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Walter Mazzarri, volto storico della serie A

Gli alti e bassi del tecnico livornese

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Walter Mazzarri, volto storico della serie A

Nel panorama dei tecnici storici della serie A è impossibile non citare il nome di Walter Mazzarri. L’allenatore livornese, con più di 25 anni di carriera alle spalle e oltre 400 presenze in panchina, è uno dei volti principali a cui la massima serie italiana non riesce a rinunciare.

La carriera da centrocampista

Come per la maggior parte degli allenatori in circolazione, anche Mazzarri conosce dapprima il campo da calcio nelle vesti di giocatore e solo in seguito come tecnico. Cresce come centrocampista nelle giovanili del Follonica e della Fiorentina e, dopo una breve parentesi al Pescara, esordisce in Serie A con la maglia del Cagliari. Conclusa l’avventura con gli isolani, difende i colori di diversi club in giro per l’Italia tra cui Reggiana, Empoli, Licata, Modena, Nola, Viareggio e Acireale. Chiude la sua carriera da centrocampista facendo ritorno in terra sarda e giocando con il Sassari Torres.

Gli inizi da vice e la serie C

Nel ’96, un solo anno dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Mazzarri ritorna sul campo da calcio, questa volta sedendosi in panchina. Ancora sprovvisto dell’abilitazione di allenatore professionista, ricopre l’incarico di vice di Renzo Ulivieri al Bologna e al Napoli. Inizia in questo modo a conoscere le principali nozioni tecniche e, dopo aver fatto un po’ di esperienza, compie lo step successivo diventando a tutti gli effetti allenatore. Dal 2000 al 2003 allena in C1 e C2 guidando l’Acireale,in cui ha militato anche come giocatore, la Pistoiese. Prima di passare in Serie A con la Reggina, firma con il Livorno e conduce la squadra ai vertici della classifica: aggiudicandosi il terzo posto al termine del campionato 2003/04 ottiene la promozione in Serie A.

La serie A

Lasciato il Livorno, nell’estate 2004 il tecnico livornese firma con la Reggina e resta alla guida degli Amaranto per tre anni di fila. Dopo un inizio singolare che gli costa un’ammonizione per aver fumato in panchina nonostante il divieto in vigore, Mazzarri chiude la sua prima stagione in Serie A conducendo la squadra alla salvezza. Riesce a centrare l’obiettivo anche nei due campionati successivi e persino nonostante gli 11 punti di penalizzazione imposti al club per lo scandalo di Calciopoli. Dopo tre stagioni con i calabresi, passa alla Sampdoria. Nella sua prima stagione alla guida della squadra di Antonio Cassano, svolge un ottimo lavoro, portando i blucerchiati a posizionarsi al sesto posto della classifica e a guadagnarsi l’accesso in Coppa UEFA. Purtroppo, la seconda stagione non gode della stessa fortuna: perde la finale di Coppa Italia contro la Lazio ai rigori e in campionato scende fino al tredicesimo posto della classifica. A volte, però, bisogna toccare il fondo prima di rialzarsi più forti di prima: dopo una stagione sottotono con i blucerchiati per Mazzarri sta per iniziare un periodo d’oro su una panchina lontana da Genova.

Il Napoli di Mister Mazzarri

A ottobre 2009, dopo l’esonero di Roberto Donadoni, arriva la chiamata del Napoli: il club partenopeo decide di affidare a lui la salvezza della squadra, reduce da una serie di sconfitte. Come sarebbe andata la stagione, lo si intuisce dalla prima partita con Mazzarri in panchina: vittoria per 2-1 contro il Bologna. Da qui in poi, gli Azzurri conquistano una vittoria dopo l’altra e risalgono velocemente la classifica chiudendo il girone d’andata al terzo posto. Un risultato che il club campano non otteneva da ben 18 anni. La sua corsa si arresta solamente contro la Juventus in Coppa Italia e l’Udinese in campionato. Due sconfitte che non sono sufficienti per distruggere l’ottimo lavoro fatto: a fine stagione segna il nuovo record di punti in serie A per il club e si qualifica per l’Europa League con due gare di anticipo, frutto del sesto posto finale.
La stagione successiva inizia col botto: passa il turno di qualificazione alla fase a gironi di Europa League 2010/11 battendo per 1-0 l’Elfsborg e, in campionato, prosegue la sua scalata verso i vertici della classifica. Chiude la sua seconda stagione sulla panchina degli Azzurri piazzandosi al terzo posto in campionato, risultato che gli vale l’accesso in Champions League. Grazie a Mazzarri, dopo 21 anni il Napoli si trova di nuovo a competere nel torneo più prestigioso a livello continentale per i club.
L’avventura europea degli azzurri, però, finisce in fretta: superati i gironi, escono agli ottavi per mano del Chelsea. Anche in campionato le cose non vanno benissimo e Mazzarri, tra alti e bassi, riesce a strappare solo un quinto posto alla fine della sua terza stagione in terra partenopea. È in Coppa Italia che Mazzarri si toglie la prima soddisfazione napoletana: il 20 maggio 2012 batte in finale la Juventus di Conte.
L’avventura di Mazzarri sulla panchina degli Azzurri si conclude al termine della stagione 2012/13, quando il tecnico originario di San Vincenzo si congeda dopo aver condotto la squadra al secondo posto in classifica e a guadagnarsi l’accesso diretto in Champions League.

 

L’Inter e la parentesi in Premier League

Il suo eccellente lavoro al Napoli attira l’attenzione dell’Inter che, a maggio 2013, gli offre un accordo biennale. Per il tecnico toscano l’avventura nerazzurra è costellata di alti e bassi e a novembre 2014 si trova a fare i conti col primo esordio della sua carriera.
Dopo il suo divorzio con l’Inter, il tecnico livornese rimane senza panchina per un paio di stagioni, fino a quando arriva la chiamata della Premier League. Nel 2016, il Watford del patron Pozzo lo vuole in Inghilterra e Mazzarri accetta. Nonostante raggiunga la salvezza a fine stagione, ciò non gli garantisce il rinnovo ed è costretto a lasciare l’incarico. Terminata anche questa avventura, Mazzarri è nuovamente costretto ad attendere, questa volta per un anno e mezzo, una nuova occasione.

La serie A, di nuovo

A gennaio 2018, in seguito all’esonero di Sinisa Mihajlovic, arriva la chiamata del Torino. Il nuovo allenatore toscano chiude la sua prima stagione in granata portando la squadra al nono posto della classifica, guadagnandosi la riconferma. La seconda stagione va oltre ogni aspettativa: in virtù del settimo posto finale e per l’esclusione del Milan per problemi di bilancio, il suo Torino si qualifica per i preliminari di Europa League.
La sua avventura a Torino si conclude con l’amaro in bocca: dopo aver fallito la qualificazione ai gironi di Europa League ed aver subito due sconfitte pesanti in campionato contro Atalanta e Lecce, il tecnico toscano divorzia dai granata.
A settembre 2021, dopo l’esonero di Leonardo Semplici, ecco a sorpresa una telefonata che ha un forte sapore nostalgico: il Cagliari lo rivuole in panchina. Per il tecnico toscano si tratta di un’occasione d’oro per ritrovare lo smalto perduto, magari proprio alla guida di quella squadra con cui ha esordito e fatto bene ai suoi esordi in Serie A.

Mazzarri, un connossieur del 3-5-2

L’attuale allenatore del Cagliari è solito ricorrere al 3-5-2, un sistema di gioco che conta molto sul rendimento degli esterni di centrocampo. I due giocatori, infatti, hanno un ruolo chiave sia in fase difensiva, abbassandosi quando il pallone è in possesso della squadra avversaria, sia in quella offensiva, dove finiscono per affiancare le due punte. Dietro ai buoni risultati di Mazzarri, però, non c’è soltanto un sistema di gioco, ma anche un’attenzione ai dettagli che permette ai suoi giocatori di non trovarsi di fronte a brutte sorprese quando sono in campo. Sotto la sua ala sono sbocciati giocatori come Cavani, Insegne e Lavezzi. Sicuramente la domanda principale del momento è se il suo studio accurato dei movimenti degli avversari e l’utilizzo del suo 3-5-2 siano gli ingredienti fondamentali che possano assicurare la salvezza dei rossoblù.

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