E’ una Virtus Bologna che sembra un cantiere. Arrivi, partenze, infortuni, covid: la squadra sta attraversando una fase di transizione che a detta del coach virtussino, non è ancora terminata.
“Praticamente da agosto, la squadra è in fase di transizione con giocatori che entrano ed escono. L’arrivo di Hackett e Shengelia puntella il gruppo regalando esperienza, mestiere, forza mentale, maturità, tutti ingredienti che di partenza, la squadra non aveva a questi livelli. E poi senza Udoh e Abass si sono persi subito due pilastri difensivi importanti”.
Coach Scariolo ha lavorato incessantemente, anche se il continuo aggiustare le cose risulta difficile, ma anche sfidante. L’arrivo di Hackett ha rinforzato parecchio le Vnere. “Ha esperienza di grande squadra, maturità, capacità di prendere decisioni assennate in attacco senza essere James Harden. Rinforza la squadra in aspetti in cui era deficitaria.Queste qualità sono riconosciute dal gruppo che gli ha riservato un’ottima accoglienza.”
Eppure la Virtus vive tra lati e bassi, in Europa e anche in campionato: “Dove il livello è più alto,abbiamo pagato il fatto di partire con 12 giocatori. È stata una scelta nata da un mio errore di valutazione. Non ero un tifoso dei lunghi roster. Ho imparato mio malgrado perché le grandi squadre hanno 16-18 giocatori: per mettersi al riparo da problemi.”