Il team principal della Mercedes Toto Wolff è senza dubbio uno dei maggiori artefici del dominio della casa tedesca nell’era turbo-ibrida della Formula 1.
Senza dubbio il suo apporto per i trionfi della scuderia tedesca è stato fondamentale. Dal 2014 al 2021 team, box e piloti hanno messo in fila una striscia consecutiva di otto affermazioni iridate, che costituisce un record assoluto nella storia di questa categoria. Eppure, nonostante questa supremazia sportiva, il 2020 fu un anno particolarmente complesso per il 50enne viennese, che fu addirittura ad un passo da lasciare tutti i suoi incarichi.
Una mossa che poteva seriamente concretizzarsi a seguito di un periodo di crisi psicologica, scatenatosi dopo la scomparsa, nel 2019, di Niki Lauda, presidente non-esecutivo della Mercedes. Nello specifico, Wolff non ebbe modo di discutere con il proprio connazionale degli aspetti negativi riscontrati all’interno della squadra, con la morte del tre volte iridato che vanificò questo sfogo.
Wolff, intervistato dal Frankfurter Allgemeine, è tornato a parlare di quei momenti, ammettendo tutte le difficoltà trascorse: “Sono stati dieci mesi molto difficili per me – ha raccontato – anche mentalmente, ho dato tutto per quasi otto anni e mi sono sentito ‘bruciato’ in una certa misura. Inoltre, il mio contratto era in scadenza e avrei potuto vendere le mie azioni. Tutto questo mi ha portato ad un conflitto interiore: continuavo a chiedermi ‘voglio rimanere in Formula 1? Posso ancora dare il mio contributo, o qualcun altro può fare meglio il lavoro?’ Ho passato quasi un anno a pensarci. È stata una grande auto-riflessione, anche a causa della pressione che sentivo. Alla fine ho scelto la Mercedes e la Formula 1, perché è qui che ho trovato il mio posto”.