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Volley femminile, Antropova sembra Egonu: le pagelle di Italia-Thailandia

L’Italvolley di Davide Mazzanti ha risposto presente: il 3-1 alle asiatiche le mantiene in vetta a punteggio pieno. Ora altro match abbordabile contro la Colombia

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Un po’ col fiatone, anche se pensare che Thailandia avrebbe fatto rima con passeggiata era forse troppo. Lasciando per strada il primo set del preolimpico, ma riuscendo comunque a cambiare marcia nel momento in cui c’è stato da accelerare e non voltarsi più.

L’Italvolley di Davide Mazzanti alla fine ha risposto presente, come giusto che fosse: il 3-1 alle asiatiche le mantiene in vetta a punteggio pieno a quasi metà del percorso, soprattutto mettendo in mostra una Ekaterina Antropova capace di spazzar via qualunque dubbio sulla sua reale consistenza.

Kate scrive 34: prova monstre

Con 34 punti la fuoriclasse di origini russe ha voluto mettere un segno tangibile sulle potenzialità di cui dispone, aggredendo la partita ogni qual volta le compagne l’hanno messa in condizioni di far male.

La Thailandia ha retto l’urto finché ha potuto, mostrandosi nazionale ostica che quando ha avuto l’opportunità di contrattaccare non se l’è fatto ripetere due volte.

Ora la Colombia

Per le azzurre ora arriva un match sulla carta agevole contro la Colombia (mercoledì alle 11,30), da vincere senza concedere più di un set (quindi vittoria piena da tre punti) per presentarsi poi alle ultime tre sfide contro Stati Uniti (venerdì alle 20,45), Germania (sabato alle 20,45) e Polonia (20,30) con l’opportunità di chiudere i conti e garantirsi uno dei due pass per Parigi 2024.

Anche se, tolta Antropova, qualche nube all’orizzonte s’è intravista ancora.

Le pagelle dell’Italia

  • ANTROPOVA 9. Devastante, sublime, inarrestabile. Kate ha sulle spalle la pressione del non dover far rimpiangere un cavallo di razza come Paola Egonu, con tutto il carico di attese che comporta. Non sembra avere 20 anni: gioca come una veterana, chiede palla senza paura, si prende tutte le responsabilità del caso. E poi lascia andare il braccio senza pietà: 34 punti, 25 in attacco, 4 a muro e 5 ace. E poi tante altre cose buone, con una leadership conclamata che fa felice Mazzanti e (per ora) anche il clan azzurro. L’asticella è destinata a salire, ma questa versione di Antropova per molte difese avversarie sarà difficile da contenere.
  • BOSIO 6. Partita dai due volti. Quando le cose vanno bene riesce a esprimersi su livelli abbastanza alti, mandando a nozze Antropova e in generale cercando di mettere in ritmo anche le schiacciatrici. Ma quando la ricezione funziona male (vedi secondo set) anche lei va un po’ nel pallone. A sua discolpa, il poco tempo a disposizione per amalgamarsi con le compagne: sostituire Orro non è semplice.
  • SYLLA 5. La capitana non sta attraversando una delle migliori estati della sua carriera. Anche stavolta commette errori da matita rossa, soprattutto soffrendo tantissimo in ricezione (18%). La salvano un po’ le compagne, ed è un controsenso pensando a quello che ha raccontato il passato. Deve ritrovarsi e trovare serenità: questa versione sbiadita di Miriam non giova a nessuno.
  • PIETRINI 6. Per una volta salva la pagelle grazie al lavoro in ricezione (e più in generale in difesa), che rende molto meglio rispetto alla compagna di banda Sylla. In attacco invece non brilla: 26% di efficienza, 12 punti complessivi, molti dei quali però arrivati quando la palla scottava di meno. Anche lei ha bisogno di sentirsi più dentro le partite: Antropova ha oscurato un po’ gli altri martelli.
  • DANESI 7. Anna è una delle poche certezze di questo gruppo, capace di rendere sempre al meglio anche quando le cose non sembrano girare per il verso sperato. Con 6 muri mette spesso e volentieri il sigillo e soprattutto ricaccia indietro le thailandesi, che quando trovano un motivo per esaltarsi non si fanno pregare troppo. È l’altra leader indiscussa del gruppo: si sente e si vede.
  • SQUARCINI 6-. Mazzanti le concede una maglia da titolare, facendo rifiatare Lubian, e lei sfrutta l’occasione a metà. In attacco non sempre riesce ad essere ficcante, a muro sembra quasi nascondersi, lasciando molto del lavoro a Danesi (solo un muro a referto). Con un paio di ace però rialza la testa. Ha bisogno di fare esperienza, e questi 4 set gli torneranno utili.
  • FERSINO 6,5. Le thailandesi non stanno a guardare, quando vedono uno spiraglio attaccano (o contrattaccano), e lei deve spesso metterci una pezza, costretta agli straordinari anche quando Bamrungksug va al servizio. Chiude col 43% in ricezione, e tutto sommato vista la complessità del match non è male. Prova a dare fiducia e continuità anche quando le cose non vanno bene, e ci riesce.
  • VILLANI, LUBIAN, GENNARI sv. Dentro per qualche scambio, ma senza avere mai l’opportunità di incidere. Mazzanti però le vuol tenere sulla corda, aspettando momenti più complessi.
  • MAZZANTI 6. Mettiamola così: la Thailandia in certi momenti ha fatto soffrire troppo un’Italia che qualche amnesia ce l’ha, soprattutto a livello di continuità. Poi però è bravo a tenere serrate le file e dopo la sbandata del secondo set la squadra capisce che è giunta l’ora di accelerare. Antropova con lui rende al massimo, le altre però stanno faticando. Le partite vere stanno per arrivare: resta la Colombia per fare bottino pieno e poi capire davvero di che pasta è fatto questo gruppo.

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