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Tennis Indian Wells, Shelton piega a fatica Cerundolo e "pesca" Sinner per un ottavo di finale da urlo

Sarà Ben Shelton, come da pronostico, il rivale di Jannik Sinner negli ottavi di finale a Indian Wells. Bilancio in perfetta parità nei due precedenti

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Alla fine si avvera quel che si doveva avverare: Jannik Sinner contro Ben Shelton, il nuovo enfant prodige del tennis americano, l’ultimo tennista al mondo assieme a Novak Djokovic in grado di fermare quella macchina che viaggia spedita come un fuso che risponde al nome del ragazzo di San Candido. Perché tolto l’atto finale delle Nitto ATP Finals, l’ultimo avversario in grado di togliere la vittoria a Sinner è stato proprio Shelton, che a Shanghai approfittò invero della stanchezza accumulata dall’altoatesino a Pechino (quando batté Alcaraz e Medvedev nel giro di 24 ore) per estrometterlo dal torneo. Stavolta però la fatica potrebbe accusarla lui, e non è solo un modo di dire.

Ben… fatto, ma che fatica: Cerundolo ko. dopo 2 ore e 40′

Perché Shelton agli ottavi c’è approdato, ma sudando ben più delle proverbiali sette camicie. L’ha fatto piegando al terzo set Francisco Cerundolo, uno che sul veloce non dovrebbe rappresentare un ostacolo tanto insormontabile per un tennista del calibro di Shelton, che pure ha avuto bisogno di due tiebreak per avere ragione del coriaceo argentino. Il 7-6 3-6 7-6 finale fotografa alla perfezione una gara tosta e sempre in bilico, nella quale l’americano è uscito meglio dai blocchi andando a servire sul 5-3 nel primo set ma vedendosi costretto a trovare il modo per spuntarla soltanto al tiebreak dopo 6 set point annullati da Cerundolo.

Che nel secondo riesce persino a strappare un altro turno di battuta al rivale, che nell’ottavo gioco concede due palle break e paga dazio sulla seconda. Nel terzo la battaglia è senza esclusione di colpi: inevitabile la coda al secondo tiebreak di giornata, nel quale sul 5-5 Shelton trova il passante della vita che gli consente di andare a servire per il match, dove è una seconda profonda e malandrina a consegnargli la vittoria prima di un’esultanza polemica contro qualche tifoso sugli spalti, al quale forse le due ore e 40’ di attesa per chiudere i conti sono sembrate troppe.

I due precedenti, storia di 5 mesi fa: bilancio in parità

Quando Shelton superò Sinner a Shanghai, storia vecchia 5 mesi ormai, era ancora numero 20 al mondo. Oggi che è numero 16 ha dimostrato di essere sulla via della piena maturazione, come s’è visto nell’ATP 500 di Tokyo vinto a fine ottobre.

Pochi giorni dopo, al rientro in Europa, l’americano si ritrovò nuovamente ad affrontare Sinner nel primo turno del torneo di Vienna, con Jannik bravo a prendersi la rivincita ma in coda a un match sempre piuttosto complesso e tirato (7-6 7-5 il finale).

Il bilancio degli scontri diretti è dunque in perfetta parità, anche se rispetto a cinque mesi fa la sensazione è che l’altoatesino abbia raggiunto un livello di gioco e di continuità di cui all’epoca si poteva solo fiutare il profumo, ma che adesso è divenuto sorprendentemente la regola. Un trend confermato anche nei primi due turni giocati da Sinner a Indian Wells, vinti con autorità.

Sinner senza freni: aziona sempre il pilota automatico

I match contro Kokkinakis e Struff hanno detto chiaramente che l’effetto Sinner è ancora ben lungi dal poter scemare. L’allievo di Vagnozzi e Cahill sembra riuscire ad azionare il pilota automatico ogni volta che scende in campo: se si guarda al recente passato, forse solo Gael Monfils nel debutto a Rotterdam (prima gara dopo la straordinaria impresa di Melbourne) ha saputo metterlo realmente in difficoltà, facendo leva sull’esperienza e sulla qualità del gioco che da sempre contraddistingue l’esperto transalpino.

Per il resto Sinner ha sempre saputo disinnescare senza apparenti difficoltà le insidie che gli avversari trovati lungo il cammino gli hanno teso. Dal giorno dell’ultimo confronto con Shelton sono stati 27 i match disputati dall’italiano, con l’unica sconfitta arrivata a Torino nella finale contro Djokovic.

Il nuovo record di imbattibilità e la corsa alla numero 2

A dimostrazione della crescita impressionante mostrata dall’altoatesino, basti sapere che da ieri, con la 17esima vittoria consecutiva nel circuito, ha stabilito il nuovo record di imbattibilità per un tennista italiano. E lo ha fatto nei giorni in cui potrebbe materializzarsi l’ennesimo upgrade della carriera di Sinner, che continua a monitorare i risultati di Alcaraz (possibile ostacolo in semifinale: nei quarti l’avversario uscirebbe in caso dalla sfida tra Jiri Lehecka e Stefanos Tsitsipas) puntando a mettergli il naso davanti nel ranking ATP, con la sfida per la numero 2 entrata più che mai nel vivo.

Lo spagnolo agli ottavi affronterà l’ungherese Maroszan, poi eventualmente uno tra Zverev e de Minaur. Tutti però vorrebbero vedere una semifinale Sinner-Alcaraz, peraltro rivincita di quella disputata un anno fa e che vide il murciano spuntarla d’autorità. Ma 12 mesi dopo, la sensazione è che il vento sia cambiato. E a Indian Wells di solito il vento soffia forte…

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