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Tour de France 12° tappa: assolo di Ion Izagirre in coda a una giornata folle. Italiani al palo

Con un’azione personale degna di nota il basco centra la seconda vittoria in carriera alla grand boucle, lasciando le briciole ai compagni di avventura. Ancora non pervenuta la sparuta compagine tricolore

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Sette anni dopo, Ion Izagirre torna a far festa al Tour: con un’azione personale degna di nota il basco centra la seconda vittoria in carriera alla grand boucle, lasciando le briciole ai compagni di avventura trovati lungo il percorso in una tappa corsa a una velocità folle (soprattutto nelle prime due ore), con scatti e contro scatti in gruppo e tante opportunità di fuga nate e poi morte a stretto giro di posta.

Come è andata la tappa

L’azione decisiva è arrivata sul Col de la Croix Rosier: una volta riassorbito il tentativo di Mathieu van der Poel, Izagirre ha piazzato l’allungo nelle ultime rampe della salita e poi non s’è più voltato, lasciando i primi inseguitori a quasi un minuto.

Sul podio di giornata spazio per il francese della Totalenergies Mathieu Burgaudeau e per l’americano della Movistar Matteo Jorgenson.

La Cofidis così fa festa dopo che già nella prima settimana aveva trovato la vittoria di tappa con Lafay. Italiani ancora al palo: Giulio Ciccone ha provato a portar via più volte qualche corridore e lanciare la fuga giusta, ma non ha trovato i compagni adeguati e poi è finito a terra (per colpe altrui), senza riportare conseguenze.

Il gruppo dei migliori è arrivato a 4’ abbondanti.

Le pagelle di tappa (i migliori e i peggiori)

ION IZAGIRRE 9. Il basco aveva messo nel mirino una tappa, e puntuale l’ha portata a casa. L’ha fatto giocando d’astuzia, ma scatenando tutti i cavalli del motore nel momento decisivo. Ha fatto male a tutti con una progressione convincente in salita, poi in discesa e nel lungo falsopiano finale ha dimostrato di essere anche un signor crono man. Errore imperdonabile averlo lasciato andare così…

TIESJ BENOOT 8. Quando ha capito che Van Aert non avrebbe avuto chance per vincere, c’ha provato lui a tenere alta la bandiera dei Jumbo Visma. Che per inciso, arrivati già oltre la metà del Tour, non hanno ancora vinto una tappa. S’è mosso bene, ma non poteva farlo prima perché c’era comunque del lavoro da sbrigare. È quello che ha fatto il balzo più alto in classifica: magra consolazione.

MATHIE VAN DER POEL 7. Prende il dorsale dorato del più combattivo di giornata, e seppur non può essere considerata una “vittoria”, di sicuro è la dimostrazione che qualcosa l’ha fatto vedere. Non è in condizione super, ma ha comunque dimostrato una volta di più di volerci provare e di non arrendersi mai. Il Col de la Croix Rosier l’ha respinto con perdite, ma di più non poteva fare.

JULIAN ALAPHILIPPE 5. Spiace metterlo sempre dietro la lavagna, ma il suo Tour è sin qui davvero maledetto. Ancora una volta tira fuori gli artigli e cerca di entrare nella fuga di giornata, riuscendo nell’intento. Poi però la strada ne certifica la condizione decisamente deludente, e vederlo staccarsi nel finale, lontanissimo anche dal gruppo dei migliori, testimonia che questa non è la sua estate.

WOUT VAN AERT 5. Se Atene piange, Sparta non ride. Van Aert s’è lanciato a tutta per provare a lasciare un segno, ma l’andamento così atipico della tappa non gli ha consentito di arrivare all’obiettivo. È un’altra opportunità lasciata andare, è un’altra frazione che prometteva bene ma che ha confermato i mali di una Jumbo Visma inspiegabilmente e incredibilmente ancora al palo, nonostante la maglia gialla sulle spalle di Vingegaard.

ALBERTO BETTIOL 4,5. Quando taglia il traguardo sono passati più di 27’ dal passaggio di Ion Izaguirre. E questa, vista di primo acchito, poteva davvero rappresentare la tappa ideale per tentare di piazzare l’assolo. L’EF nella fuga lancia Amador, non certo un finisseur come Cort Nielsen, Powless o Chaves, e questo lascia intendere che le gambe per Albertino semplicemente non giravano.

La classifica generale dopo la 12esima tappa

Vingegaard e Pogacar hanno risparmiato energie in vista del week-end che prevede tante salite alpine, a cominciare da domani quando l’arrivo è posto sulla sommità del Grand Colombier.

  1. Jonas Vingegaard(Jumbo Visma) 42h33’13”.
  2. Tadej Pogacar(Team UAE Emirates) +17”.
  3. Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’40”.
  4. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’22”.
  5. Pello Bilbao (Bahrain Victorius) + 4’34”.
  6. Adam Yates (Team UAE Emirates) +4’34”.
  7. Simon Yates (Team Jayco Alula) +4’44”.
  8. Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’26”.
  9. David Gaudu (Groupama FDJ) +6’01”.
  10. Thibau Pinot (Groupama FDJ) +6’33”.

La tappa di oggi

Cacciatori di tappe, a voi. Da Roanne a Belleville-en-Beaujolais non ci sarà da sorprendersi troppo se la fuga di giornata andrà in porto. Perché il percorso offerto dalla frazione è quanto di più desiderabile da chi ama le lunghe gittate: un GPM dopo soli 20 chilometri, giusto per scaldare le gambe, e poi altri quattro strada facendo, con i più duri (Col de la Corix Montmain e Col de la Croix Rosier) posti rispettivamente a 55 e 25 chilometri dall’arrivo, entrambi di seconda categoria.

Il racconto della 12° tappa del Tour de France 2023: il percorso e le difficoltà

La tappa perfetta per chi avrà voglia e gambe per tentare la fuga da lontano, col gruppo dei migliori che sarà intento a controllarsi, piuttosto che a badare a chi cercherà gloria.

Ma attenzione a pensare che nel gruppo maglia gialla tutto filerà liscio senza pensieri e preoccupazioni: proprio le tante asperità di giornata potrebbero far venire in mente alle squadre più forti di provare a studiare piani alternativi e rosicchiare secondi preziosi, specie nel finale relativamente mosso, con arrivo in leggera salita.

Fonte:

L’arrivo di Jonas Vingegaard al termine dell’11esima tappa

Chi sono i favoriti

Con le Alpi che già si scorgono all’orizzonte (il week-end sarà bello carico di attese), magari non esporsi troppo ai pericoli potrebbe essere comunque consigliato. Difficile, per non dire impossibile, pensare a un arrivo adatto alle ruote veloci: Philipsen la quarta zampata l’ha data a Moulins e per un po’ dovrà attendere che a far festa sia qualcun altro. E gli italiani? Bettiol e Moscon su un terreno così ondulato avrebbero più di una ragione per poter pensare in grande.

La classifica dopo l’11esima tappa

Tutto invariato da qualche giorno: il giallo di Vingegaard è insidiato innanzitutto da Pogacar che resta attardato di 17”.

  1. Jonas Vingegaard(Jumbo Visma) 42h33’13”.
  2. Tadej Pogacar(Team UAE Emirates) +17”.
  3. Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’40”.
  4. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’22”.
  5. Pello Bilbao (Bahrain Victorius) + 4’34”.
  6. Adam Yates (Team UAE Emirates) +4’34”.
  7. Simon Yates (Team Jayco Alula) +4’44”.
  8. Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’26”.
  9. David Gaudu (Groupama FDJ) +6’01”.
  10. Sepp Kuss (Jumbo Visma) +6’45”.

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