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100 anni Agnelli-Juve, ESCLUSIVA: Causio: Spero che Elkann possa ispirarsi all’Avvocato

Il Barone si sente ancora orgogliosamente bianconero, l suoi ricordi della famiglia

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Cento anni di loro e di Juve. Loro sono la famiglia Agnelli che spegne la centesima candelina sul club bianconero. Pare che tutto fosse cominciato quando un dirigente (già presidente) della Juventus, Sandro Zambelli, era andato a trovare Giovanni Agnelli nonno per provare a risolvere una situazione spinosa: un giocatore, il difensore Antonio Bruna, operaio della Fiat, non poteva allenarsi come si deve perché il suo caporeparto gli negava i permessi. Soltanto il Fondatore poteva fare qualcosa.

Come nacque la Juve degli Agnelli

Agnelli intuì il potenziale di consenso popolare che sarebbe derivato alla sua impresa da un diretto coinvolgimento nel calcio, e indicò nel figlio l’uomo adatto a prendere le redini del club. Il 31enne Edoardo Agnelli nel discorso d’insediamento si presentò con un motto assai simile a quello attuale (vincere è l’unica cosa che conta) dicendo: «Dobbiamo impegnarci a fare bene, ma ricordandoci che una cosa fatta bene può essere sempre fatta meglio».

Causio e i suoi ricordi della famiglia Agnelli

Tra i tantissimi giocatori, campioni e non, transitati nei 100 anni degli Agnelli ci sono i Platini, i Bettega e i Causio ed è proprio il Barone a raccontare la sua esperienza. Già in passato aveva spesi parole (e libri) per la sua storia in bianco e nero

«Ci sono state le telefonate alle sei del mattino, gli arrivi in elicottero a Villar Perosa. E invitava Boniperti a farmi tagliare i capelli e Giampiero rispondeva: “Lo lasci stare”. L’Avvocato sapeva veramente tutto, lo avevo soprannominato l’Enciclopedia. Una sera mi ha invitato a cena a casa sua, aveva una cineteca immensa. Abbiamo visto “Il profeta del goal”, il film realizzato da Sandro Ciotti, un altro grande, su Cruijff. E, dell’olandese, Agnelli sapeva tutto».

Causio oggi sono 100 anni degli Agnelli con la Juve

“Per me è motivo di grande orgoglio aver fatto parte per dieci anni della famiglia bianconera ed un onore aver conosciuto un personaggio come l’Avvocato, una persona squisita, di un’intelligenza eccezionale”.

C’è un ricordo speciale di Gianni Agnelli?

“Tanti, troppi i ricordi, certo le telefonate all’alba ma non solo: ci sono tantissimi episodi che tengo per me, fanno parte della mia vita e della mia storia. Con personaggi come l’Avvocato Agnelli capisci cosa vuol dire Juventus. Juventus non è mettere la giacca e la cravatta o l’orologio sul polsino come l’Avvocato. La Juventus a me ha insegnato, come a tanti altri, a essere uomo. L’Avvocato era unico. Per la sua persona, il suo modo di essere, di fare, di parlare. Un personaggio che non ti metteva mai a disagio, ti parlava come a un amico anche se era quello che era. Una figura indelebile: Avere alle spalle la famiglia Agnelli è protezione, uno come l’Avvocato lo vorrebbero tutti. ».

Conoscendo Agnelli si può dire che da amante dei fantasisti, del dribbling, stravedesse per lei

“E’ vero, l’Avvocato era un intenditore, amava il bel gioco e tutti gli interpreti del calcio spettacolo”

Ritiene che i suoi eredi siano sulla strada giusta?

“Io mi auguro solo che John Elkann possa realizzare tutto quello che ha fatto Gianni Agnelli e che possa ispirarsi a lui senza tradirne lo stile e la concretezza. Ricordatevi, io resto sempre tifoso della Juve”.

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