Che il Vicenza possa sparire dal mondo del calcio è un rischio più che concreto: in Procura stanno vagliando i documenti contabili che la Guardia di Finanza ha raccolto in sede per decidere se chiedere al tribunale istanza di fallimento. E se ciò dovesse succedere sarà un altro pezzo importante della storia del football nostrano a fare una brutta fine.
Con la maglia biancorossa hanno giocato grandissimi talenti. Uno su tutti: Roberto Baggio, di Caldogno, otto chilometri dal capoluogo, classe 1967. Un fuoriclasse vero, che molti considerano il miglior calciatore italiano degli ultimi trent’anni. E che dal Vicenza (allora Lanerossi, per via dello storico abbinamento con l’azienda) partì per girare l’Italia, giocando nelle più importanti squadre della Penisola e andando a conquistare il Pallone d’oro.
Il ‘divin codino’, però, non è che la punta dell’iceberg di un movimento: impossibile non citare l’incredibile secondo posto in serie A della stagione 1977/1978, grazie al calcio spettacolare di Giovambattista Fabbri, ma anche delle tantissime reti di Paolo Rossi, un altro che avrebbe messo in bacheca il Pallone d’Oro e che, a differenza di Robibaggio, è anche riuscito nell’impresa di vincere il campionato del mondo. Il presidente Giussy Farina si decise a riscattarlo dalla Juventus, club dal quale era in prestito pluriennale per 2 miliardi, 612 milioni e 510 000 lire. Una cifra mostruosa per l’epoca e per un club di ridotte dimensioni come quello veneto.
E, a proposito di vittorie, non si può non ricordare la Coppa Italia della stagione 1997-98, con Francesco Guidolin bravo e attento nel portare un bel gruppo fino in fondo al torneo. Tutto questo, oggi, sembra così lontano. Il conto alla rovescia verso la fine è iniziato e soltanto un qualcosa che somigli tantissimo a un miracolo può arrestarlo.
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