Non temere le conseguenze dell’amore, ovvero delle critiche – che mai sono mancate – in merito alla loro relazione: Matteo Berrettini, che non parteciperà al Roland Garros, e la sua compagna, la conduttrice Melissa Satta, hanno partecipato a Cannes all’amfAR Gala, la cena evento organizzata dalla celebre Fondazione per la Ricerca sull’AIDS.
Per questa coppia, così osteggiata e oggetto di insinuazioni francamente gratuite, si è trattato della prima uscita ufficiale sul tappeto rosso.
- Berrettini-Satta, primo red carpet contro i pregiudizi
- Il privato che diventa pubblico e questione collettiva
- L'impegno di Melissa Satta per difendere la sua libertà
- La dimostrazione necessaria
Berrettini-Satta, primo red carpet contro i pregiudizi
In questa stagione così sventurata, sul versante degli infortuni, Berrettini ha dimostrato però estrema tenacia e volontà continuando una preparazione spesso interrotta e rivista proprio a causa di questi continui problemi di natura fisica, che hanno condizionato la sua stagione tennistica.
Difficoltà che hanno deviato l’indirizzo di alcuni, troppi, verso la nuova fidanzata del tennista romano, la quale si è accollata un bagaglio di superflue e fastidiose carrellate di insulti, allusioni, improbabili correlazioni tra gli stop di Berrettini e la nascita di questo amore. Come se la sola Melissa Satta potesse vantare un peso tale da decidere sull’andamento del giocatore.
Come se quello che la stessa conduttrice televisiva non ha stentato a definire “sessiamo e bullismo” non fosse un problema che, stavolta, riguarda chiunque. Anche chi non ha interesse specifico per questa coppia.
Il privato che diventa pubblico e questione collettiva
Per Melissa Satta, ancora una volta, le sue scelte private sono divenute oggetto di valutazione pubblica sui social, come fu per Kevin Prince Boateng: la decisione di palesare il disagio – condivisibile – rispetto a un linguaggio sessista, discriminatorio e inutilmente accusatorio di haters non identificati che le hanno assegnato responsabilità inconsistenti in questa sequenza di infortuni di Berro è stata ferma.
Rivendicare la propria autonomia, l’assenza di aggressività e violenza verbale non solo è stato un atto giusto ma legittimo, di rilevanza collettiva per evidenziare quanto un linguaggio così aggressivo e privo di rispetto riguardi tutti. E non solo lei o il suo compagno. La sua scelta di esporsi è e rimane manifestazione di resistenza rispetto alle parole ostili, incontrollate che si moltiplicano sui social.
Melissa Satta e Matteo Berrettini per il loro primo red carpet
L’impegno di Melissa Satta per difendere la sua libertà
Satta ha scritto, interpretato un monologo a Le Iene, ha sollevato un tema che ancora oggi è scomodo, fastidioso che in una società che si definisce inclusiva, evoluta individua sacche di profonda arretratezza, verbale e sessista.
Assistere a un gender gap evidente anche nell’attribuire responsabilità (presunte) alla compagna di un campione, per problemi alla schiena e agli addominali non è questione solo social: quel che si legge in un post è una manifestazione, più o meno legittima, di un substrato di pensieri che albergano ancora tra le pieghe di una certa parte della società che riversa sui social simili offese.
Georgina Rodriguez alla cena amfAR
La dimostrazione necessaria
Contro questi pregiudizi, per dirla semplice, Melissa Satta ha difeso la sua libertà di scegliere, di essere una persona, una professionista con un ruolo e una identità distinta dal suo compagno. Un campione che attraversa una fase delicata della sua carriera, ma che nulla ha a che spartire con la professione della fidanzata e di certe eventuali e improbabili responsabilità.
Accuse che affondano in un substrato contro cui si è schierata la coppia, in nome della libertà individuale a scegliersi e anche a come vivere la loro relazione, legittimamente.
Quindi questo red carpet, in duplice bianco con la consueta scelta di Boss per Berrettini (che ne è testimonial) non sfida nulla e nessuno se non una visione alquanto discriminatoria contro cui anche mostrarsi è un atto di libertà.