Sono giorni importanti per l’indagine che ha scosso l’intero sport italiano sui presunti abusi psicologici e verbali subiti da alcune ginnaste della nazionale italiana di ritmica che negli ultimi anni hanno frequentato l’Accademia Nazionale di Desio. Giovedì 17 novembre il procuratore federale, che aveva già interrogato le ragazze protagoniste delle denunce, ha iniziato le audizioni con i membri dello staff azzurro, compresa la ct Emanuela Maccarani. “Sono molto serena. Le indagini sono in pieno svolgimento, non posso dire altro e non possiamo fare altro che la giustizia faccia il proprio corso” ha dichiarato Maccarani al termine dell’audizione.
- Caso ginnastica ritmica, Basta e Corradini a 'Verissimo': "Eravamo solo numeri sulla bilancia"
- La confessione shock di Anna Basta: "Ho pensato al suicidio"
- Indagine ginnastica, il punto del procuratore federale Rossetti
Caso ginnastica ritmica, Basta e Corradini a ‘Verissimo’: “Eravamo solo numeri sulla bilancia”
Sono state intanto pubblicate alcune anticipazioni delle interviste che Anna Basta e Nina Corradini hanno rilasciato a Verissimo, nella puntata che andrà in onda sabato 19 novembre alle ore 16 su Canale 5. L’indagine è partita proprio dopo le denunce di Anna e Nina, che sono già state ascoltate nelle scorse settimane dalla Procura e che nel corso della trasmissione condotta da Silvia Toffanin sono tornate a parlare dei difficili momenti che hanno preceduto e seguito la scelta di denunciare quanto subito: “Ci ha mosso il fatto che troppe bambine stanno soffrendo e stanno vivendo quello che abbiamo vissuto noi e questo non va bene. Questo sport è meraviglioso, purtroppo certe persone lo rovinano” hanno detto Anna e Nina. Basta ha poi proseguito aggiungendo che “il nostro sport e la nostra passione ci impongono di andare via di casa molto giovani, diventiamo subito indipendenti e sappiamo di dover proteggere le famiglie. I miei genitori sono rimasti scioccati quando ho raccontato quanto mi è successo. Ho deciso di smettere con la ginnastica ritmica nel maggio 2020 e dopo poco tutta la sofferenza che avevo provato mi si è riversata addosso e ho passato un periodo molto buio. Ora mi sono rimessa in sesto anche grazie a un percorso psicologico”.
Poi il drammatico racconto degli abusi subiti: “Venivamo pesate ogni giorno, tutte insieme, in fila una per una – ha detto Anna Basta – Prima della pesa avevamo smesso anche di fare colazione e avevamo paura pure di bere un bicchiere d’acqua perché faceva la differenza. Se il peso, secondo loro, non era quello giusto ci insultavano pubblicamente con frasi tipo ‘vergognati!’, ‘sei incinta’, ‘guarda che pancia ti ritrovi’”. “Queste frasi – ha invece aggiunto Nina Corradini – ci venivano ripetute ogni giorno, durante tutto il tempo degli allenamenti. Eravamo solo dei numeri sulla bilancia, non avevamo più valore né come persone né come ginnaste”.
La confessione shock di Anna Basta: “Ho pensato al suicidio”
Delicato il passaggio dell’intervista nel quale Silvia Toffanin ha chiesto alla ragazze il rapporto che esisteva con lo staff tecnico: “Il rapporto che si crea con gli allenatori è quasi di dipendenza, ricerchi la loro approvazione anche se sai che ti stanno facendo del male. Ti fanno arrivare al punto di pensare di essere dalla parte del torto” la risposta.
I risultati di tutto questo sono stati drammatici: Anna è stata sfiorata dall’idea del suicidio, Nina è arrivata ad abusare di lassativi per perdere peso: “Ho iniziato a prenderli a settembre del 2020, uno a sera, tanto che non mi facevano più effetto – la confessione di Corradini – Una volta ne ho presi tre, ho perso un chilo e mezzo in una notte e la mattina dopo sono svenuta. Lì ho capito che stavo mettendo a rischio la mia salute fisica e psicologica. E comunque quel giorno mi hanno fatto allenare lo stesso, perché per loro gli infortuni sono solo una scusa per non allenarsi”. “Per tantissimo tempo ho vissuto con il pensiero che la mia vita non avesse senso. E l’idea del suicidio mi ha accompagnato a lungo”.
Indagine ginnastica, il punto del procuratore federale Rossetti
Intanto a fare il punto della situazione è stato il procuratore federale Michele Rossetti, che ha spiegato all’Ansa come la decisione di aprire un’indagine sia stata nella sostanza un atto dovuto dopo le denunce delle atlete: “Stiamo affrontando con grande serietà questo momento. Ogni segnalazione di comportamenti non corretti per noi va valutata prontamente. Se al termine delle audizioni accertassimo eventuali responsabilità prenderemo i dovuti provvedimenti. Quella che stiamo conducendo è un’indagine conoscitiva attivata d’ufficio proprio perché non c’è alcuna denuncia corrispondente alle segnalazioni riportate dalla stampa. Ma per la serietà che contraddistingue la Procura federale ci è sembrato doveroso fare chiarezza con la massima tempestività”
In parallelo all’indagine sportiva sui fatti di Desio sta proseguendo quella penale, aperta dalla Procura della Repubblica di Brescia, coordinata dal procuratore aggiunto Alessio Bernardi e dal procuratore Francesco Prete, dopo la denuncia per maltrattamento presentata dai genitori di due ginnaste che hanno poi interrotto la carriera a causa delle violenze psicologiche e fisiche subite. Tornando sul piano sportivo, a sostegno della Federginnastica, che si è costituita parte civile decidendo per l’immediato commissariamento dell’Accademia di Desio, si è schierato il Ministro dello Sport, Andrea Abodi e quello del Coni Giovanni Malagò.