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UFC 296, Edwards resta campione: battuto Covington, Trump imbarazzato. Rissa tra Strickland e Du Plessis

Nell'ultima card numerata dell'anno, ovvero UFC 296, Leon Edwards vince contro Colby Covington e mantiene la cintura, dimostrandosi più forte delle provocazioni subite. Tutti gli altri match e i risultati della serata

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

L’annata della più nota promotion di MMA al mondo si è chiusa coi botti in quel della T-Mobile Arena di Las Vegas. Nella notte italiana tra sabato 16 e domenica 17 novembre si è tenuta UFC 296, card che vedeva come main event la sfida per il titolo dei pesi welter tra Leon Edward, campione in carica, e Colby Covington. Ma nella card principale c’era anche un altro match titolato, quello dei mosca tra Alexandre Pantoja e Brandon Royval.

L’ultimo evento UFC numerato dell’anno è stato preceduto da una settimana al calor bianco sia tra i protagonisti principali della serata che tra i fighter che hanno partecipato alla conferenza stampa che anticipa la stagione 2024 dell’Ultimate Fighting Championship. Ci arriveremo, ma prima concentriamoci sulle lotte in gabbia alla T-Mobile Arena.

UFC 206, la preliminary card

Prima della main card, abbiamo avuto i match dell’early e poi preliminary card, dove ha spiccato tra gli altri combattimenti quello tra Cody Garbrandt e Brian Kelleher, con il primo, già ex campione dei pesi gallo nel 2016, che conclude la pratica nel primo round mettendo ko l’avversario, con il quale ha avuto la meglio nello striking e nella velocità di esecuzione dei colpi, in particolare con un gancio destro che ha messo al tappetto Kelleher.

Un successo che sancisce il ritorno di No Love, persosi un po’ per strada negli ultimi due anni tra sconfitte e combattimenti cancellati, e che torna invece a conquistare dei successi di fila (dopo quello dello scorso aprile contro Trevin Jones, deciso ai cartellini con decisione unanime da parte dei giudici a favore di Garbrandt) per la prima volta dal 2016. Alla fine del match il vincitore ha chiamato Deiveson Figueiredo come suo prossimo avversario.

UFC 296, main card: Emmett e il ko sconvolgente nei confronti di Mitchell. Sollievo dopo la paura

Andiamo ora direttamente alla main card (alla fine dell’articolo trovate comunque un riepilogo dei match preliminari e principali con i risultati), aperta dalla sfida tra Josh Emmett e Bryce Mitchell, terminata in maniera brutale per il secondo.

Emmett, coriaceo gatekeeper, infatti ha abbattuto il rivale nel primo round con un destro che ha fatto accasciare al suolo il 29enne, incosciente. Pochi secondi dopo ha iniziato ad avere delle convulsioni, e solo dopo diversi minuti Mitchell (che ha sostituito con breve preavviso Giga Chikadze come avversario in gabbia a causa di un infortunio del georgiano) è riuscito a rimettersi sulle proprie gambe.

Emmett ha poi ammesso di aver avuto difficoltà a festeggiare viste le condizioni del rivale, a cui ha tributato gli onori per aver risposto comunque alla chiamata per un match con così poco preavviso. Mitchell, dal canto suo, ha tranquillizzato tutti su Instagram in queste ore, asserendo di stare bene.

Pimblett convince contro un Ferguson in declino

Passiamo quindi ad un match sulla carta molto mediatico e anche abbastanza discusso prima ancora che avvenisse, ovvero quello tra Paddy Pimblett e Tony Ferguson. Da una parte un fighter in ascesa costante, qualcuno dice pure ammantato di un eccessivo hype, e dall’altra un veterano che a dirla tutta si sta trascinando stancamente ma ostinatamente nel crepuscolo della propria carriera.

Il britannico non combatteva da un anno, a causa di un infortunio alla caviglia, ma alla fine ha zittito i detrattori convincendo in gabbia contro l’ex campione ad interim dei pesi leggeri, battuto ai cartellini, con i giudici che hanno decretato la vittoria di Paddy The Baddy per 30-27.

Ferguson ha resistito stoicamente davanti ad un avversario che a momenti sfiorava il ko nella prima ripresa, atterrandolo e imponendo il proprio ground and pound. Per l’americano si tratta della settima sconfitta di fila, che lo spingerà forse ad una riflessione, veramente ponderata, sul da farsi riguardo la propria carriera. Per Pimblett invece quella a Las Vegas è stata sicuramente la sua miglior prestazione ad oggi, evitando il deragliamento del suo hype train e rilanciando ulteriormente la sua stella in ascesa nei pesi leggeri.

Rakhmonov è inarrestabile: chance titolata in arrivo?

La main card è poi proseguita con il match tra Shavkat Rakhmonov e Stephen Thompson, vinto dall’uzbeko tramite rear naked choke nel secondo round. Lo statunitense ha provato a mantenere la contesa in piedi, dove aveva un certo vantaggio visto anche il suo passato da kickboxer, ma una volta che Rakmonov è riuscito a portare a terra la lotta nel secondo round per Thompson non c’è stato molto da fare al minuto 4:56, subendo la sottomissione.

L’uzbeko conquista così un impressionante score di 18-0 in carriera, e ha avanzato la richiesta di avere una title shot nei welter.

Pantoja resta campione dei mosca

Ultimo match prima del clou è stato quello che ha visto fronteggiarsi in gabbia Alexandre Pantoja e Brandon Royval, con in palio la cintura dei pesi mosca. Ebbene, il rematch tra i due (nel primo che avvenne il 21 agosto del 2021 vinse il brasiliano tramite finalizzazione al secondo round) ha visto il dominio del detentore del titolo, ovvero Pantoja, che ha costretto Royval a difendersi nella lotta a terra dove il brasiliano è più a suo agio. Anche se nel terzo round Pantoja è sembrato più in difficoltà, già in quello successivo ha ripreso quota cercando la sottomissione definitiva per chiudere il match.

Una sfida ad alto tasso tecnico, con Royval che ha provato a reagire quando ormai è stato troppo tardi. Il successo del brasiliano, oltre a consentirgli di mantenere la cintura vinta a UFC 290 contro Brandon Moreno, gli darà la possibilità di riflettere come difenderla in una divisione che offre diversi spunti.

Edwards rifila una lezione a Covington dopo le dichiarazioni sul padre

Chiudiamo infine con la main card che vedeva una sfida alquanto sentita tra Edwards, chiamato a difendere la cintura, e Covington. Sentita non solo per la posta in palio, ma anche per la vigilia funestata dalle dichiarazioni un po’ spinte sul lato trash dello sfidante, che durante la conferenza stampa di presentazione della card aveva detto riferendosi ad Edwards: “Sabato ti spedirò al settimo girone dell’inferno, dove potrai salutare tuo padre“. Quest’ultimo era stato ucciso in un agguato a colpi di arma da fuoco fuori da una discoteca quando lo stesso Edwards aveva 13 anni, e il fighter ha reagito a questa uscita di Covington lanciandogli una bottiglietta d’acqua.

Edwards, che stupì il mondo nel 2022 conquistando la cintura dei pesi welter spedendo ko Kamaru Usman, ha fatto appello alla sua lucidità e al suo sangue freddo per trasformare la rabbia di un affronto del genere in efficacia e precisione sull’ottagono.

E così è stato: la cintura è rimasta intorno alla vita del campione dopo che i giudici hanno decretato la vittoria a suo favore segnando nei cartellini 49-46. Contro un Covington che è sembrato ingessato, sia nella lotta a piedi che a terra, Edwards ha imposto un ritmo compassato e colpi precisi, disturbandolo con i suoi calci frontali.

In pratica, il defender ha neutralizzato la fura del rivale, nonostante quest’ultimo abbia provato a ribaltare un tentativo di strangolamento da dietro alla fine del quinto round. Troppo tardi, e vittoria ad un Edwards che a caldo ha dichiarato: “Questo tipo ha usato la morte di mio padre come forma di spettacolo. Ci è voluto molto per calmarmi, restare concentrato e vincere questa battaglia“. Per il campione, oltre alla seconda difesa titolata, anche uno score di 13 vittorie di fila.

Covington incolpa i giudici, ma anche Trump sembra scaricarlo

Dal canto suo Covington, che aveva chiesto ed ottenuto che in caso di vittoria avrebbe ricevuto la cintura da Donald Trump, presente tra il pubblico e di cui è un fan sfegatato (nella conferenza stampa pre-match si era presentato vestito da George Washington, richiamando il movimento del Tea Party alla base del trumpismo, e dichiarando: “1776 baby, questa è la Rivoluzione Americana. Il generale Washington l’ha iniziata, il generale Covington la concluderà”), ha invece affermato di non aver pensato di aver perso l’incontro. “Non ho neppure un graffio”, ha detto, con il naso sanguinante per via di un taglio e la gamba contusa.

Poi ha inneggiato a Trump, il quale fugacemente inquadrato non ha certo sprizzato entusiasmo, vista la sua poca simpatia verso i perdenti, per poi lasciare la sala mentre lo stesso Covington stava parlando con Joe Rogan per le dichiarazioni post match.

Non pago, lo sconfitto a freddo nella conferenza stampa post UFC 296 ha dichiarato di aver perso perché “i giudici odiano Trump, e quindi volevano sfavorirmi“. Dimenticando di combattere per una promotion notoriamente sbilanciata a destra.

Rissa nel pubblico tra Strickland e Du Plessis. Le battute omofobe del campione dei medi

Lasciamo la retorica complottista e chiudiamo con una spigolatura finale, ovvero la rissa scoppiata tra due futuri contendenti per il titolo dei pesi medi nel match che si terrà a UFC 297 del prossimo mese. Parliamo di Sean Strickland, attuale detentore della cintura e Dricus Du Plessis, presenti tra il pubblico.

Inquadrati durante la serata, i due – pure seduti vicini per volontà del capo della promotion Dana White – sono venuti subito alle mani, per poi essere separati ed allontanati dall’evento. Le ruggini tra i due erano esplose durante la pirotecnica conferenza stampa di questa settimana che anticipava gli eventi dell’UFC nel 2024, in cui il coriaceo Strickland – noto per le sue sparate e un passato travagliato – ha offeso il rivale sudafricano con illazioni omofobe, alludendo ad un rapporto molto stretto tra lui e il suo coach.

Questo perché Du Plessis spesso dopo le vittorie ha baciato platealmente sulle labbra il suo allenatore. In realtà, come ha spiegato il giovane fighter UFC in ascesa ed anch’egli sudafricano Cameron Saaiman, si tratta di una usanza comune dalle loro parti. “Siamo cresciuti così”, ha dichiarato in una intervista, spiegando che in Africa questo tipo di baci è tipico anche tra parenti.

UFC 296, i risultati

-Main Card

Leon Edwards (c) batte Colby Covington per decisione unanime (49-46, 49-46, 49-46)
Alexandre Pantoja (c) batte Brandon Royval per decisione unanime (50-45, 50-45, 49-46)
Shavkat Rakhmonov batte Stephen Thompson per sottomissione al secondo round
Paddy Pimblett batte Tony Ferguson per decisione unanime (30-27, 30-27, 30-27)
Josh Emmett batte Bryce Mitchell per KO al primo round

-Preliminary Card

Alonzo Menifield batte Dustin Jacoby per decisione unanime (29-28, 29-28, 29-28)
Irene Aldana batte Karol Rosa per decisione unanime (29-28, 29-28, 29-28)
Cody Garbrandt batte Brian Kelleher per KO al primo round
Ariane Lipski batte Casey O’Neill per sottomissione al secondo round
Tagir Ulanbekov batte Cody Durden per sottomissione al secondo round
Andre Fili batte Luca Almeida per TKO al primo round
Shamil Gaziev batte Martin Buday per TKO al secondo round

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