Non c’è più traccia di tricolore a Toronto: l’ultima bandiera ad essere stata ammainata e quella portata da Flavio Cobolli, che contro Ben Shelton ha visto lo striscione del traguardo a un passo, ma sul più bello s’è fatto prendere dalla foga “graziando” il rivale statunitense prima di cedere senza appello nel tiebreak del terzo set. Una sconfitta amara, dalla quale però trarre tanti insegnamenti. Anche se per ora prevale solo il sentimento di diffuso rimpianto.
- Un’occasione persa: Flavio ha messo alle corde Ben
- Numeri migliori, ma nei momenti decisivi meglio Shelton
- Rimonta e illusione: Cobolli a un passo dall’upset
- Storie tese a fine partita: Cobolli non le manda a dire
Un’occasione persa: Flavio ha messo alle corde Ben
Perché Cobolli il suo l’ha fatto, pagando a caro (anzi carissimo) prezzo percentuali al servizio un po’ troppo morbide nei momenti centrali della partita.
Quando s’è ritrovato a servire per il match sul 5-4 del terzo set, però, nulla lasciava presagire a un epilogo diverso da quello che contemplava la vittoria del romano: Shelton aveva già accusato il colpo, ma tre palle break consecutive (peraltro la terza è stata quella buona) hanno rimesso in carreggiata la testa di serie numero 4, che già vedeva le scalette dell’aereo che lo avrebbe portato a Cincinnati.
Invece Ben proseguirà la sua avventura in terra canadese sfidando nei quarti de Minaur, con Cobolli costretto una volta di più a rimandare l’appuntamento con il primo quarto di finale in un 1000.
Numeri migliori, ma nei momenti decisivi meglio Shelton
La sensazione dell’occasione sprecata la si evince anche dai numeri finali di una partita andata via a strappi: Cobolli ha messo a referto 31 vincenti contro i 26 dello statunitense, collezionando anche un paio di gratuiti in meno (44 contro 46).
Shelton ha vinto tre punti in più in tutta la partita e se l’è fatto bastare: ha collezionato palle break nel primo set, scappando via nel quarto gioco e poi arrivando a due punti dal chiudere i conti quando era avanti 5-3, finendo però per farsi brekkare da un Cobolli lesto a sfruttare la porta lasciata aperta.
Ma il romano nel decimo game torna a sbagliare tanto al servizio, offrendo altre tre possibilità di farsi togliere la battuta: buona la terza, e Ben la chiude sul 6-4 e vivi ringraziamenti.
Rimonta e illusione: Cobolli a un passo dall’upset
Non è un caso che appena Cobolli mette a posto le cose al servizio la partita giri dalla sua parte. Il secondo set ne è la riprova: zero palle break concesse, 5 ace ma soprattutto il break ottenuto con forza nel terzo gioco, buono per indirizzare il match verso il terzo e risolutivo set.
Dove Flavio serve bene nei primi game, mettendo una pressione enorme sulle spalle dello statunitense, che puntualmente nel terzo gioco si fa brekkare da un Cobolli che pare ormai lanciatissimo verso la vittoria. Non sbaglia nulla il romano, ma quando accade Shelton è famelico e lesto ad approfittarne: capita nel decimo gioco, quando due doppi falli inguaiano l’italiano, che poi sulla seconda palla break tira col dritto in rete e si vede costretto a rifare tutto da capo.
Ma stavolta l’inerzia non tornerà dalla sua parte: cancella un match point nel dodicesimo gioco salvando la palla break numero 6 della sua partita, ma nel tiebreak non entra mai in gioco, sotto 3-0 e poi, dopo l’unico punto realizzato, infilato con 4 punti di fila da uno Shelton rigenerato dopo lo scampato pericolo.
Storie tese a fine partita: Cobolli non le manda a dire
Finale teso: Cobolli ha qualcosa da ridire a Ben, non tanto a lui quanto piuttosto al suo angolo, reo di averlo beccato un po’ troppo energicamente durante il match.
Nervi tesi perché Flavio sa di avere avuto una chance enorme per prendersi uno scalpo eccellente: sé queste sono le premesse, il salto in avanti però è davvero solo rimandato.