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Tour de France 2023 seconda tappa pagelle: Lafay (10) rovina i piani di Van Aert (5)

Il francese della Cofidis, 27 anni compiuti lo scorso gennaio, è la vera rivelazione di questo primissimo scorcio di corsa. Buoni segnali da Ciccone e Bettiol

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Una stoccata da finisseur, proprio come l’aveva pensata prima di mettersi in sella: Vicotr Lafay è la vera rivelazione di questo primissimo scorcio di Tour, e dopo aver tenuto le ruote di Pogacar e Vingegaard nel corso della prima tappa ha saputo andare oltre, imponendosi sul traguardo di San Sebastian con un’azione solitaria che somiglia a un piccolo capolavoro.

Perché il francese della Cofidis, 27 anni compiuti lo scorso gennaio, che come miglior risultato in carriera vantava un successo al Giro 2021 nella tappa con arrivo a Guardia Sanframondi, ha letteralmente messo nel sacco tutti i big più attesi: Wout Van Aert è il grande sconfitto di giornata, incapace di rimontare nei metri finali dopo essersi fatto sorprendere ai 1.000 metri dal traguardo dallo scatto di Lafay.

Adam Yates resta in maglia gialla

Terzo, ma col sorriso sulle labbra, un Tadej Pogacar sempre protagonista, lesto a conquistare gli 8 secondi di abbuono posti sull’ultimo GPM di giornata e bravissimo a piazzarsi ancora una volta sul podio di giornata, rosicchiando così altri 7 secondi complessivi al grande rivale per la vittoria finale, Jonas Vingegaard.

Adam Yates rimane in maglia gialla, nonostante il gemello Simon gli abbia recuperato un paio di secondi di abbuono (è a 6 assieme a Pogacar). Buone notizie anche per i colori azzurri: Ciccone e Bettiol sono arrivati con i migliori, e soprattutto Ciccione s’è messo in luce ai -2 dal traguardo, provando a creare un buco per anticipare la volata sull’assolo del danese Skjelmose, ripresi però dagli uomini Jumbo Visma.

Domani ultima tappa con partenza nei Paesi Baschi ad Amorebieta e arrivo posto a Bayonne: sulla carta (ma non è scontato) prima chance per le ruote veloci, con Cavendish a caccia del record di 35 vittorie assolute per staccare definitivamente Merckx.

Le pagelle della seconda tappa: i top

  • VICTOR LAFAY 10. Aveva sorpreso tutti nella giornata di sabato, unico in grado di tenere le ruote di Pogacar e Vingegaard sull’Alto de Pike. Non era un lampo isolato: il francesino della Cofidis è in condizione sfavillante e l’ha dimostrato con un’azione degna di un fuoriclasse, una rasoiata partita sotto la flamme rouge con la quale ha anticipato il gruppo dei migliori, prendendosi il lusso di esultare a braccia alzate. Ha studiato tutto nei dettagli, ammettendo di aver calcolato al termine dell’ultima discesa chi fosse rimasto in gruppo. Lucido, istintivo e micidiale: i francesi hanno qualcosa per cui sorridere.
  • TADEJ POGACAR 9. È il prototipo del corridore moderno, quello che studia i dettagli come pochi e che sa sempre esaltarsi quando conta. Il forcing di Majka sullo Jaizkibel è motivato dalla sua voglia di andare a conquistare gli 8 secondi di abbuono, proposito riuscito grazie a una perfetta rimonta su Simon Yates e Vingegaard. Poi nei 4 km finali battezza la ruota di Van Aert e trova un altro terzo posto che vale. Un piccolo rimpianto? Fosse partita prima la volata, magari avrebbe vinto per davvero.
  • TEAM UAE EMIRATES 8: Quante volte si vede una maglia gialla tirare per un compagno? L’immagine non è troppo frequente, a maggior ragione se in giallo (body completo) c’è vestito uno che di solito parte per provare a vincere i grandi giri. Adam Yates sa che Pogacar è il vero capitano e ha corso con intelligenza, Rafa Majka ha dimostrato che in salita può fare male a chiunque. Rispetto ai Jumbo Visma, quelli degli Emirati sembrano avere qualche marcia in più.

Le pagelle della seconda tappa: i flop

  • WOUT VAN AERT 5. Sciupa l’occasione più ghiotta per conquistare la prima vittoria di tappa. La colpa non è solo sua: i Jumbo Visma (anche loro insufficienti) sono sembrati spenti, tanto da costringere Vingegaard a fare quasi tutto da solo in salita (preoccupa Kuss, gregario chiave sulle montagne). E poi Kelderman s’è messo a tirare un po’ troppo tardi, dopo aver costretto lo stesso Van Aert a chiudere su Pello Bilbao e Buchmann, disperdendo energie preziose. Lancia tardi la volata, e alla fine paga dazio per un metro scarso.
  • MADS PEDERSEN E JULIAN ALAPHILIPPE 4,5. Tanto attesi, quanto assenti. I due ex campioni del mondo sembrano lontanissimo da quelli ammirati nelle passate stagioni: entrambi si staccano senza appello in salita, arrivando a 2’25” dai migliori e lasciando intendere di non volersi neppure dannare troppo l’anima per tenere le ruote del gruppo. La condizione per ora non c’è, ripassare in altro momento.
  • MATHIEU VAN DER POEL 3. Aveva messo le mani avanti, il nipote di Poulidor: al Tour quest’anno si va per vincere qualche tappa, senza badare troppo alle maglie. Le prime due, soprattutto questa, sembravano calzargli addosso a pennello. Risultato? Non pervenuto sabato, non pervenuto domenica. Anzi, si mette in testa di rinunciare a combattere da subito, preferendo arrivare a 15’ assieme alla “rete” dei velocisti. Sparito, e senza apparente motivo.

Tour de France 2023 seconda tappa pagelle: Lafay (10) rovina i piani di Van Aert (5)

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