Dal Giro al Tour è come se nulla si fosse interrotto: Simon Yates sulle strade di Francia è stato chiamato a svolgere un onesto lavoro di gregario per Jonas Vingegaard, ma un modo per lasciare il segno l’ha trovato lo stesso, per giunta nella prima tappa con arrivo vero in salita di questa edizione della corsa francese. Una soddisfazione non da poco per il britannico, che un mese e mezzo dopo aver ribaltato mirabilmente il Giro s’è preso un altro scalpo eccellente, dimostrando che alla sua età (tra poche settimane saranno 33 le candeline da spegnere) c’è ancora tempo e spazio per qualche bella impresa.
- Pogacar lascia (ancora) la maglia gialla, poi prova gli scatti
- Ben Healy, un irlandese in giallo 38 anni dopo Roche
Pogacar lascia (ancora) la maglia gialla, poi prova gli scatti
La copertina di giornata se la prende però Ben Healy, che grazie alla fuga nella quale s’è inserito sin dai primi chilometri di giornata ha trovato il modo per piazzare l’acuto e strappare la maglia gialla dalle spalle di Tadej Pogacar. Che per inteso non è sembrato curarsene troppo, come era già accaduto quando l’aveva lasciata a van der Poel qualche giorno fa prima di riprendersela venerdì scorso sul Mur de Bretagne.
Lo sloveno piuttosto ha provato a piazzare un altro scatto in faccia a Vingegaard, anche se è sembrata più una stoccata velleitaria che qualcosa di veramente studiato a tavolino: il danese ha risposto senza grossi problemi, tutti gli altri del gruppo dei migliori hanno mollato la presa all’istante, incluso Evenepoel che poco prima aveva tentato per primo da uscire dal gruppo, subito però ripreso dagli uomini Visma.
Al primo giorno di riposo, nelle zone alte della classifica non è cambiato praticamente nulla: Pogacar alla fine è sembrato quasi voler rallentare, così da non doversi curare di mantenere la maglia gialla, preferendo controllare Evenepoel (che adesso insegue a un minuto esatto) e pure Vingegaard, staccato di ulteriori 17 secondi.
Ben Healy, un irlandese in giallo 38 anni dopo Roche
Come detto in maglia gialla, nel giorno in cui in Francia è festa nazionale per la ricorrenza della presa della Bastiglia, va Ben Healy, che compirà 25 anni a settembre ma che sembra già ben consapevole del ruolo che la storia gli ha voluto affidare. Era dal 1987, dall’incredibile annata di Stephen Roche (doppietta Giro-Tour e mondiale su strada), che un irlandese non vestiva il simbolo del primato al Tour: il terzo posto di giornata dietro a Yates e Arensman è il lasciapassare per la gloria, che magari sarà soltanto momentanea, ma che intanto certifica la presenza del corridore della EF Education Easy Post in una probabile top 10 (se non top 5) della corsa transalpina.
Il Tour così può andare al primo giorno di riposo (eccezionalmente spostato di 24 ore, proprio per sfruttare la giornata di festa nazionale) con la sensazione di avere un chiaro padrone (leggi Pogacar), ma con qualche carte bella rimescolata per provare almeno a rendere la corsa un po’ più avvincente e meno scontata.