Luca Nardi ha aperto il vaso di Pandora: quello di Novak Djokovic, che dopo la sconfitta patita nel secondo turno del torneo di Indian Wells ha deciso di fare immediatamente ritorno in Europa, optando per rinunciare al secondo sunshine double della primavera americana (il Masters 1000 di Miami). Non lo ha ancora annunciato ufficialmente, ma è bastato il rilancio fatto sul proprio profilo X dal giornalista serbo Sasa Ozmo (da sempre molto vicino al numero uno del mondo) per mettere il mondo del tennis al corrente della decisione presa da Nole. Che sembra propenso a dare appuntamento a tutti sui campi in terra rossa del continente europeo, con il Masters 1000 di Monte Carlo pronto ad accoglierlo nella prima settimana di aprile.
- La scelta del serbo: puntare da subito alla stagione sul rosso
- Nole, un inizio di 2024 difficile: zero gioie, tanti dolori
- Sinner potrebbe presentarsi a Miami come testa di serie numero 1
La scelta del serbo: puntare da subito alla stagione sul rosso
Djokovic a Miami non gioca dal 2019, seppure non si può dire che non sia uno di casa: in Florida ha trionfato in ben 6 occasioni, record assoluto del torneo condiviso con Andre Agassi (e ha perso pure una finale nel 2009 contro Andy Murray). L’ultima apparizione non ha coinciso però con l’ultima vittoria, che è datata 2016 in un’inedita finale contro Kei Nishikori.
Quest’anno la sensazione era che il serbo sarebbe tornato a calcare i campi dell’Hard Rock Stadium di Miami Garden, ma forse proprio la sconfitta patita contro Nardi a Indian Wells l’ha convinto a non forzare troppo la mano e ad anticipare il rientro in Europa, così da dedicare tutti i propri sforzi per preparare la stagione sulla terra rossa, dove non gioca da più di 9 mesi, cioè dalla finale del Roland Garros, vinta contro Ruud.
Nole, un inizio di 2024 difficile: zero gioie, tanti dolori
In attesa di conferme ufficiali, la probabile scelta di Nole di rinunciare al secondo Masters 1000 della stagione è probabilmente figlia di una condizione fisica e mentale lontana da quella desiderata. La stessa ammissione del serbo, che dopo il match con Nardi ha ammesso di non essere per nulla soddisfatto del suo livello di gioco, è essa stessa un’ammissione di insoddisfazione che potrebbe aver generato riflessioni differenti rispetto alle abitudini.
Il 2024 di Djokovic è stato sin qui segnato da due battute d’arresto, tutte per mano di tennisti italiani (Sinner in semifinale a Melbourne, Nardi a Indian Wells: 6-2 il bilancio nelle 8 gare disputate, che diventa 10-3 inserendo le due di United Cup), ma soprattutto non ha raccontato alcun torneo vinto nei primi tre mesi dell’anno, cosa che nei 18 anni di carriera ATP è accaduta solo nel 2006 (cioè nella stagione in cui s’è rivelato al mondo), nel 2018 e nel 2022, quando però era fermo per via degli impedimenti dovuti alla scelta di non vaccinarsi.
Nole avrà anche ragionato in funzione del ranking: non avendo giocato lo scorso anno a Miami, non aveva punti da difendere, a differenza della stagione sul rosso. E con un Sinner così in ascesa, qualche calcolo vale la pena farlo.
Sinner potrebbe presentarsi a Miami come testa di serie numero 1
Proprio Sinner è tra i beneficiari della scelta operata da Djokovic: qualora dovesse vincere a Indian Wells, o quantomeno fare meglio di Alcaraz, l’altoatesino si presenterebbe nel seeding come testa di serie numero uno, ipotizzando il sorpasso ai danni dello spagnolo a partire da lunedì 18 marzo nella classifica settimanale ATP.
Sarebbe un fatto mai avvenuto prima: nessun italiano ha mai goduto della principale testa di serie in un torneo del circuito Masters 1000, ideato a partire dal 1990 (si chiama così dal 2009). Miami che è anche il luogo dove Jannik ha raggiunto due volte la finale, nel 2021 contro Hurkacz e nel 2023 contro Medvedev, che in entrambi i casi hanno negato all’allievo di Vagnozzi e Cahill il primo successo in un torneo dei 1000 (poi arrivato a Toronto la scorsa estate).