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Wimbledon Berrettini doma Zverev e si regala Alcaraz agli ottavi. Martello ha giĆ  dimostrato tutto

Martello dominante contro il tedesco: la chiude in tre set. In scioltezza il greco. Per lo spagnolo e il russo prove dignitose, non brillanti. Si delinea il tabellone degli ottavi di finale

Pubblicato:

Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Matteo Berrettini contro Carlos Alcaraz agli ottavi di finale di Wimbledon poteva accadere: lo suggerivano gli incastri eventuali del tabellone. Sarebbe solo dovuto succedere che Martello tornasse a fare il suo, perchĆ© sul Mostro spagnolo, numero 1 Atp, dubbi ce nā€™erano (e ce ne sono) pochi.

Pochissimi: anche se la sua sfida dei sedicesimi non lā€™ha vinta in scioltezza, gli sono servite 4 ore e la cessione di un set per avere la meglio di Jarre, mentre Matteo ha demolito Alexander Zverev ā€“ con la testa, con la classe, con la migliore versione di sĆ© ā€“ in tre set con cui ci ha detto qualcosa. Senza titubanza: ĆØ tornato grande.

Illazioni e supposizioni (ma ĆØ solo questione di fisico)

Bene cosƬ, giusto cosƬ: sā€™ĆØ detto di tutto, sā€™ĆØ raccontato di veritĆ  e bugie, di illazioni e supposizioni. Si ĆØ lasciato con eccessiva facilitĆ  che le futilitĆ  avessero il sopravvento sulle oggettivitĆ . Tradotto e traslato: non ĆØ Melissa Satta il problema di Berrettini, semmai gli infortuni. La fragilitĆ  di qualche muscolo che, se fai il tennista professionista, cosƬ tanto fragile non ti ĆØ dā€™aiuto, semmai dā€™impiccio.

Tre set a zero: 6-3, 7-6, 7-6. Martello ha silenziato le velleitĆ  di Alexander Zverev nella sfida dei sedicesimi di finale di Wimbledon e conquistato lā€™obiettivo minimo: ottavi di finale. Mostro Alcaraz, ora, ha tutto da perdere. Matteo niente.

Fonte: Getty Images

Matteo Berrettini esulta a fine match. Lo attende Carlos Alcaraz agli ottavi di finale

Il primo set e mezzo, poi lā€™interruzione

Matteo dā€™annata, ma Wimbledon, questā€™anno ancora di piĆ¹, resta dannata per il meteo. Si gioca, non si gioca piĆ¹: il claim torna dā€™attualitĆ  anche nella sfida tra Berrettini e Zverev. Il tempo di un set dominato dallā€™italiano e dello scorcio di un secondo set in perfetto equilibrio.

6-3 Berrettini, 4-4 prima della pausa forzata. Ma cosa ci ha fatto vedere Martello in 33ā€² di gioco ĆØ una consolazione. Una goduria. VincerĆ ? PerderĆ ? Le pause influiscono sempre, incidono su uno piĆ¹ che sullā€™altro e ne sa qualcosa Lorenzo Sonego che anche ā€“ certamente non solo, il resto lā€™ha fatto Matteo ā€“ alle interruzioni infinite nel match contro Berrettini deve la sua eliminazione.

Berrettini, quello vero: 33ā€² di grande Matteo

PerchĆ©, possiamo dirlo: per 33ā€² ĆØ stato Berrettini, quello vero, atteso troppo a lungo. Poi: le cose desiderate che fanno giri lunghissimi prima di materializzarsi, te le godi di piĆ¹, ĆØ vero. Poi: scatta di nuovo la scintilla che ti fa scordare mesi, e mesi, (e mesi) di delusioni e infortuni, di interrogativi e critiche.

Il mestiere del tennista: gran brutto mestiere, a volte. Tu e la tua testa da una parte. Dallā€™altra parte della rete ci finiscono tutti gli altri: mica solo i diretti avversari. Anche i soloni, anche gli opinionisti. Anche gli onniscenti.

Vederlo cosƬ, il Martello, ĆØ ritrovarlo: le sue motivazioni, la grinta, la tempra, la competitivitĆ . Il pugno chiuso per lā€™esultanza, gli occhi fissi per la concentrazione, lā€™abbozzo di qualche sorriso che smorza in pubblico una risata vissuta in privato. Dentro. Dove le cose uno le sente: Matteo, finora, ha sentito di stare bene.

Secondo set al tie break: Matteo avanti 2-0

Il 90% di punti con la prima di servizio, 4 aces, lā€™unica palla break creata e sfruttata, lā€™unica palla break concessa e annullata: cinico, determinato, efficace. Zverev, non signor nessuno, risponde colpo su colpo, ĆØ un avversario letale, non molla niente.

Ma Matteo, fin lƬ, lā€™ha fermato solo la pioggia. Match sospeso sullā€™1-0 per Berrettini: 6-3, 4-4 al secondo set. Poi si riprende: mezzora fermi, giusto mezzora. Zverev sistema dritto e rovescio, entra nel gioco, piazza 5 aces che nel primo set erano stati zero.

Nessuno cede il servizio, si arriva al tie break e per Matteo, il tie break, ĆØ unā€™estensione di sĆØ se gira il servizio. E il servizio ĆØ girato: Zverev lo perde al quarto gioco, Martello mai. 7-4 al tie break. Il tabellone dice 2-0.

Terzo set sul filo: la spunta lā€™italiano

Tie break anche al terzo set: ĆØ stata partita vera. Zverev non ha sbagliato piĆ¹ nulla, dopo lā€™intoppo del primo set. Il suo problema ĆØ che Berrettini ha giocato alla perfezione. Carico a pallettoni, ha macinato chilometri e piazzato bordate, sprecato la grande occasione del break allā€™ottavo gioco, quando il tedesco ĆØ parso lƬ lƬ per cedere. Invece no.

Gli applausi a Zverev sono tutti meritati: in partita fino alla fine. Ha conservato un servizio micidiale (7 aces, 5 Martello): piazzato la prima di servizio allā€™81%, ha sfruttato a dovere la seconda di servizio costruendosi lā€™86% dei punti utili. Sul 6-6 entra in gioco anche la tensione: Berrettini spreca il turno di servizio due volte, Zverev tre. La gioia di Matteo arriva dopo 2 ore e 32ā€² di gioco.

Nel corso delle quali ha dimostrato quello che doveva: ĆØ tornato integro, ĆØ tornato senza paura. Sa lui, e lo sappiamo anche noi: la concessione di stare bene fisicamente, a questo punto, ĆØ un credito morale che gli spetterebbe di diritto. Spera lui, speriamo tutti.

Le partite dellā€™8 luglio

Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas e Matteo Berrettini. Rispettivamente il numero 1, il 3, il 5 e il 38 della classifica Atp. Insomma: fin qui, se vogliamo parlare di sorpresa, quella vera ĆØ solo Martello. Ci sono uno spagnolo, un russo, un greco e un italiano

Nel tabellone di Wimbledon, alla casella ottavi di finale, si aggiungono tutti e quattro. Alcaraz e Medvedev cedono un set a Jarry e Fucsovics, Tsitsipas nono lascia a Djere nemmeno le briciole.

Alcaraz liquida Jarre in quasi 4 ore

Tre ore 57 minuti, per la precisione. Non ĆØ stata una passeggiata, non ĆØ stato un semplice allenamento: per lo spagnolo avversario ostico, non al punto da impensierirne il cammino ma da rendergli la fatica piĆ¹ significativa, senzā€™altro.

Primo e terzo set da Alcaraz: un doppio 6-3 sviluppato con gioco, colpi, fisicitĆ , alternanza di ritmo e intensitĆ  costante. Se Alcaraz aggredisce, non ĆØ solo Jarry a restare inerme ma pressochĆ© lā€™intera pletora dei tennisti professionisti.

Quando, perĆ², il numero 1 va su o giĆ¹ di giri, ecco che pare di assistere alla fuga di Carlos da Alcaraz: il secondo set ĆØ un parziale buttato via per non aver brekkato quando poteva farlo, il quarto set inizia malissimo con un break subito al secondo gioco.

Poi, il campione si rianima e controbrekka due volte per chiudere 7-5. Insomma, non chiamatela pura formalitĆ . Ma nemmeno faticaccia. Ha brillato, Alcaraz? No, non ancora. Ma anche cosƬ ĆØ dura per tutti.

Medvedev batte Fucsovics in rimonta

Il 3 dellā€™Atp non tradisce. Per Daniil Medvedev non si tratta di impresa, solo rispetto totale del pronostico della vigilia. Niente da fare per Marton Fucsovics, che nella graduatoria individuale (67 del mondo) viaggia ben distante dal russo, nonostante lā€™exploit del primo set in cui ha saputo approcciare con maggiore intensitĆ  e difeso con dovizia il break del terzo gioco e mancato due palle break per strappare allā€™avversario anche il gioco 5.

Il 6-4 iniziale dellā€™ungherese ĆØ solo il solletico che scuote Medvedev, il cui ritorno diventa martellante, certosino, scientifico. 6-3 e doppio 6-4: prestazione non brillante per uno dei favoriti (il conto degli ace e dei doppi falli quasi si annulla: 6 a 5) che ha beneficiato della migliore percentuale alla prima di servizio, 76% a 58%.

Tsitsipas, percorso netto: 3-0 a Djere

Per quel che vale, le due ore di gioco sono la quiete dopo la tempesta. Non si offenderĆ  nessuno se diciamo che aver battuto Andy Murray in una maratona di cinque set ha messo Tsitsi nelle condizioni di allontanare lo spauracchio (e noi, in quelle di aver perso uno degli idoli del torneo: appellativo guadagnato sul campo) prima ancora del match successivo.

Che, sulla carta e nei fatti, ĆØ stato di tuttā€™altro tenore. PiĆ¹ duro solo il secondo set, vinto al tie break, facili il primo e il terzo, portati a casa con scioltezza.

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