Genoa-Spal, che ha visto l’esordio sulla panchina dei liguri di Cesare Prandelli, capace di portare al pareggio una squadra ridotta in dieci uomini dopo una manciata di minuti, è stata teatro anche di una pesantissima contestazione nei confronti del patron della società ligure, Enrico Preziosi.
Uno striscione, sul quale erano riportate frasi molto volgari all’indirizzo suo e della figlia Paola, è stato fatto rimuovere dall’arbitro Fabrizio Pasqua, che si è rifiutato di fischiare l’avvio della seconda frazione di gioco prima che si procedesse all’operazione. Paola è la moglie del centrocampista Miguel Veloso: il portoghese, tornato a indossare la casacca del Grifone nel 2016 dopo una non breve esperienza alla Dinamo Kiev, è uno dei giocatori più bersagliati dai fischi dei sostenitori rossoblù proprio a causa del suo legame di famiglia con il massimo dirigente.
“La nostra è stata una lunga salita, era impensabile risistemare la situazione giocando per 80 minuti in dieci. Abbiamo dimostrato di essere ordinati e di aver voglia di fare gol – ha detto Prandelli al termine della gara -. Il nostro secondo tempo è stato ottimo, partiamo da una base tecnica e caratteriale di alto livello”.
“Ci vorrà del tempo, ma spero di vedere meno lanci lunghi e la squadra più tranquilla in fase di costruzione di gioco – ha aggiunto il tecnico di Orzinuovi, subentrato a Juric con il croato che a sua volta aveva preso il posto di Ballardini -. Non possiamo pensare di affidarci solo a Piatek e Kouame con il lancio lungo, serve anche una manovra. Kouame è stato più efficace nella ripresa, dopo aver capito la sua posizione, di Piatek bisogna considerare che aveva giocato 120 minuti giovedì, così come Biraschi. Criscito? La sua esplusione ci è parsa eccessiva, ma era importante reagire a quell’episodio”.
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