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Tour de France 2022: a Pedersen la tredicesima tappa, sesto Ganna

Il danese si trascina dietro due uomini staccando il verbanese nel finale e poi vince la volata. Maglia gialla è sempre il suo connazionale Vingegaard.

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Tour de France 2022: a Pedersen la tredicesima tappa, sesto Ganna Fonte: Getty Images

Il danese Mads Pedersen, campione del mondo nel 2019 e portacolori della Trek-Segafredo, ha vinto la tredicesima tappa del Tour de France 2022, 193 km da Bourg d’Oisans a Saint-Étienne, suo primo successo alla Grande Boucle, battendo in volata il britannico Fred Wright della Bahrain Victorious e il canadese Hugo Houle della Israel-Premier Tech.

Staccati di mezzo minuto sono arrivati lo svizzero Stefan Küng della Groupama-FDJ, lo statunitense Matteo Jorgenson della Movistar e il nostro Filippo Ganna della Ineos Grenadiers, che per un po’ ha fatto sperare che potesse terminare il digiuno di vittorie di tappa dell’Italia al Tour, che dura ormai da tre anni. Ma a 12,5 km dal traguardo il verbanese si è dovuto arrendere all’allungo di Pedersen, che si è trascinato dietro Wright e Houle.

Il gruppo della maglia gialla, l’altro danese Jonas Vingegaard, è arrivato a 5’45” ed è stato regolato nella volata per il settimo posto dal compagno di squadra alla Jumbo-Visma del leader della classifica generale, il belga Wout Van Aert. Domani la quattordicesima tappa, 192,5 km con partenza da Saint-Étienne e arrivo in salita a Mende.

Queste le parole di Pedersen dopo il successo: “È davvero incredibile riuscire a vincere quando sai di avere una condizione del genere. Ci avevo già provato anche durante la prima settimana perché sentivo che stavo bene e oggi finalmente è arrivato il giorno giusto. Tra l’altro iniziava a pesare il fatto che come squadra non avessimo mai vinto. Ora che abbiamo un successo è diversa la situazione. Non sapevamo come sarebbe stato l’atteggiamento delle squadre dei velocisti. Il nostro piano era quello di andare in fuga ma saremmo dovuti essere in più di quattro perché in quel caso avremmo capito presto l’atteggiamento del gruppo dietro. Il mio attacco? Ci sarebbero stati troppi corridori da controllare alla fine e quindi non volevo che si arrivasse tutti e sei insieme. Sono stato quasi costretto a muovermi in questo modo perché sapevo che anche per gli altri ero io il più temuto. Non ho ancora capito di aver vinto una tappa al Tour de France”.

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