare l’erba di Wimbledon, ma che ormai è stabilmente passato di mano a Jannik, al quale tutta l’Italia del tennis chiede di spingersi oltre i propri limiti.

Lo “strettino”, l’arma in più dell’azzurro

E a proposito di crescita: alcuni addetti ai lavori hanno studiato da vicino anche la crescita tecnica di Sinner, che da quando lavora con Simone Vagnozzi e Darren Cahill (cioè dal febbraio del 2022) ha mostrato enormi progressi a livello di gioco, nonché di tattica applicata alla partita. Ad esempio, nella recente campagna asiatica, è emerso che tra i colpi che più gli hanno portato dividendi c’è stato il cosiddetto “strettino”, cioè un dritto anomalo che richiede grande sensibilità e molta scaltrezza, poiché quasi sempre accompagnato da una finta volta a disorientare l’avversario. Un colpo che non ha l’intento di chiudere lo scambio, semmai quello di aprire ulteriormente il campo per poi chiudere col colpo successivo.

Sinner l’ha giocato alcune volte sia contro Alcaraz che contro Medvedev nel corso della settimana magica di Pechino, e la soluzione s’è rivelata sempre vincente. Per un giocatore come l’altoatesino, che non ha un servizio sempre così performante, allargare il range di soluzioni rappresenta un vantaggio non da poco: lo “strettino”, per un destro naturale come Jannik, impone di essere giocato dalla parte sinistra del campo, chiamando necessariamente l’avversario a rincorrere la palla dalla sua parte sinistra, ma ben oltre il campo, e dunque lasciando un’ampia porzione dello stesso sguarnita.

Come tutti i colpi, però, va fatto con intelligenza, senza abusarne troppo, ma soprattutto con precisione chirurgica: basta sbagliare la misura di un niente e il rischio di regalare un’autostrada al rivale è enorme. Sinner, però, ha dimostrato di esserne pienamente in controllo. Anche se l’effetto sorpresa ora è venuto un po’ meno. Chissà se Sinner userà lo “strettino” con continuità anche nella sua prossima partita.

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