Il capotecnico di Valentino Rossi Silvano Galbusera in un’intervista a motorsportmagazine.com ha spiegato in dettaglio il ritorno alla competitività del Dottore a Sepang.
“Ora sacrifichiamo un po’ di prestazione per cercare di mantenere la gomma stabile. Valentino può essere più forte con questa impostazione diversa. E’ un approccio da Endurance, piuttosto che da MotoGP! Abbiamo lavorato sulla geometria per ridurre lo stress sul pneumatico posteriore perché il nostro problema era sempre la durata del pneumatico. Valentino non era affatto soddisfatto delle gomme. All’inizio della gara, era forte, ma qualunque cosa facesse, salvare la gomma non era era possibile. Inoltre non ha potuto usare la Michelin come voleva perché le gomme sono troppo morbide e si surriscaldano. È diverso per Maverick Viñales: ha una taglia fisica diversa e uno stile diverso. Valentino generalmente guida meglio con una gomma dura perché gli dà più supporto e una migliore stabilità, mentre con una gomma morbida sente che la moto muove troppo, inconveniente che rende la guida più difficile. Ma questo è l’unico modo per essere forti”, sono le parole ripotate da corsedimoto.com.
“Il nuovo metodo che stiamo seguendo è quello di provare ad usare il pneumatico più morbido di quello che sarebbe logico. Lavoriamo anche tutto il tempo sulla geometria. Valentino dice che non è facile guidare la moto con l’assetto attuale, ma è l’unico modo per preservare le gomme. Cerchiamo di seguire un percorso diverso, in modo che la moto non sia la più potente, ma più dolce con la gomma posteriore, e sembra funzionare bene. Ora abbiamo un po’ più di aderenza meccanica. Ma attenzione, perché il grip meccanico della Yamaha è sempre stato buono, ma se usiamo troppa trazione, il pneumatico si surriscalda e comincia a scivolare. È quindi necessario che la moto carichi la ruota posteriore più lentamente”.
“In Yamaha abbiamo lavorato per soddisfare l’esplicita richiesta dei piloti con tutti i mezzi possibili: gomme morbide, gestione della coppia del motore, controllo della trazione e grip meccanico. Anche se questo diminuisce un po’, le prestazioni sul giro non peggiorano. La scommessa sembra dare i suoi frutti ma dipende anche dall’allocazione di gomme Michelin, che è diversa per ogni gara”.
“In ogni caso, i piloti adesso avranno più tempo nei test invernali prima di provare un nuovo motore che potrebbe migliorare il comportamento della Yamaha riguardo la trazione all’uscita dalla curva. Questa volta non vogliamo correre il rischio di deliberare un motore che poi si riveli troppo impegnativo per la gomma posteriore”.
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