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Volley Italia-Brasile 2-3 pagelle: il pass per Parigi non c’è (ma arriverà). Sanguinetti il più bravo

L'Italvolley di De Giorgi perde contro il Brasile e non si qualifica per le Olimpiadi 2024 di Parigi ma non alimentiamo allarmismi: gli Azzurri si giocheranno la medaglia d’oro a cinque cerchi

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Parigi deve attendere. Ma non alimentiamo troppi allarmismi: l’Italia del volley maschile tra le 12 che si giocheranno la medaglia d’oro a cinque cerchi ci sarà, solo che dovrà attendere metà giugno e la fine delle prime tre settimane di Nations League per ricevere il sacro crisma dell’ufficialità.

Per ora il pass l’hanno staccato in 6 (più la Francia padrona di casa), ma l’Italia non è tra queste: Polonia, Stati Uniti, Giappone, Canada, Germania e Brasile hanno ottenuto la qualificazione passando per i tre tornei organizzati dalla FIVB, con gli azzurri malinconicamente relegati fuori dal lotto per via delle sconfitte subite contro Germania (3-1), Cuba (3-1) e appunto Brasile (3-2).

De Giorgi dorme sonni (abbastanza) tranquilli

Ma a differenza dei cubani, che a livello di ranking non sono messi benissimo, i ragazzi di De Giorgi possono dormire sonni abbastanza tranquilli: basterà loro non commettere troppi errori nel corso della prima fase della Nations League (che invero di solito viene utilizzata per fare esperimenti, ma stavolta non sarà una buona idea rinunciare ai titolari) e uno dei 5 posti rimasti (4, considerando che uno sarà dell’Egitto per via della ripartizione continentale) sarà certamente dei vice campioni d’Europa in carica.

Che pure a Rio, nell’ultima gara del torneo di qualificazione, hanno ribadito una volta di più di essere arrivati con la lingua di fuori in coda a un’estate complicata, certo molto esigente dal punto di vista fisico e mentale, che non ha pagato i dividendi sperati (quarto posto alla VNL, argento europeo e qualificazione olimpica mancata).

Una battaglia a corto di energie

Contro il Brasile, come prevedibile, è stata una battaglia giocata con le ultime energie di cui Giannelli e compagni disponevano: perso malamente il primo set, con recupero illusorio nel finale, nei successivi due parziali le cose hanno preso una piega differente, con il secondo vinto dopo un’altalena di emozioni (da 12-7 a 18-20) e un Romanò capace di incidere nel bel mezzo di un pomeriggio davvero deludente. Poi nel terzo ecco la migliore versione italiana del preolimpico, impreziosita da una serie al servizio di Michieletto con 4 ace.

Nel quarto però luce di nuovo spenta (anche del segnale internazionale di trasmissione), con i brasiliani trascinati da un Darlan spaziale che nel tiebreak decide a sua volta di battere il ferro finché è caldo, obbligando De Giorgi a mischiare le carte ma senza ottenere nulla in cambio. Finisce 3-2, e non servirà nemmeno vedere cosa farà Cuba contro l’Iran. Ma a Parigi, salvo sorprese, ci saremo.

Le pagelle dell’Italia

DANIELE LAVIA 6. Ancora una volta è il miglior marcatore azzurro di giornata, nonostante i crampi di ieri in qualche modo ne sconsiglino un utilizzo prolungato (a volte De Giorgi lo cambia con Rinaldi). Cerca di resistere in ogni modo e a provare a tirar fuori i compagni dai guai, ma ha problemi in ricezione (tiene pochissimo: appena l’11%) e anche al servizio non è sempre preciso (4 errori). Ha dato tutto, non ha molto da rimproverarsi.

ALESSANDRO MICHIELETTO 6-. La serie vincente con la quale fa strabuzzare gli occhi a tutto il pubblico del “Maracanazinho” sul finire del terzo set, quando infila 4 ace in 5 battute, è la cartolina del “vorrei, ma non posso”. Questo è il potenziale reale di Ale, che pure va al solito a corrente alternata, con un misero 17% in attacco che la dice lunga sulla sua scarsa vena realizzativa. Con tre muri tira su lo score (14 i punti serali), ma c’è poco da rallegrarsi.

GIOVANNI SANGUINETTI 6,5. A un certo punto è l’unico che riesce a davvero a combinare qualcosa di buono. Ha la faccia tosta, Giovanni, sia quando si presenta al servizio (dove incide, a costo di qualche forzatura che porta a 6 errori: ci sono però 2 ace), sia quando prova a mettere pressione ai brasiliani al centro, passando con attacchi sempre mirati e consistenti. Per lui questa settimana è stata preziosa, perché lo aiuterà a crescere.

GIANLUCA GALASSI 5,5. Meglio della gara con Cuba, ma non abbastanza per riuscire a mascherare i limiti del momento. Non riesce a incidere al servizio, fa fatica invero anche a muro (ne stampa appena 3), soprattutto non riesce a leggere gli attacchi brasiliani che spaziano e variano tantissimo. Chiude anche lui in riserva, ma non è il solo.

SIMONE GIANNELLI 6. Certe giocate andrebbero fatte vedere nelle scuole volley di tutto il mondo, tanto sono belle e al limite. Si arrabatta alla meglio, perché la ricezione è spesso volentieri infingarda e perché i verdeoro lo marcano bene, obbligandolo a inventare per non rischiare di farsi decifrare troppo facilmente. Prova a mettere tutti in ritmo, ma è durissima anche per lui. Perché la sua è stata un’estate lunghissima e la fatica ha presentato il conto.

YURI ROMANÒ 5. È mancato tanto Yuri a questa nazionale, soprattutto nei momenti topici. E non ingannino i 10 punti finali: quel misero 16% in attacco e i 7 errori al servizio fotografano meglio di qualunque altro dato le difficoltà con le quali si è dovuto misurare. Sbagliata tanto, l’opposto di Piacenza, e costringe De Giorgi a toglierlo spesso e volentieri. Deve alzare l’asticella: l’effetto sorpresa di due anni fa è finito, ora sempre qualcosa di più per incidere a questo livello.

FABIO BALASO 5. Durissima per lui reggere l’urto contro gli scatenati brasiliani, che non le mandano a dire e non gli lasciano molto spazio di manovra. Anche per Fabio la fine d’estate coincide con un periodo di appannamento evidente: tirare su palloni è diventato complicato, e tra Alan, Lucarelli e Darlan per lui la mattinata si rivela assai indigesta.

ALESSANDRO BOVOLENTA 6. Cosa si può chiedere a un ragazzo di 19 anni, che dopo aver cercato quasi da solo di ribaltare Cuba si ritrova a dover fare quasi la stessa cosa contro il Brasile, a casa dei verdeoro? Sfrutta l’occasione per mettere altra benzina nel motore (4 punti) e ribadire al mondo intero che lui a Parigi ci vuole andare. E che magari sarà la prima olimpiade di una lunga serie.

TOMMASO RINALDI 6. Non gioca molto, facendo per lo più rifiatare Lavia, ma cerca comunque di dare il suo onesto contributo. Avrà altre occasioni, ma di sicuro uno come lui è meritevole di fiducia.

RICCARDO SBERTOLI 5. Stavolta al servizio non fa sfracelli, come tante altre volte gli era capitato di fare. E quando la palla dai 9 metri non fa il suo dovere, inevitabilmente gli spazi per lui si restringono.

MATTIA BOTTOLO 6. Quasi la carta della disperazione. Due attacchi, uno a segno e un altro rigiocato dal Brasile. Nessun servizio, ma la voglia di prendersi la rivincita quando il calendario gliela offrirà.

LORENZO SCANFERLA 6. Entra per dare un po’ di fiato a quel povero Balaso che viene letteralmente preso a legnate dai brasiliani. Lui si adegua al copione, soffre e stringe i denti, cerca di tirar su più palloni possibili. Poco da eccepire, perché l’impegno è da lodare.

FERDINANDO DE GIORGI 5. Torniamo a casa perdendo tutte e tre le sfide contro le formazioni con le quali ci saremmo dovuto giocare i due pass diretti per Parigi (va bene, la Germania è andata oltre le aspettative, ma con Cuba e Brasile era partita aperta). La squadra è stanca, logora e sfinita: gioca a ondate, fatica in ricezione, incide poco a servizio. Quando le cose funzionano s’è visto che non c’era storia, e lo si è visto in tutte e tre le giornate storte. Il vero rimpianto è il ko. con Cuba, che ha complicato i piani mattutini col Brasile. Dove si sapeva che avrebbe vinto chi ne avrebbe avuto di più, e l’Italia (questa Italia) non ne aveva. Sarà un lungo inverno. Romanò non offre più troppe garanzie come opposto titolare, e al centro sarà fondamentale recuperare Russo ma soprattutto Anzani. Perché i giovani (per ora) hanno dato solo risposte parziali

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