Jannik archivia la pratica Galan con un 3-0 che cela un unico momento di apnea, nel primo set, supera gli ottavi di Wimbledon e tocca terra in quel lembo che, da sempre, è il suo personalissimo scoglio.
Questa sensazione giura di conoscerla bene: Sinner a un quarto di finale dello slam, se non proprio la regola, è quantomeno una felice abitudine. Sarebbe però ora di provare anche a guardare ciò che c’è oltre, perché tutte le volte che l’altoatesino è arrivato a un passo dalla semifinale, puntualmente il campo l’ha rispedito al mittente.
- Safiullin, un po' insidia un po' mistero
- Un quarto di finale diverso
- Il peso delle partite sporche
- Sinner furioso con l’arbitro poi le scuse: “Ho sbagliato, non è da me”
- Adesso sognare non costa nulla
- Quella finale inedita: Berrettini-Sinner
Safiullin, un po’ insidia un po’ mistero
Missione che stavolta toccherà a Roman Safiullin, che sull’erba sino a una settimana fa, se non proprio un signor nessuno, certamente non era tra quelle che godevano di maggiore credito. Ma dopo aver rispedito a casa in anticipo due teste di serie (Roberto Bautista Agut, numero 20, e Denis Shapovalov, numero 26) è giusto considerarlo alla stregua di un rivale insidioso.
A Wimbledon, nel tabellone principale, ha vinto tutte e 4 le gare disputate in carriera, e in qualche modo sa bene che potrebbe entrare nella storia dalla parte giusta se centrasse la semifinale alla prima vera campagna londinese della sua giovane vita da tennista professionista.
Chi arriva ai quarti va temuto e rispettato. Safiullin è un cliente durissimo, perché ha grande forza e resistenza, e quando l’ho affrontato in ATP a inizio 2022, pur vincendo, ricordo che mi fece soffrire. Se è arrivato tra i primi 8 del torneo vuol dire che vale e pertanto è giusto mantenere altissima la concentrazione.
Un quarto di finale diverso
Se Safiullin vuol fare la storia, altrettanto sente di volerla fare Sinner. Che nei quattro precedenti ai quarti di finale di un torneo dello slam, sino ad oggi equamente distribuiti tra i quattro tornei più ambiti del circuito, ha sempre avuto a che fare con autentici mostri sacri, addirittura trovando avversari compresi tra la posizione numero 2 la numero 4 del ranking: Nadal al Roland Garros 2020 (ko. per 7-6 6-4 6-1), Tsitsipas agli Australian Open 2022 (6-3 6-4-6-2), Djokovic nella famosissima sfida a Wimbledon della passata estate, dove l’altoatesino sciupò due set di vantaggio prima di pagare dazio a un problema alla caviglia (5-7 2-6 6-3- 6-2-6-2) e Alcaraz nella battaglia di Flushing Meadows 2022 (6-3 6-7 6-7 7-5 6-3).
Stavolta il quadro è totalmente capovolto: Safiullin, al netto della grande corsa effettuata nella prima settimana londinese, è pur sempre numero 92, anche se nella peggiore delle ipotesi lunedì prossimo salirà alla 43. Insomma, rispetto totale, ma con la consapevolezza che il pronostico non potrà che pendere dalla parte di Jannik.
Il peso delle partite sporche
Che con Galan ha sofferto, spesso intestardendosi nel voler trovare soluzioni “semplici e veloci” a situazioni che richiedevano pazienza e maggiore astuzia. Le 20 palle break concesse dal sudamericano, di cui appena 3 sfruttate, testimoniano che la partita era certamente alla portata di Sinner, che ha provato a comandare il gioco sin dai primi scambi, ma che ha dovuto fare i conti con un nervosismo che ancora una volta, come contro Halys, ha rischiato di rovinargli i piani.
I continui battibecchi con la giudice di sedia, poi, non hanno aiutato: alcune chiamate errate si fatica ad accettarle come tali, imperdonabili a certi livelli, ma Galan (che da domani sarà numero 55 del mondo) ha capito che poteva diventare quella la chiave per togliere certezze al rivale italiano, che è stato bravo una volta di più a restare con la testa dentro una partita “sporca”, dove il servizio ficcante del colombiano ha evitato che l’inerzia del match potesse pendere da subito dalla parte dell’altoatesino.
Un’altra prova di resilienza che non può che far ben sperare il futuro, pensando all’asticella che inevitabilmente si alzerà una volta che dovessero spalancarsi finalmente le porte della semifinale (Rublev attende presumibilmente Djokovic nell’altro quarto di finale della parte bassa del tabellone).
Sinner furioso con l’arbitro poi le scuse: “Ho sbagliato, non è da me”
Non succede spesso di vedere Jannik Sinner perdere le staffe sul campo da tennis, soprattutto nei confronti dell’arbitro. Per questo motivo la sua reazione nel match contro Galan è stata decisamente sorprendente. Il tennista italiano ha poi spiegato quello che è successo.
Quando ti succede in campo poi ti rimane in testa ed è una cosa che ti porti un po’ avanti. Ma ho sbagliato io, le chiamate dopo erano corrette. Ma sul primo di quei casi avevo ragione. Comunque alla fine ognuno fa errori, siamo umani e non si perde una partita 3 su 5 per una chiamata così. Poi mi sono anche scusato, non è da me fare casino in campo.
Ora per Sinner, c’è l’ostacolo Safiullin, una delle sorprese di questa edizione di Wimbledon: “Mi ricorda la storia di Karatsev in Australia, è venuto senza pressioni e sta giocando ala grande. Ho giocato con lui ed è stata una partita difficile. Spero di potermi giocare ma devo salire di livello in spinta dal fondo”.
Adesso sognare non costa nulla
Ci sono motivi per poter pensare positivo? A ragion veduta, certamente si. Perché Sinner ha concesso un solo set in tutto il torneo, e non è un dato di poco conto. E poi perché se riesce comunque a tirarsi fuori dai guai anche in una giornata di scarsa vena, dove la percentuale di prime di servizio è appena del 54% (ma i punti conquistati sono l’85%), significa che un modo per andare oltre si trova sempre.
Quella finale inedita: Berrettini-Sinner
Jannik sa che c’è bisogno di alzare ancora il livello di gioco per spingersi ancora più in là, e partire favorito con Safiullin potrebbe rivelarsi ancora una volta pericoloso. Ma se si vuol diventare grandi, sfruttando così la ghiotta opportunità offerta dal tabellone (fosse finito nella parte alta avrebbe incontrato molti più ostacoli), qualcosa bisogna pure dimostrare.
A noi italiani, poi, ci piace sognare: un derby in finale tra Berrettini e Sinner, sfida peraltro totalmente inedita nel panorama ATP (strano ma vero), ci starebbe da Dio. E visto che i sogni non costano nulla, perché non far loro prendere vita in una notte di mezza estate…