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Udinese, il saluto di Gotti: "Esperienza indimenticabile"

L'allenatore veneto ha parlato per la prima volta dopo l'esonero seguito alla sconfitta di Empoli: "Grazie a chi mi ha regalato un pezzo del proprio cuore".

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Udinese, il saluto di Gotti: "Esperienza indimenticabile" Fonte: Getty Images

Iniziata un po’ per caso nel novembre 2019, come traghettatore dopo l’esonero di Igor Tudor, l’esperienza di Luca Gotti sulla panchina dell’Udinese si è prolungata per due anni, con una stagione intera e due a metà, l’ultima delle quali conclusa con l’esonero dopo la sconfitta per 3-1 in casa dell’Empoli nella 16ª giornata.

Il tecnico veneto ha pagato il rendimento discontinuo della squadra e la distonia tra la classifica e le aspettative della società, che si sarebbe aspettata di vivere un campionato meno sofferto.

Gotti ha comunque voluto salutare l’ambiente dell’Udinese acquistando un’intera pagina del ‘Messaggero Veneto’ per ringraziare e salutare tifosi e compagni di lavoro degli ultimi 24 mesi:

“Come è noto, non sono una persona che ama il clamore o le cose eclatanti però in questi pochi giorni ho ricevuto un numero talmente impressionante di attestati di stima e di affetto che mi hanno suggerito di scrivere queste righe. L’Udinese non è la squadra di calcio della città di Udine, l’Udinese è una passione in tutto il Friuli e per i friulani nel mondo”.

Nelle parole di Gotti c’è anche spazio per una citazione illustre:

“Qualche anno fa mi colpì l’elogio del friulano di Mauro Corona, da leggere, che tra le altre cose dice:

‘…il friulano è come la torre di Pisa, si piega ma non crolla. È difficile abbattere i friulani. Ci hanno provato guerre, miseria, terremoti, alluvioni, frane, inverni da castigo. Niente da fare, il friulano non lo stendi. Fisicamente è vulnerabile come tutti, moralmente no. Moralmente il friulano è fatto di ghisa, e guarda al futuro con cautela…’.

Proprio per questo la maglia dell’Udinese si carica di significati e valori simbolici che appartengono a questa gente e a questo territorio, e va portata e custodita con tutto il rispetto. A maggior ragione in un tempo in cui tutti noi rendiamo all’individualismo e a rinchiuderci nei nostri piccoli universi solitari, il valore di una maglia che unisce è ancora più grande. Le partite di calcio si vincono e si perdono, e tutti sappiamo che vincere è bello e importante, ma è importante anche come ci si comporta vicino a quella maglia, con dedizione al lavoro, serietà, compostezza, umiltà, rispetto, ma anche con orgoglio e caparbietà. Io ci ho provato, qualche volta mi è riuscito qualche volta meno, ma ci ho provato.

Grazie a tutte le persone, tutte, che hanno portato il loro piccolo o grande contributo per rendere le cose migliori, o anche solo hanno provato a farlo a partire dalle più semplici e umili, spesso lontane dai riflettori, ma preziosissime.

Un saluto a quelli che in questi anni mi sono diventati amici, molti in questa regione splendida, persone speciali, che mi hanno regalato un pezzetto del loro cuore, che porterò ovunque dentro di me”. 

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