Sospeso dal video fino a data da destinarsi. Sembrava questa la decisione della Rai su Enrico Varriale dopo le denuncie per stalking recapitate all’ex vicedirettore di Raisport. Una decisione, scriveva ieri l’Adn Kronos, presa per preservare e difendere la reputazione dell’Azienda e dello stesso Varriale. Notizia che però ha fatto infuriare il giornalista che ha raccontato la sua versione dei fatti a La Stampa. E’ vero che ieri non era in video e che non commenterà neanche domenica le finali di Nations League del 10 ottobre ma le cose starebbero diversamente.
Varriale parla di decisione di comune accordo con la Rai
Non una sospensione, dice Varriale ma «una decisione presa di comune accordo con l’azienda». La vicenda è nota: il gip Monica Ciancio ha disposto nei confronti del conduttore la misura cautelare del divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa, con l’ordine di «non comunicare con lei neppure per interposta persona».
Nel provvedimento emesso dal gip si fa riferimento a «condotte reiterate» di molestie e minacce che avrebbero provocato nella vittima «un grave stato d’ansia e paura».
La donna ha denunciato di essere stata picchiata, insultata, sbattuta contro il muro. E ha aggiunto di essere stata perseguitata, con telefonate di notte e appostamenti sotto casa. Accuse che il giornalista, interrogato lo scorso 30 settembre, bolla come «false e destinate ad essere smentite nei fatti». «Solo una lite per gelosia», avrebbe detto agli inquirenti.
Varriale furioso: Hanno sbattuto il mostro in prima pagina
Continua Varriale: «Non c’è stata nessuna sospensione e chi ne ha parlato e ha sbattuto il mostro in prima pagine ne risponderà nelle sedi opportune. Tutto è andato diversamente. In accordo con la direzione della mia testata e con i vertici dell’Azienda, abbiamo deciso che sarebbe stato più opportuno per me non seguire la partita del 10. Questo per non dar luogo a chiacchiere, equivoci, strumentalizzazioni e risvolti spiacevoli. A tutela della Rai e mia. Ripeto: una decisione presa di comune accordo. Nessuna sospensione e alcun provvedimento disciplinare».
«La vicenda per come è stata trattata mi preoccupa. Sono stato additato come un mostro, ma allo stato dei fatti c’è solo una denuncia, la versione della signora e la mia versione. Mi preoccupa che si facciano processi sui giornali, un gioco al massacro che io non ho mai fatto. È una dolorosa vicenda personale che avrei preferito rimanesse tale. Purtroppo però mi sono state rivolte, e rese pubbliche, accuse del tutto false. Non ho mai stalkerizzato alcuno e chi afferma il contrario ne risponderà. Sono sicuro che riuscirò a dimostrare l’infondatezza delle accuse in tempi brevi. Sono tranquillo in attesa di chiarire».