Quello che si è consumato oggi in aula è straziante, perché quanto riportato in un verbale è testimonianza di vita vissuta, di rituali offensivi e stereotipi che hanno segnato o ancora adesso provano le giovani ginnaste che hanno deciso di rompere il silenzio.
Il processo sportivo contro Emanuela Maccarani e Olga Tishina, le parole di Nina Corradini, una delle ex azzurre della ginnastica ritmica che hanno denunciato la commissaria tecnica della Nazionale e la sua assistente, sono un pugno nello stomaco.
- La testimonianza di Corradini
- La parola alla difesa
- Centofanti difende Maccarani
- Il riferimento a Anna Basta
La testimonianza di Corradini
La testimonianza più articolata forse parte da lei, da Corradini, argento agli Europei juniores del 2017, a dispetto delle difficoltà nel superare l’emozione e nel ripetere dietro richiesta quanto affermato – riferisce il Corriere – trova l’equilibrio per ripetere quel che aveva rivelato ai media, poi alle procure penali e sportive. Ha spezzato degli equilibri strazianti.
“Durante la pesa mattutina bastava una variazione di 100 grammi per venire insultate dalla Tishina o dalla sua assistente Camilla Patriarca: “Così non passerai più nel cerchio. Ma non ti vergogni. Ma come fai a guardarti allo specchio”».
Gli insulti venivano ripetuti anche in palestra e da Maccarani, che leggeva i pesi sul quadernino delle altre tecniche.
“Non abbiamo avuto il coraggio di parlare della situazione né con lo staff né con i nostri genitori. Per paura del rito della bilancia ho cominciato ad assumere sistematicamente lassativi. Un giorno sbagliando ne presi due e caddi a terra come un sacco, svenuta. Solo diversi mesi dopo, lo staff si accorse che li consumavo dopo aver disposto una perquisizione nella mia stanza, eseguita da Martina Pullara. Ero minorenne, ma non avvertirono i miei genitori e mi rimproveravano duramente. C’era uno psicologo federale ma era così amico della Maccarani che né io né Alisa Torretti che aveva i miei stessi problemi ritenevamo di poterci rivolgere a lui in sicurezza. A un certo punto non ce l’ho più fatta e sono andata via da Desio e mi sono rivolta a uno psicologo esterno che mi segue tuttora perché la ginnastica era la mia vita e avevo paura delle conseguenze di aver smesso”.
La parola alla difesa
Dopo aver tentato di invalidare la testimonianza in virtù dell’attuale non tesseramento di Corradini cosa che è stata esclusa da una breve camera di consiglio, la difesa di Maccarani e Tishina ha provato a controbattere accusandola di ambire a una visibilità mediatica negata poi dalla ex ginnasta.
Alle accuse, infatti, ha replicato di aver rifiutato tutti i compensi che pure le erano stati offerti per andare in tv.
Centofanti difende Maccarani
Toccante anche la seconda testimonianza fornita da Martina Centofanti, figlia di Felice, ex giocatore dell’Inter, e attuale atleta della nazionale è allenata dalla Maccarani da dieci anni e non ha mai avuto problemi in nazionale. La pesatura?
“Prima avveniva tutti i giorni, ora due volte a settimana. Eravamo in mutande, certo. Inizialmente ci pesavano le assistenti. L’ho sempre vissuto come una regola, il nostro sport in cui l’aspetto estetico conta moltissimo, è un po’ come se fosse una routine”.
A domande del presidente, Centofanti ammette che “un chilo di più o di meno non cambierebbe nulla ma se è costante costituisce un problema perché la ginnasta fa fatica a seguire il ritmo delle altre”.
Il riferimento a Anna Basta
E poi arriva il riferimento diretto e non richiesto dal magistrato sportivo ad Anna Basta.
“I suoi problemi di peso erano visibili anche ai non esperti. Anna è sempre stata una ragazza particolare, che si credeva perfetta a livello fisico, tecnico, caratteriale. Io rimasi allibita dal fatto che lei fosse arrivata a pesare 8/9 chili più di me. Lei arrecava dei disguidi molto gravi, in primis con noi compagne e poi con le allenatrici perché controbatteva qualunque cosa le venisse detta, non accettava alcun tipo di critica e questo comportamento creava tantissimi disagi. Tante ragazze avevano problemi ma bisogna cercare un compromesso. Anna non è mai riuscita a farla, ha tenuto alto il suo ego e non mi sono mai trovata in difficoltà con altre ragazze come con lei. Nina Corradini aveva problemi ma era in seconda squadra, quindi non posso testimoniare con precisione su di lei”.
Centofanti ammette “che è normale che in un ambiente sportivo di alto livello, anche se l’approccio è sempre stato corretto e Anna e Nina non erano interessate ad alimentarsi correttamente, lo si faccia notare ma con commenti mai denigratori. Tishina diceva: Anna è un po’ troppo, Nina è un po’ troppo. La frase “il bambino ti cresce in pancia” è stata interpretata in modo diverso” da ciascuno di noi. Il concetto era che noi stavamo crescendo. Qualche frase sopra le righe forse è uscita ma non con intento denigratorio“.