A Luis Scola non mancano ambizione e buone volontà ma queste possono rivelarsi inutili se il sistema in cui lavori non ti supporta e resta ancorato al passato.
È questo in sostanza ciò di cui si è lamentato l’argentino parlando di progetti futuribili e difficoltà di programmazione nella pallacanestro italiana.
“Il problema non è pensare a un progetto difficile, ma programmarne uno facile. Come dicono negli Usa, make it happen: ecco la sfida” ha dichiarato l’a.d. di Varese al Corriere della Sera.
“L’Olimpia Milano e la Virtus Bologna lo stanno già dimostrando. E pure altri club hanno idee interessanti. Nel basket tutto succede prima nella Nba, poi nell’Eurolega e infine nei campionati nazionali. Tuttavia è possibile anticipare gli eventi. Guardare oggi alla Nba è come guardare al futuro. In Italia siamo troppo conservatori, bisogna avere coraggio: Milano e la Virtus fanno quello che la Nba faceva 15 anni fa” ha proseguito Scola prima di spostare il focus sulla sua squadra.
“Le risorse non sono a livello di Milano o Bologna, però potremo migliorarle. C’è poi una lista di iniziative che non facciamo solo perché non le abbiamo mai considerate. Sono compatibili con i nostri mezzi e serve uno sforzo comune per attuarle. Cercheremo di essere sempre più simili alle squadre dell’Eurolega. Inoltre Varese dovrà tornare a sfornare talenti, meglio se locali: coinvolgere la comunità sarà imprescindibile e il vivaio tornerà sotto il nostro pieno controllo e voglio un modello simile a quello dell’Atalanta nel calcio” ha affermato propositivo il classe 1980 di Buenos Aires.