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Tragedia nel ciclismo: morto Davide Rebellin, travolto in allenamento

Il ciclista 51enne travolto da un camion mentre si allenava: solo un mese l'ultima vittoria sulle due ruote dello specialista delle Classiche. Sgomento di Nibali e Cassani

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Terribile tragedia nel mondo del ciclismo: è morto Davide Rebellin. Il corridore, 51 anni, è stato investito da un camion mentre si allenava. L’incidente, riporta il Gazzettino, sarebbe avvenuto lungo la Regionale 11, a Montebello Vicentino: il mezzo pesante uscendo dal vicino svincolo avrebbe colpito e travolto il ciclista, deceduto sul colpo. Si cerca il camionista, che potrebbe non essersi accorto di nulla. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente e per rintracciare il tir.

Rebellin, una vita per il ciclismo: 30 anni ai massimi livelli

Davide Rebellin aveva iniziato la sua carriera da professionista nel 1992. Una lunga parabola durata fino a poche settimane fa, quando aveva annunciato ufficialmente l’addio al mondo del ciclismo, a 51 anni. La sua ultima gara da professionista è stata la Veneto Classic, un mese fa.

Specialista delle Classiche, ha vinto in carriera un’Amstel Gold Race, tre Freccia Vallone, una Liegi-Bastogne-Liegi e una tappa del Giro d’Italia. Rebellin ha partecipato a 12 Giri d’Italia (la sua migliore posizione un sesto posto nel 1996). Ha sfiorato la vittoria ai Mondiali di Varese, quando nel 2008 arrivò quarto a 37 anni.

Rebellin, la carriera di un atleta esemplare

Proprio al termine della sua ultima gara da professionista, Rebellin aveva fatto un bilancio della sua carriera:

“E’ stato giusto chiudere qui, a Bassano del Grappa, nella mia terra. Vincere è stato ancor più emozionante. Essere riuscito a pedalare da professionista fino a 51 anni per me è stato qualcosa di naturale. Ho avuto la fortuna di arrivare a questa età in una buona forma, senza grossi infortuni. E’ stato quasi naturale”.

Parole che, oggi, suonano quanto mai beffarde.

Morte Rebellin, le reazioni

Queste le prime reazioni dal mondo delle due ruote:

“Rimango tremendamente scioccato nell’apprendere questa triste notizia”.

Si è espresso così, sui social, Vincenzo Nibali, a lungo compagno di nazionale.

L’ex ct Davide Cassani, si è detto senza parole.

“Non è il primo a morire in bici per strada e non sarà neanche l’ultimo. Sono triste, perché abbiamo perso uno che dopo trent’anni di bicicletta aveva smesso di correre un mese fa. E’ atroce: uno che dedica la sua vita alla bicicletta dopo un mese che si ritira va in giro in bicicletta e perde la vita. Ricordo quando abbiamo corso insieme nel ’94 e ’95, andammo a fare un allenamento alle Canarie e nonostante lui fosse un giovane e io avessi dieci anni in più, quando si tornava in albergo lui ‘allungava’ sempre. È sempre stato un professionista esemplare. Viveva per correre in bicicletta, gioiva così: era un silenzioso, non l’ho mai visto arrabbiarsi”.

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