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Trovato morto Akeem Omolade: era il simbolo della lotta al razzismo

L'ex attaccante nigeriano, 39 anni, è stato ritrovato in una vettura nel quartiere Ballarò di Palermo. Nel 2001 fu vittima di un celebre episodio di razzismo: per solidarietà i compagni del Treviso si dipinsero la faccia di nero nella partita successiva.

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Trovato morto Akeem Omolade: era il simbolo della lotta al razzismo Fonte: ANSA Foto

Il mondo del calcio è sotto shock per la notizia della morte di Akeem Omolade . Come riportato da ‘Palermo Today’ il corpo dell’ex attaccante, tra le altre, di Torino e Treviso, 39 anni, è stato trovato senza vita per cause da accertare all’interno di una Peugeot in via Martoglio, nel quartiere palermitano di Ballarò.

Calcio in lutto, addio a Akeem Omolade

All’indomani della notizia del ritorno in Serie B della squadra rosanero , vittoriosa sul Padova nella finale playoff di Serie C, il capoluogo siciliano diventa quindi l’epicentro di un episodio di cronaca nera ancora senza spiegazioni.

In base alle prime ricostruzioni è stata esclusa la morte violenta, perché il corpo non presentava lesioni esterne.

Proprio nella mattinata di lunedì Omolade, che aveva lasciato il calcio nel 2011, avrebbe dovuto sottoporsi a un esame al Policlinico di Palermo, ma non riusciva a camminare: un amico è passato a prenderlo con la sua macchina, la Peugeot, per accompagnarlo, ma appena Omolade è salito in auto s’è sentito male e l’arrivo dei soccorsi non è riuscito ad evitare il decesso.

I carabinieri hanno prontamente acquisito la documentazione medica per provare a capire le cause della morte, dopo che la famiglia ha escluso la presenza di problemi di salute pregressi.

Omolade e il clamoroso episodio di razzismo del 2001

Prodotto del vivaio del Treviso , Omolade, nativo di Kaduna, in Nigeria, debuttò in B giovanissimo, a 17 anni contro la Ternana , ma proprio poco prima della gara dell’esordio si verificò l’episodio che, proprio malgrado, lo avrebbe consegnato per sempre alle cronache calcistiche.

Il 27 maggio 2001, a Terni, al suo ingresso in campo un manopolo di ultras al seguito del Treviso ritirarono gli striscioni e abbandonarono lo stadio in segno di protesta contro la presenza di Omolade, giocatore di colore .

Nella giornata successiva, in occasione della partita casalinga contro il Genoa del 4 giugno, per solidarietà con il compagno e in segno di lotta al razzismo tutti i giocatori del Treviso, compresi l’allenatore e la panchina, fecero il proprio ingresso in campo con il volto dipinto di nero . Tra essi anche calciatori che avrebbero poi militato a lungo in Serie A come Tommaso Rocchi e Massimo Gobbi e il vice campione del mondo a Usa ’94 Lorenzo Minotti.

Dalla poplarità all’oblio: Omolade e il triste finale di carriera

L’episodio ebbe una risonanza planetaria. A seguito della vicenda, nel novembre 2001 l’Uefa decise di assegnare ad Omolade e al Treviso il Premio Fair Play, ma Omolade non riuscirà più a far parlare di sé dal punto di vista tecnico.

Passato al Torino , con cui debuttò in A nel 2003 (5 presenze), il nigeriano perse via via contatto con il calcio che conta, giocando in C1 con il Novara e in C2 con Biellese e Reggiana prima del trasferimento in Sicilia per indossare le maglie di Gela, Mazara e , Ribera, quest’ultimo club in Eccellenza e chiudere la carriera a 32 anni in Promozione con il Borgata Terrenove

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