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UEFA, Andrea Agnelli non molla e rilancia il progetto Superlega

Nel pomeriggio Andrea Agnelli ha parlato al Business of Football summit organizzato dal Financial Times. Dura risposta a Tebas e rilancio della Superlega.

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Dopo gli attacchi neanche troppo velati della mattinata, nel pomeriggio è toccato al Presidente della Juventus Andrea Agnelli difendersi dalle parole del Presidente della UEFA Ceferin e della Liga Tebas nel corso Business of Football summit organizzato dal Financial Times. Ritorna in voga il tema Superlega, anche se Agnelli non da veri indizi su come potrebbe riprendere il progetto.

Andrea Agnelli, risposta a Tebas e discorso Superlega

La manifestazione di quest’anno aveva come tema Disruption, Recovery and the Struggle for Power. Il Presidente della Juventus Andrea Agnelli, assieme al patron del Real Madrid Florentino Perez, sono i promotori principali del progetto Superlega, la maxi competizione per club che nelle intenzioni andrebbe a sostituire la Champions League e a surclassarla per guadagni e prestigio. 

Nel corso dell’intervento, Agnelli respinge in primis le accuse di lunga data di Ceferin, confermando la volontà di andare avanti col progetto:

“L’UEFA sapeva che io come presidente della Juventus stavo lavorando a qualcosa di diverso. Si tratta di un lavoro collettivo di 12 squadre, non di una persona sola. Queste 12 società hanno firmato un contratto di 120 pagine ed è ancora vincolante per 11 di essi”.

Successivamente, Agnelli risponde anche al Presidente della Liga Tebas, che in mattinata aveva dichiarato: “I club della Superlega mentono più di Putin. Noi delle leghe nazionali dovremmo essere degli idioti, allora, visto che siamo tutti contrari. Mi sento umiliato all’idea di far rivivere la Superlega”. Questa la risposta di Agnelli:

“Secondo me il calcio europeo ha un disperato bisogno di riforme. Non accetterò domande su Tebas, le sue dichiarazioni parlano da sé”.

Andrea Agnelli e la necessità di riforme della UEFA

Agnelli nel corso dell’intervento prosegue sul discorso Superlega, sottolineando anche la necessità del calcio europeo di avere riforme adeguate. Sempre a proposito del suo progetto, Agnelli non lo chiama un fallimento, attaccando duramente la UEFA:

“Non ha fallito. Il progetto Superlega era stato lanciato e non era stato usato come una minaccia o come volontà di cercare un compromesso, come avvenuto in passato. Il compromesso non è più una scelta, servono riforme. La domanda che bisogna farsi è se il regolatore monopolistico (la UEFA n.d.r) può mandare avanti industria da 75 miliardi: io credo di no. Vogliamo avere la libertà di creare una competizione”.

Oltre a questo, Agnelli continua a insistere sulle riforme impellenti del calcio europeo:

“Il compromesso non è una scelta ormai, c’è bisogno di riforme più profonde. Un organo monopolistico è in grado di guidare un business come il calcio? Penso di no”.

Andrea Agnelli e il futuro di Juventus e UEFA

Va da se che un’eventuale riforma del calcio europeo andrebbe a colpire, in positivo o in negativo, anche la Juventus, club del quale è presidente. Da uomo intelligente però, Agnelli svia la domanda su quale competizione giocherà la Vecchia Signora tra cinque anni:

“Juventus? La vedo giocare nella competizione per club più prestigiosa”. (Risposta sibillina, non ha nominato la Champions League aggirando di fatto la domanda n.d.r).

Infine, un punto sul futuro della UEFA, al momento il massimo organo europeo del calcio:

“Mi siederò, sosterrò una governance trasparente e aspetterò che il Consiglio di giustizia europeo dica o meno se l’attuale organismo è idoneo”.

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